Milano: escluso (per ora) un legame tra caso Hauti e morte di Feltrinelli

Milano: escluso (per ora) un legame tra caso Hauti e morte di Feltrinelli Una dichiarazione del procuratore capo, De Peppo Milano: escluso (per ora) un legame tra caso Hauti e morte di Feltrinelli (Dal nostro inviato speciale) Milano, 30 marzo. L'inchiesta sulla morte di Feltrinelli è oggi, qui a Milano, in una posizione ili stallo: non si va indietro, ma nemmeno molto avanti. Il sostituto procuratore della Repubblica Viola è partito stamattina per il Veneto per andare ad interrogare, nella pretura di Oderzo (Treviso), Bachisin Saba, fratello del latitante Giuseppe, accusato di concorso nel reato continuato ili attentati alla sicurezza degli impianti ili energia elettrica. Il suo collega Colato è rientralo da Genova dopo la fruttuosa missione che ha portato alla scoperta, in valle Borbera, di una cascina che era stata presa in affitto da Giuseppe Saba e il cui canone era pagato dall'avvocato Gian Battista Lazagna, arrestato per falsa testimonianza e per concorso in falso ideologico. Colato, che ha ordinato anche l'arresto di un altro personaggio, Alessandro Ravazzano, autista del comune di Novi Ligure, dice: «Ho raccolto prove c indisi che si stanno rivelando di massima utililà per l'indagine e altri ne devo raccogliere. Stanno prendendo forma sempre più concreta quelle che all'inizio sem¬ bravano soltanto ipotesi». Il procuratore capo De Peppo dice: «Ci troviamo di fronte a una indagine complessa, poliedrica, che presenta sempre nuovi aspetti c non può certamente concludersi nel giro di dicci giorni». Colato, dopo avere risposto affrettatamente ai giornalisti, si chiude nel suo studio (a chiave, per non essere disturbato) con due colleghi, i sostituti Spinaci e Stimma, che stanno svolgendo l'inchiesta per i disordini provocati a Milano dai gruppi della sinistra extraparlamentare nella giornata di sabato 11 marzo. E' anche questo un sintomo della «poliedricità» dell'inchiesta Feltrinelli: i collegamenti sono intricatissimi, magari partono da Milano, raggiungono la Liguria e tornano a Milano o vanno chissà dove, nel Trentino, ad esempio, dove si dice che Colato dovrà recarsi nei prossimi giorni dopo essere stato di nuovo in Liguria. Viola, che torna in serata dal Veneto, deve incontrarsi con il collega Colato per conoscere esattamente tutto quanto egli ha scoperto sul conto del Lazagna: domani lo andrà ad interrogare in carcere e deve quindi essere in grado di fargli delle precise con- testazioni. Da Bachisio Saba, Viola avrà voluto sapere, tra le altre informazioni, come mai egli abbia ricevuto, come sembra, un compenso di un milione e novecentomila lire per due articoli su temi di pedagogia (Bachisio Saba ò insegnante elementare); compenso inconsueto nel campo dell'editoria e che sembra essere stato versato da Feltrinelli. L'inchiesta evidentemente vuole cercare di' sapere se invece di un normale emolumento per un lavoro, si trattava di un finanziamento. Un'altra indagine, Viola l'ha svolta oggi, sempre in provincia di Treviso, a Preganziol, dove nel dicembre del '69 vi fu un furto di carte d'identità, che sono poi entrate nel «giro» di Feltrinelli e dei suoi anaci. Fin dove arriva la schiera di questi «amici», fino a che punto l'itaffare» Feltrinelli si interseca con le altre vicende che in passato hanno più o meno drammaticamente inciso sulla vita del nostro Paese? Certo l'inchiesta in corso non perde d'occhio alcuno di questi fatti, ma ufficialmente non si riesce a sapere molto. A chiedere al procuratore capo De Peppo, ad esempio, che collegamenti ci sono tra Feltrinelli e i gruppi extraparlamentari che hanno operato in Liguria ( rapimento Gadolla, rapina-delitto di Mario Rossi, inserimento con una stazione radio sull'onda della tv) ci si sente dire: «Io non rispondo». Una frase che il procuratore capo anche oggi ripete molte volte per controbattere le domande di noi giornalisti. C'è una variante: «Non mi risulta che si indaghi sui rapporti tra Feltrinelli c Ventura». E subito aggiunge: «Almeno fino a questo momento». De Peppo ci tiene anche a precisare che la materia è molto fluida: «Non sì può af fermare né escludere nulla non si può prevedere quello che salterà fuori; quello che sembra vero oggi, domani può non esserlo più. A volte si torna indietro, a volte si va avanti, si constata qualcosa di reale, si sfatano leggende». Il procuratore capo chiarisce meglio il suo pensiero: «Certo, non possiamo vietare di fare delle ipotesi, anche noi come uomini ne facciamo, ma come magistrati dobbiamo tenerci ai fatti, cercare, per ora, di scoprire la verità, la quale può essere contro Feltrinelli o a favore di Feltrinelli: noi abbiamo l'obbligo di difenderlo, ora che è morto e non può farlo da solo, anche dalle | e e a e i a , e i i n e voci eccessive sulla sua attivila ». Stasera il procurai ore Colato si 6 intrattenul o a lungo nell'ufficio del procuratore capo, al quale ha riferito sui risultati delle sue ultime inda| gini in Liguria. Quando è uscito è apparso sorridente eri ha accettato di scambiare qual- 1 che parola con i giornalisti. Si è detto soddisfatto del lavoro liti qui svolto eri ha aggiunto: «Dalle indagini sono emerse cose interessanti che possono portare anche alla scoperta, di legami tra Lazagna, Feltrinelli e Saba ». ' Sempre in serata si è appreso che sarebbe slata bloccata un'auto che portava a borilo documenti importatili ai (ini dell'inchiesta. I magistrati si stillo però chiusi nel riserbo. Remo Lugli Mandati di cattura per 11 di Lotta continua Approvarono in un volantino il sequestro del dirigente della Sit-Siemens (Dal nostro corrispondente) Milano, 30 marzo. ( g. m. I II sostituì o procuratore della Repubblica, Gino Palma, ha emesso undici ordini di cattura nei confronti di altrettante persone imputate di istigazione a delinquere e apologia di reato per un volantino fatto circolare pochi giorni dopo il rapimento del dirigente delta Sit-Siemens, Idalgo Macchiarmi, in cui, tra l'altro, si diceva: «Noi riteniamo che questa azione si inserisce coerentemente nella volontà generalizzai a delle masse di condurre la lotta dì classe anche sul terreno della violenza e dell'illegalità ». In mattinata gli ordini sono stati eseguiti nei confronti di 4 persone: Vittorio Sartori, operaio della «Siemens», Giancarlo Marchello, pubblicitario, Maria Cannella, impiegata della « Sip » e Mauro Savoldelli, medico. L'arresto dei milil tinti e degli operai — secondo « Lotta Continua » — è « un provvedimento tre volle illegale ». « Primo — è dotto in un comunicato — perché viene colpila l'espressione di un'opinione politica: secondo perché vengono identificati come responsabilf nel modo più arbitrario e ridicolo un certo numero di compagni scelti a caso. Terzo perché viene dato come fuorilegge un movi mento organizzato come "Lotta continua" ».