L'Ira proclama una tregua di tre giorni con gli inglesi di Renato Proni
L'Ira proclama una tregua di tre giorni con gli inglesi L'Ira proclama una tregua di tre giorni con gli inglesi L'iniziativa è soltanto dei « provisionals », l'ala destra degli indipendentisti, ma anche gli « otficials » s'impegnano a sospendere gli attacchi Quattro condizioni per la pace - Prime risposte negative da Londra (Nostro servizio particolare) Londra, 10 marzo. L'ala più potente dell'Ira ha annunciato una tregua di tre giorni nella guerriglia che da più di due anni insanguina l'Irlanda del Nord. Contemporaneamente i capi dei « provisionals » ( o « verdi») hanno avanzato un'offerta di pace al governo britannico. I guerriglieri hanno fatto la loro inaspettata dichiarazione, stasera, a Dublino. L'apertura dei « provisionals 11 giunge, forse, in un momento favorevole, perché in questi giorni il Gabinetto di Edward Heath sta mettendo a punto il suo piano per risolvere la crisi nordirlandese. Se l'iniziativa dei « provos » non cadrà nel nulla, si potrebbe cominciare a vedere il primo tenue (ilo di speranza. Le difficoltà appaiono, comunque, immense. La tregua annunciata dai provos ó unilaterale. Essa inizia alla mezzanotte di oggi e finirà alla stessa ora di lunedi. Un portavoce dei guerriglieri ha detto che il comando di Dublino ha il controllo assoluto delle attività dei commandos nel Nord e che i suoi ordini verranno rispettati. Negli ambienti nuli-1 tari britannici, questa afterinazione viene messa in dubbio. Gli otficials (l'ala rossa,' o marxista, dell'Ira) non hanno aderito alla tregua. Tuttavia, hanno reso noto che essi compiono soltanto azioni di rappresaglia contro le truppe inglesi. I provisionals (la cui ideologia tende alla destra, ma con notevoli eccezioni) hanno posto quattro condizioni per sospendere definitivamente la loro attività: 1) le truppe inglesi devono evacuare le strade dell'Ulster; 2) una dichiarazione « di intento » sull'eventuale ritiro delle truppe di sua maestà, « assieme al riconoscimento del diritto del popolo irlandese di decidere I il suo futuro senza l'ingeren- \ za del governo britannico »; 3) l'abolizione del Parlamen-1 tovee pIdqsslor«cpuSini lsdbepntvnetgp to dello Stormont (che go- verna la provincia dell'Ulster) e 4) « una totale amnistia » per tutti i detenuti politici in Irlanda e in Inghilterra, (sia di quelli processati che di quelli internati senza processo) e per i ricercati. Il comunicato dei provisionals (che svolgono il ruolo principale nell'attuale guerriglia) afferma che la tregua « è un gesto di sincerità del comando del movimento repubblicano per assicurare una pace giusta e duratura». Se la reazione del governo inglese non sarà favorevole, i provisionals riprenderanno la guerriglia. Cosi pure, si riservano il diritto « di difendersi », durante la tregua. Le prime reazioni degli ambienti governativi di Londra e di Belfast all'iniziativa di pace dei provisioiuils dell'Ira non sono positive. Si fa notare che se i provos vogliono veramente che la pace torni nell'Ulster, è sufficiente che essi cessino le loro attività terroristiche. Il governo inglese sta — comunque — approntando un piano per la pa- cificazione nord. Tra dell'Irlanda del i massacri e le bombe, per ora, conta almeno l'intenzione di avanzare proposte pacifiche. A Belfast, negli ambienti dello Stormont, si afferma che non è possibile negoziare con i «terroristi». Queste prime reazioni lasciano intravedere le tremende difficoltà che dovranno essere superate prima che la pace torni nell'Ulster. Negli ambienti militari britannici dell'Irlanda del Nord, l'offerta dell'Ira è stata accolta con estremo scetticismo. Secondo alcuni, i provisionals — battuti sul campo e con 900 internati — hanno bisogno di riorganizzarsi o addirittura non sarebbero più in grado di continuare la lotta Questa ultima illazione non trova conferma nella realtà, come dimostrano gli ultimi gravissimi attentati di sabato scorso e di lunedì. L'esercito, comunque, ha annunciato che non sospenderà durante la tregua le sue normali operazioni. Renato Proni
Persone citate: Edward Heath
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