Dalla Sardegna a Valdieri

Dalla Sardegna a Valdieri Città regioni società Dalla Sardegna a Valdieri E' dunque vero: la Regione autonoma della Sardegna destina 100 milioni al progetto di un ponte fra la costa di Palau e l'isola delia Maddalena, con relativo studio di inserimento nel paesaggio. Le iniziative di questo tipo trovano sempre denaro pubblico. Per favorire il turismo, si dice. Ma. una volta perduta la qualità di isola, l.a Maddalena diventerebbe un lembo di terra simile ad altri, invaso da eserciti motorizzati, tormentalo dai rumori, ricoperto da case per 240 mila vani secondo un piano di fabbricazione ideato in buon accordo col progetto del ponte. Mettiamo da parte l'ecologia c ragioniamo in termini commerciali: chi farà un costoso viaggio aereo o marittimo per passare le vacanze su un'isola ridotta a una copia di Sanremo? Non c'era un progetto per la tutela e per la valorizzazione turistica del gruppo della Maddalena, senza violenze alle isole? La Regione non ha ancora approvato le previsioni edilizie della Maddalena. Tuttavia i 100 milioni stanziati per il progetto del ponte fanno pensare che si tenti di dare impulso al turismo in Sardegna ricalcando i pessimi esempi delle regioni turistiche del continente. II ponte Palati-Maddalena ricorda il progettato raccordo in galleria fra l'autostrada ligure e Portofino. Ancora ripetizione di costosi errori nei programmi per la Costa Smeralda (gli 85 mila vani del comune di Arzachena), nelle lottizzazioni fra Capo d'Orso e Santa Teresa che trascurano i suggerimenti di una natura favolosa. La Sardegna viene avviala allo sfruttamento edilizio povero di benefici economici a lungo termine: produce occupazione momentanea, divora le attrattive naturali, sparge sul terreno migliaia di case abitate per poche settimane all'anno. Sono stale approvate lottizzazioni per 2000 posti-letto alberghieri a Stintino, per 5000 a Pula, per 2000 a Villasimius-Capo Carbonara, per 6000 a Muravcra. Massicci insediamenti sono in discussione a Carloforte. A destra e a sinistra si ripete che lo sviluppo turistico-cdilizio è nell'interesse delle masse. Dicono: le coste della Sardegna sono bellissime, così selvagge e spopolate, ma i sardi condannati all'emigrazione e gli edili disoccupati non le apprezzano quanto i «continentali» che vorrebbero imbalsamarle per la gioia delle loro vacanze. La superficialità demagogica e comoda. Ma il governo regionale dovrebbe approfondire la ricerca prima di decidere. II turismo di oggi si promuove con l'edilizia a tappeto? E' veramente nell'interesse delle masse e dell'economia isolana la «rapallizzazione» delle coste, dalla Gallura a Capo Spartivano? Non si tratta piuttosto, di operazioni fruttuose per alcuni consorzi finanziari internazionali, a spese dei sardi e della Cassa del Mezzogiorno? « Masticare qualcosa » «Cerchiamo ragionevolmente di masticare qualcosa anche noi», mi scrive da Cagliari Ignazio De Magistris, a chiusura di i una lettera illuminante. Forse «Italia nostra» c gli alni enti | che si battono per la Sardegna dovrebbero chiarire meglio quali sono le alternative alle lotti/.- | zazioni prive di logica urbanistica, disastrose. I sardi hanno il diritto e la possibilità di masti- i care «qualcosa», cioè la loro parte di turismo e di benessere, i senza necessariamente mutilare c sfregiare la loro tetra. Nessuno vuole congelare la Sardegna come un parco ad uso dei conti- : nentali amami della natura. Però nessuno può accettare ra- j gioncvolmente che si facciano \ tante Viareggio sulle coste più ; preziose del Mediterraneo. Ba- j stcrebhe una prima mossa da parte della Regione, che ha po- j ieri in materia urbanistica: non j permettere di costruire a meno di 500 metri dalle spiagge. Sul terreno l'impresa c possibile, perché abbondano gli spazi de- ì serti, in parie di proprietà puh ! bltca. Vediamo le fasce costiere da Capo Sparlivento a Capo Teulada: una galleria di gioielli naturali (per ora c'è un solo condominio, isolato) appartenenti al demanio, alla marina, all'esercito, al comune di Teulada, a un industriale milanese che probabilmente rinuncerebbe volentieri alle sue lottizzazioni. La Regione promette di salvare tutto. II seguito degli impegni puh blici lascia però molti dubbi. Le contraddizioni sono abituali. Governo e programmatori nazionali avevano al fermato solennemente: ogni importante opera pubblica va preceduta da un'indagine ecologica nella zona scella per l'insediamento. Ma gli enti statali, in mancanza di indagini e di programmazione territo¬ ridovinecaresfmacVtevsaasnchristsbstmnmladleRvnlefapNsmp(cinsgctorlonmtrsgrrvncJ riale, insediano i loro impianti dove e conveniente dal punto di vista delle singole aziende. L'Enel deve fornire energia elettrica? Costruisce le centrali dove resta qualche possibilità di sfruttare le riserve d'acqua delle montagne. Da molto lempo le acque del Gesso, sui monti di Valdieri ed Entracquc, erano slate scelte per alimentate una nuova centrale elettrica. Prima a insaputa delle popolazioni, poi ascollando le critiche ma continuando i lavori. Centrali elettriche Soltanto l'inverno ha fallo chiudere i cantieri. A primavera riprenderà la costruzione del sistema di gallerie, di canali c di sbarramenti che motiva le proleste. Da Valdieri mi arriva un manifesto dei consiglieri comunali, da Cuneo quello di un comitato sorto per la lotta contro la centrale del Gesso. Motivi dell'opposizione: scompariranno le cascate della Regina e delle Rovere, il regime delle acque verrebbe alterato per sempre nelle vallate. Avrebbero danni le terme di Valdieri, la pesca, la fauna (camosci e stambecchi sopravvivono verso la Francia). Ne soffrirebbe il sospirato turismo; sarebbe compromesso il parco delle Alpi Marittime (comprendente la riservai, già incluso nel progetto 80 e richiesto con voto unanime dal Consiglio comunale di Valdieri. L'Enel impiega denaro pubblico; ha avuto i permessi delle autorità statali.. comprese quelle responsabili della tutela idrogeologica. Potrà fermarsi nel Cuneese, cambiare i suoi programmi per nuove centrali termoelettriche contestate in altre regioni se lo vorranno il governo, i programmatori, gli organi tecnici responsabili, gli amministratori regionali. Per arrivarci, tutti dovranno scoprire che l'ecologia non è un fiore da portare all'occhiello. Mario Fazio

Persone citate: Ignazio De Magistris, Mario Fazio