Un furto alla console peruviana che fu aggredita dal commando di Marco Benedetto

Un furto alla console peruviana che fu aggredita dal commando Vuotata a Genova la cassaforte di 30 milioni Un furto alla console peruviana che fu aggredita dal commando Impossibile stabilire come abbiano fatto i ladri a introdursi nell'appartamento e ad attaccare il forziere senza lasciare tracce - Anche i giovani che il 14 febbraio sequestrarono la diplomatica, avevano chiesto le chiavi della cassaforte - Asportati col denaro anche documenti (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 marzo. La console del Perù a Genova, Edda Marino Reyno, di 32 anni, che il 14 febbraio fu aggredita in casa da un «conimando» di quattro connazionali, è stata derubata: i ladri hanno fatto un buon bottino, portando via dalla cassaforte del consolato 21 milioni in contanti e 9 milioni in assegni. Il furto è stato commesso la scorsa notte e denunciato alla polizia nel primo pomeriggio. Solo a tarda sera, però, il dott. Angelo Costa, capo della squadra mobile, dopo una lunga riunione col sostituto procuratore della Repubblica Luciano Di Noto, ha comunicato ai giornalisti la notizia. Il furto è ' stato scoperto dalla segretaria del consolato. Piera Carnemolle: la donna, recatasi in ufficio, ha aperto la cassaforte (ha le chiavi in consegna) e l'ha tro| vata vuota: mancavano soprattutto le due buste, con' tenenti rispettivamente il deInaro (gran parte in valuta i estera ) e gli assegni. I ladri si erano impadroniti anche di I quattro passaporti. Il « colpo » si presenta piuttosto misterioso: impossibile stabilire, almeno per il momento, come abbiano fatto i ladri ad introdursi nell'ufficio che è in piazza della Vittoria 15, a poche decine di metri dalla questura, e ad aprire la cassaforte senza lasciare traccia: non sono stati trovati, infatti, segni di scasso né sulla porta, né alle finestre, né sul battente della cassaforte. Benché l'abitazione della console sia contigua all'ufficio, la signora Marino Reyno non si è accorta di nulla perché ieri sera ha fatto le (t ore piccole » fuori casa col marito, l'italiano Glauco Landolina. « Quando sono tornata — ha detto alla polizia — era tutto tranquillo e sono andata subito a dormire. Stamattina la mia segretaria si è accorta di quanto era accaduto ». Della cassaforte del consolato si era parlato anche in occasione dell'assalto del 14 | febbraio: secondo la versio| ne dell'episodio, data dalla I Marino Reyno, infatti, i quat; tro giovani che l'aggredirono j (Venceslao Nieto Aranda, di 22 anni, Jaime Ramon Aguillar, di 30, Nestor Cruz Chamorro, di 29 e Giulio Cesare Pizzino Diaz, di 30) le chiesero, ad un certo punto « la chiave dei valori », indicando la cassaforte. « Anche se avessi voluto — disse allora la console — non avrei potuto dargliela lo stesso: la chiave, infatti, la tiene con sé la mia segretaria e io non so dove la nasconda ». I quattro giovani, processati il 18 febbraio con rito direttissimo e condannati a due anni e nove mesi di prigione ciascuno per lesioni, violenza e tentativo di rapina, dissero che non avevano alcuna intenzione di far del male alla signora né di derubarla: « Nostro obiettivo — disse l'Aranda — era protestare contro il razzismo della console. Diversa è stata la versione della signora Marino Reyno, cui i giudici hanno dato credito: « Sono entrati in casa mia, immobilizzando mio marito e il mio segretario, all'ora di colazione. Mi hanno trascinata dalla cucina iti ufficio, e vi si sono barricati. Gridavano: " Occupiamo il consolato in nome del popolo, contro la giunta che governa il Perù ". In ufficio, mi hanno picchiata, hanno minacciato di violentarmi, m'hanno messo anche le mani adosso. Con insistenza hanno chiesto le chiavi della cassaforte. Per fortuna la polizia è arrivata nel giro dì pochi minuti ». II segretario della console, infatti, Valdo Sifuente, di 22 anni, riuscì a liberarsi della sorveglianza degli aggressori e a raggiungere un telefono, col quale avvertì il «113». Pochi istanti dopo una squadra di agenti giunse al consolato e riuscì ad entrarvi, sempre grazie all'intraprendenza del giovane, che apri loro la porta di servizio. I quattro del « commando » si lasciarono catturare senza opporre resistenza. Marco Benedetto j I 1 : | | j 1 o ò a o e i d| p' Ii | | I Genova. La console del Perù, Edda Revno (Tclcf. Ansa)

Luoghi citati: Genova, Perù