Sterminati 50 milioni di animali

Sterminati 50 milioni di animali LA CACCIA Sterminati 50 milioni di animali Il bilancio della stagione venatoria a 48 ore dalla chiusura Roma, 29 marzo. A 48 ore dalla chiusura ufficiale della caccia (ma i fucili tacciono da circa un mese per la totale scomparsa di quasi tutti i «selvatici» non protetti dalle riserve) il bilancio della stagione venatoria, secondo gli esperti, è preoccupante: 50 milioni di animali abbattuti (beccacce, starne, merli, tordi, fagiani, lepri, cinghiali, daini ecc.); 50 miliardi spesi per le sole cartucce, 500 colpi per ciascuno sparati da 1 milione 600 mila cacciatori italiani. Secondo questa valutazione, ogni cacciatore avrebbe abbattuto, durante l'intera stagione, una media di 30 capi. L'ipotesi è ispirata alla massima cautela, tenuto confo che non pochi appassionati hanno la possibilità di cacciare almeno due volte la settimana e che molti di loro, recandosi in Sardegna o in altre zone ancora non interamente private della selvaggina, possono abbattere da 50 a 70 tordi al giorno. Va d'altra parte tenuto conto che anche i meno abili alla fine della stagione hanno abbattuto, se non | altro, una cinquantina di passerotti. Risultato di questa «battaglia» è che, al termine della stagione venatoria e all'inizio della primavera, la natura è silenziosa: merli, tordi, ghiandaie, fringuelli, allodole, picchi ed usignoli, che fino a qualche anno addietro popolavano anche le zone con la fauna più povera, sono scomparsi. I superstiti si sono rifugiati quasi tutti nelle città, dove hanno scoperto di essere più sicuri. Anche le cornacchie che, si dice, «muoiono di vecchiaia», per la loro capacità di sfuggire alle insidie dei cacciatori, cominciano a riversarsi in alcuni centri abitati, confondendosi spesso con i colombi. La Federazione italiana della caccia, invitata a proporre specifici rimedi per salvare il salvabile, ha favorito, fin dal '71, tutta una serie di limitazioni all'attività venatoria, i cui risultati sono stati però frustrati dalla indisciplina dei cacciatori. E' infatti risultato impossibile verificare l'osservanza delle nuove leggi tendenti a contenere la strage di selvaggina. La Federazione ammette che, stante la scarsità di fondi a disposizione, la possibilità di salvaguardare la fauna nazionale è affidata «al senso di autodisciplina dei singoli». (Ag. Italia)

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