Feltrinelli s'arrampicò sul traliccio I magistrati autorizzano i funerali di Remo Lugli

Feltrinelli s'arrampicò sul traliccio I magistrati autorizzano i funerali Nuove perizie, mentre si cerca il latitante Fioroni Feltrinelli s'arrampicò sul traliccio I magistrati autorizzano i funerali Secondo un perito d'ufficio, l'editore sarebbe stato gettato a terra dallo scoppio - Negativo un secondo confronto per l'uomo del « loden » - Il « Comitato contro la repressione » si dissocia da « Potere operaio » (Dal nostro inviato speciale) Milano. 24 inalzi). C'è unii battuta d'arresto nell'inchiesta sulla morte di Feltrinelli, ormui praticamente /usa con quella sulle «centrali terroristiche» c sulla attività delle «Brigate Rosse» e dei «Gap», i Gruppi di azione partigiana. E questo non perché si sia rallentalo lo slancio degli inquirenti, ma per gli scarsi risultati cui gli sforzi di oggi sono approdati. Si sperava di poter identificare il proprietario del cappotto di «loden» trovalo sul furgone Volkswagen presumibilmente usalo da Feltrinelli per giungere al traliccio di Segrate. Ieri sera era stato interrogato un cerio G. Saba; lo si è anche messo a confronto con il meccanico Pietro Favella della «Car Coniatite» di via Lazzaro Papi 14. il quale aveva parlato alcune volte con l'uomo che aveva portato e ritirato il furgone per la revisione del motore. Il confronto di ieri sera è stato negativo: il meccanico non ha riconosciuto il giovane. Altrettanto è avvenuto questa mattina con il fratello del G. Saba. L'incontro, nell'ufficio del sostituto procuratore Viola, è stato rapidissimo. Sono bastati quindici secondi al meccanico Farcita per dire che anche questo giovane non e quello che ha trattato con lui per il furgone. E' una pista difficile. Quell'uomo appose una firma alla ricevuta di impegnativa per i lavori da farsi all'autoveicolo, sigla che a fatica si interpreta G. Sabu. Ora non si può sperare di imbattersi nel Saba giusto aprendo l'elenco del telefono: senza dubbio quell'uomo appose una firma falsa. Sarebbe davvero sorprendente che avesse siglato con il suo nome vero, visto che in tutta questa vicenda c'è gran abbondanza di documenti falsi, come le carte di identità e i certificati per l'immatricolazione del furgone e della «Fiat 124», attraverso i anali si e risaliti u due cittadini che non ne sapevano nulla. L'uomo che potrebbe risolvere molli nodi di questa intricata storia e il latitante Carlo Fioroni, il professore di scuola media il cui nome emerge continuamente in questa inchiesta, sia quando s'indugili su Feltrinelli che sulle «Brigate Rosse». Ma il Fioroni si guarda bene dal fursi pescare. Può darsi che sia all'estero, o anche r/ir in citta, nascosto nella casa di un amico fidato. Comunque lo cercano in tutta Italia. Si ha notizia, ad esempio, che nelle prime ore di stamani nell'entroterra calabrese, i carabinieri hanno istituito posti di blocco perché Fioroni era stato segnalato nei pressi di Mammola, un grosso paese a 110 chilometri da Reggio Ca: labria. L'inchiesta luttuvia va a- vanti con meticolosità e scrupolo. Si continuano a compiere perquisizioni, in case private e in sedi di gruppu¬ scoli extraparlamentari; non solo a Milano, anche in altre città. Questa mattina due carabinieri hanno portato aliti procura un plico che conteneva i reperti sequestrati l'altra notte a Rocchetta Ligure, nella villa di campagna dell'avvocato Giovan Battista Lazagna, che, arrestato in un primo tempo per falsa testimonianza, ora deve rispondere anche di concorso in falso ideologico per aver ottenuto l'irregolare intestazione del pulmino e della 124 con i certificali apocrifi che aveva richiesto all'avvocato milanese Leopoldo Leon, il quale è slam per questo indiziato di reato. Il plico, che probabilmente contiene anche delle armi, e stato esaminato dal sostituto procuratore Liquori il quale ha noi deciso di andare a sentire, in carcere. Giovanni Scarpina, uno dei due giovani che si trovavano nell'appartamento di vici Pacinotti 8. una «centrale» della guerriglia urbana, in cui il 12 marzo, l'indomani dei gravi incidenti, si verificò un'esplosione. Questa mattina è arrivato a Milano, ed è entrato nell'ufficio di Viola, con una borsa in mano, il capitano Varisco, comandante dei carabinieri presso il palazzo di Giustizia di Roma; si presume che abbia portato al magistrato milanese oggetti e documenti sequestrati ieri durante una perquisizione in una sede di «Potere operaio» di Roma. E' evidente che ormai l'inchiesta si estende a tutta l'Italia e anche all'estero, per vedere quali erano i rapporti di Feltrinelli con i gruppi sovversivi e quali, eventualmente, i finanziamenti che egli elargiva. Il sostituto procuratore Colato, che per cinque giorni ha svolto indagini in Liguria, particolarmente a Genova tper scoprire i possibili collegamenti tra l'editore, l'avvocato Lazagna e i «Gap» che facevano capo al «Circolo 22 ottobre» cui appartenevano Mario Rossi, l'assassino del fattorino Floris, e i rapitori di Gadollal questa mattina e Remo Lugli (Continua a pagina 2 in settima colonna) Il procuratore capo Oe Peppo