Genova costruisce il bacino per le petroliere "giganti,,

Genova costruisce il bacino per le petroliere "giganti,, Un primo passo per svecchiare il porto Genova costruisce il bacino per le petroliere "giganti,, Le gare d'appalto autorizzate dal Comitato per la programmazione - L'opera sarà terminata entro il 1974 - Se ne parlava da oltre cinque anni: un ritardo avrebbe provocato danni alle industrie navali, in cui lavorano 11.000 persone (Nostro servizio particolare) Genova, 24 marzo. E' stato risolto uno dei maggiori problemi del porlo di Genova, quello del superbacino galleggiante di carenaggio. Il Comitato dei ministri per la programmazione, presieduto daU'on. Paolo Emilio Taviani, ha autorizzato il Consorzio portuale genovese a indire le gare di appalto per la realizzazione dell'imponente opera, che potrà ospitare petroliere giganti fino a 350 mila tonnellate di stazza. Il 30 marzo, a Palazzo San Giorgio, il Comitato consortile darà via libera al progetto di costruzione, facendo automancamente scattare una leg- ge del 27 ottobre 1969 che già aveva stanziato dieci miliardi di lire. E' previsto un ulterio-re intervento governativo, dato che l'opera verrà a costare non meno di venti miliardi di lire. Il superbacino di carenaggio, che sarà costruito in cemento armato precompresso e in acciaio, verrà ormeggiato in fase operativa nell'avamporto, tra molo Cagni e molo Giano, all'altezza dell'attuale porticciolo turistico «Duca degli Abruzzi»; sarà pronto tra trentadue mesi, cioè alla fine del 1974. I tempi stringono dinanzi all'avanzata dei colossi galleggianti e un ulteriore ritardo nell'esecuzione di quest'opera (se ne parla da più di cinque anni) avrebbe irrimediabilmente tagliato fuori le industrie navali genovesi dai lavori di riparazione e di manu¬tenzione dei «mammut» delmare. Non era un rischio daprendere alla leggera perchea Genova queste industriefatturano annualmente più diquaranta miliardi di lire e danno lavoro a undicimila persone. I bacini oggi in esercizio nel nostro porto sono sette: sei in muratura e uno galleggiante. Il più grande è lungo 280 metri e largo 40, ma la sua «ospitalità» è limitata Pile navi di portata lorda non superiore alle centomila tonnellate. Scarsissime le aree di servizio, poche le banchineper l'accosto di fianco: 200metri al molo Giano, 400metri al molo Guardiano firnbottigliato in un canale largo48 metri), 195 metri alle Grazie, 125 metri alla calata Boccardo. Esaurite queste pochepossibilità, non rimane chel'accosto di poppa, talmentepoco funzionale da far saliredel 20 per cento ì costi per leriparazioni sulle navi. «Gli operatori — dicono tecnici — riescono con acrobazie varie a determinare medie di opere di occupazionnon indifferenti; a un certpunto, però, devono fermarsdisarmati davanti alle angustie e alle strozzature chimpediscono non soltanto lsviluppo del lavoro ragione volmente prevedibile, ma anche le stesse possibilità immediate. In questi ultimi tranni hanno dovuto rinunciaru un centinaio di navi e acorrispondente fatturato dalmeno otto miliardi». La storia del «gigantismonavale è cominciata negli Anni 60 con la Tokio Maru, lprima nave di portata supriore alle 100 mila tonnellatepoi le 100 mila tonnellatsono diventate piccole e ognon stupisce più il sentparlare di colossi da mezzmilione di tonnellate. Le ragioni di questa «corsal gigantismo» sono moltepci: operare fra due terminadi base, collegati da navi grandissima portata, e distrbuire il carico con navi minri fra depositi costieri e oledotti, in modo da contenele spese di trasporto: dimnuire il numero delle na.sulle grandi rotte più frquentate; ridurre, con l'autmatismo, il fabbisogno di mrittimi qualificati. Tra navi porti si è aperta cosi un fatta per trovare un equilibrio nelle rispettive dimensioni. Per ora, il punto d'incontro è sulle 200-250 mila tonnellate e i vari massimi sono quelli registrati per le «mammut» di 373 mila tonnellate (.Niseki Maru) e di 477 mila tonnella¬ te della Globtik e della Tokio Tankers. Tutte navi che possono fare scafa a pieno carico in pochissimi porti e che Genova, finora, non può ricevere. Possono andare a Lisbona (che è dotata di un bacino per le ipotizzate superpetroliere da un milione di porta¬ ta), a Bantry Bay in Irlanda, a Fos (Marsiglia); domani a Rotterdam, quando sarà approfondito il canale d'accesso all'Europort, ad Hantifer (Le Havre), quando sarà costruito il terminal. Con il superbacino di carenaggio, Genova non fa che adeguarsi alla realtà e alle tendenze dei trasporti marittimi. Progettato dalla società Sogene in collaborazione con la tedesca GHH, la nuova opera sarà lunga 350 metri e larga 78; peserà centomila tonnellate, avrà pescaggio massimo affondato di 20 me! tri e potrà essere svuotata in un tempo massimo di tre ore e mezzo. Il superbacino sarà affiancato dall'« isola artificiale» per superpetroliere che entrerà in esercizio già nella prossima estate: costruita in acciaio, è fissata su un fondale di cinquanta metri a 2800 metri dalla costa, tra Pegli e Multedo, e consentirà l'attracco di petroliere fino a mezzo milione di tonnellate di portata; la sua capacità di scarico sarà di circa quindici milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all'anno. Non va dimenticato che c'è l'orientamento a concentrare sul sistema portuale Genova-Savona tutto il traffico petrolifero dell'Alta Italia e che questo traffico, per essere economico, dovrà essere svolto con navi della portata minima di 200-250 mila tonnellate. Filiberto Dani PRINCIPE ZECCA SA M PIER DA RE NA LANTERNA (S\y~~ CORVETTO STAGLIENO N. STAGLIENO S. MANINA. 2 .DE FERRAR! MARASSI Z/ BRIGNOLE 3 B Molo4S Porticehlo '——u-:Uz:::^ ~Gian^~~l^ D"ca degli mm —Molo Cai Abruzzi II rettangolino nero indica dove sarà costruito li superbacino nel porto di Genova

Persone citate: Boccardo, Cagni, Filiberto Dani Principe, Multedo, Paolo Emilio, Pier Da, Principe Zecca