Critica e profezia di Lorenzo Mondo

Critica e profezia A che serve oggi la letteratura? Critica e profezia G. Bàrberi Squarotti: « Il codice di Babele », Ed. Rizzoli, pag. 188, lire 2500. S. Pautasso: « Le frontiere i della critica », Ed. Rizzoli, pag. 225, lire 3400. |udecrcholteSkstriSi è appena concluso un decennio che, sotto le contrapposte insegne di un'arte evasiva e I jfdi un'avanguardia che divora se | pcstessa, ha proclamato più volte j tica vergogna della letteratura e la sua morte. « Ma conte ora m— scrive Giorgio Barberi Squa- j SQrotti — la raffinata definizione s,Lite il cardinale Ippolito dEste deebbe ai suoi bei giorn: per la j jaletteratura ("tutte queste cor- gibellerie ") è servila come fon-1 chdamento per ridurre l'arte a due , dofunzionì ugualmente vicarie e I inferiori: quella di divertire, nel-1 l'ambito innocuo del sentimento... oppure quella di spingere i le falangi sparlane all'assalto di ! qualche monte Home o a celebrare i fasti della rivoluzione che non c'è ». La fortissima carica ironica lascia però trasparire un diverso convincimento, e cioè una lobremsccidsepsufede inalterata nella letteratura, j uguna coscienza severa dell'opera Qj dd'arte e dell'intervenlo critico ,oche deve penetrarla e prolun- garla. La letteratura è morta, viva ìa letteratura: questa ia (Ter I mazione sottesa percussivamente al disteso argomentare, al pacato raziocinio di questi saggi. I I quali, scritti nell'arco di un decennio, portano avanti un discorso metodologico che prende avvio, a un dipresso, dalla stilistica di Auerbach e accoglie ! via via le suggestioni del l'or-1 malismo e dello strutturalismo, perseguendo risultati ambiziosi ; e per la verità, nelle ultime lor- ; mulazioni, assai originali. C'è, in primo luogo, l'esigenza di vedere nell'opera d'arte un processo conoscitivo autonomo, affidato alla stilizzazione del ' linguaggio, che interessa tutti i ' livelli, privali, sociali, naturalistici, astratti. L'arte non ripeie e non serve la vita, ma la or-1 ganizza e la giudica; rispetto al mondo storico-fenomenologico si j pone prevalentemente in un atteggiamento di opposizione e contrasto, è alla lettera un altro \ mondo, dove l'utopia si eonfonde con la profezia. Compilo del- i la critica è identificare e descrivere questo modello alternativo, j spiegare coni e eostruito, quali \ leggi gli diano unità e forza. * * Ma questo mondo ignoio si rivela soltanto a ehi non presuma di conoscere in partenza il punto d'arrivo, lasciandosi alle spalle parametri e ideologie vincolanti. L'esplicazione più ampia e più profonda peschile dell'opera sarà data dalla convergenza di strumenti metodologici diversi e anche opposti. « come un fascio di luci che da prospettive e direzioni diverte scenda sull'opera, onde cercare di illuminarne meglio che sia possibile il funzionamento e In natura, il significato totale c le rispondenze specifiche particolari». Purché sia salva l'obbiettività dell'indagine, il rifiuto di strumenti che discendano da criteri di gusto, sempre arbitrari, Go da giudizi di valore desumi Lda altri tipi di conoscenze e attività umane, in particolare dai metodi storicisti. Lo storicismo è l'antagonista più vero di queste pagine, sia esso crociano o marxista: non nella presunzione di porsi al di fuori della storia, ma al di ino-. ari della concezione romuniico- ! sidealistica della storia « come 0sola totalità dotata di significa-, lo ». Quando invece l'aggancio le la presa sulla storia vengono ' offerti proprio dal carattere contestativo e profetico dell'opera arte che rivela, per questa via, gli inganni e gli onori del mondo: non fuga in avanti, dunque, ma sollecitazione e provo- oEtcazione continua del qui ed ora. Alla definizione di questo | agonismo gnoseologico si giunge attraverso pagine sedueenii, pur affidate ad un linguaggio I • j i-i andò e spoglio, che non s, con-Lcede consolazioni od ornale Irò-1Hi- ,eso con riBore e sce.tidAn f, sino che potremmo une calvi- j nistico alla « verità » ck a cogliere attraverso di essi la pluralità delle dimensioni del hbnAreale. Duro, inanellante, univoco nella pars deslriiens; più sfumato e aperto nel concetto di profezia, come di chi ha bisogno di ulteriori determinazioni e dell'appoggio di nuove esplorazioni sui lesti. Negli immediali paraggi ?i colloca il libro di Sergio Pautasso, c non è un accAstamento di comodo per chi sappia la sua lunga amicizia con Bàrberi e il sodalizio intorno alla rivista Sigma che Pautasso tuttora dirige (le riunioni itineranti nel retro d'una libreria, in un magazzino, in casa d'amici, cercando smagliature e scarti negli au- tomatismi della vita torinese, a' partire da Cratilo nella ni ima-; critica italiana). Ecco, il libro di Pautasso riesce in eerto me- vera del 14o5. lino a Sigma appunto, incunabolo della nuova | do complementare all'altro: as-juniendo l'epigrafe di Tliibau- dei, « non c'è critica senza una critica della critica ». egli, più che una riflessione teorica, ci olire un dialogo con i magni testi della critica, da Frye a Sklovskij a Barlhes lino ai nostri Contini Segre Corti Avallo; risalendo, in quello che è l'orse !im-1.| I jf~uo saggI0 r | pcgml,0. a scoprire negli erme j tici un ,Honc « Mjiislico ». ,n aUre pu!olc. Pautasso di-1 mos,ra ed CiCmp,i,ka attravei-1 j SQ ,g sue |etture deglj Anm- Ses. s,lnla che la crhica è a, cenlro \ del)a nos(ra vi|a cuitUrale, che j ja nostra può essere definita a giusta ragione l'età della critica, j1 che le stesse forme creatiVL. lcn. , dono ad assunlere veste e va- I 1 i ! lore critico. E si vedano, a stabilire la coerenza dei suoi interessi e la scella rigorosa dei maestri c compagni, senza lasciarsi incantare dal ricatto sociologico o dal capriccio mondano, gli appunti raccolti nella sezione « Curia bianca ». così probanti proprio per la loro ste- sura a caldo. j uguale misura daUa riverenza Il critico moderno, lontano in j dalla prevaricazione, e uno scnt ,ore che sj confronta alla pari con il testo, sollecitandone al ; Pmassimo i valori espressivi e conoscitivi, nel pieno rispetto del- ì le site leggi organiche. Senza tuttavia precludersi sottile nel terreno della creazione. Come l'artista opera con la sua invenzione sulla realtà, cosi il critico opera inventivamente sulla real- dpmlà della letteratura. Uno degli esempi piti persuasivi, per Pautasso è quello di Sklovskij, che «svolge il suo di- scorso narrativo e critico su una slessa falsariga stilistica ed è ditt]cile dh,umcrc, dat pmt0 di yisla deìla scrittura, difjeren-1 ire di linguaggio: narrativa e cri-itfica sono caratterizzate dallo j vs/esso procedere didascalico e | iCseicilrpschematico di un discorso sezio- j cnato, in cui le immagini godono ! ^di una loro autonoma evidenza, i sse/tra collegamenti grammatica-I n/i. eoe. sono tipiche parli di ! sun lutto ». Critica senza irontic- j dUare. dunque, degna di trovar posto nella « biblioteca di Babele » accanto al romanzo e alla poesia: Pautasso ce ne persuade ancora con il suo discorso afl'abile, quasi introducendoci, tra amici ed oppositori, in una sor¬ ta di nto. ideal agiato tratteni- Lorenzo Mondo sshMpncj rI z

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