Due facce di Shostakovic

Due facce di Shostakovic Il concerto Peters all'Auditorium Due facce di Shostakovic La Sinfonia n. 14 in "prima" a Torino - Solisti Perticaroli e Cadoppi Nel ritratto di Shostakovic I offerto l'altra sera dal direi-1 tore tedesco Reinhard Peters i per i Concerti di Torino della Rai, si affrontavano senza scapito due facce dì quel- j lo che è rimasto, dopo la mor-1 te di Prokofiev, il maggiore \ compositore russo dei nostri j giorni. Con la suite del bai- | letto L'àge d'or e col Concer- ! to op. 35 per pianoforte tromba e archi, più volte eseguiti anche a Torino, si aveva l'immagine del giovane ventenne che si affacciava sulla scena musicale con l'irriverenza di un buon umore un po' goliardico, alimentato da una palese ammirazione per Strawinsky, ma forte di una sua stupefacente bravura nella manovra dell'orchestra. Invece la Sintonia n, 14. op. 135, è lavoro relativamente recente (ISb'Ji, che a Torino non sì conosceva ancora (come non si conoscono 1 le ultime Sinfonie che la pre-1cedono, né quella che già la :segue). Può chiamarsi Sinfo- jnia soltanto nel senso in cui certuni vogliono che II canto jdella terra abbiu ad essere annoverato tra le Sinfonie di Mahler. E' infatti una raccol- ta di canti per soprano e per basso, con orchestra d'archi e percussione, su poesie di Garda Lorca, Apollinaire, Koechelbecker e Reiner Maria Rilke, tutte in russo. Canti di varia espressione: impetuosi, drammatici, malinconici, appassionati, scherzosi, burleschi (ma raramente e con moderazione). Nel- l'impossibilità di sapere che diamine dicono i due solisti, non è possibile arrischiare un giudizìo di inerito circa il va lore assoluto della composi zione. Ma interessa senz'altro il rapporto sempre vivo di reciproca autonomia in cui sono tenuti le voci e gli strumenti: quelle sempre melodicamente impegnate, e non ristrette, come tanto spesso accade, a una diligente declamazione; questi dotati d'un loro discorso continuo e va rio: voci spesso intersecati " alle come solisti obbligati dotti ala meta grave degli archi, dalle viole in giù. Con gualche spiegamento del to- tale cromatico Shostakovic si affaccia timidamente e curio- samente alle spiagge proibite della occidentale «musica mo-derna». La percussione è usa- ta con compiacimento inge- nuo e un tantino neolitico Ma tutto ciò avviene con una musicalità naturale, un piacere spontaneo della materia sonora che spesso Shostakoeie perde di vista nelle co¬ struzioni ambiziose delle grandi Sinfonie in forma classica e in pompa magna. In complesso un lavoro persuasivo, che fra i molti pregi non annovera quello della concisione, e tuttavia si pone come una delle poche prove convincenti della possibilità d'una « terza forza » musicale: cioè una musica contemporanea che. schivando le vie ardue dell'avanguardia, eviti d'altra parte le secche della reazione. La dedica a Benjamin Britten dice molto in questo senso: oltre a confermare, insieme con la scelta dei testi poetici, il desiderio degli ambienti musicali russi di riannodare i fili con la vilipesa cultura borghese dell'Europa occidentale. A questa composizione il maestro Reinhard Peters ha evidentemente riservato il meglio delle sue cure di attento ed esperto concertatore. Solisti il soprano jugoslavo Radutila Bakocevic e il nostro Boris Carmeli, che ha voce da basso russo. Il pianista Sergio Perticaroli e la j tromba Renato Cadoppi sono , stati applauditi solisti nellel secuzione, un po' sbrigatiI va, dello spiritoso Concerto I op. 35. m. m.

Luoghi citati: Europa, Torino