Fonfani senatore a vita I programmi elettorali

Fonfani senatore a vita I programmi elettorali Mentre i partiti scelgono le candidature Fonfani senatore a vita I programmi elettorali La nomina fatta dal Presidente Leone « per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale » - Malagodi al consiglio del pli ù a ¬ (Nostro servizio particolare) Ruma, 10 marzo. II presidente della Repubblica. Giovanni Leone, lui nominato l'anfani senatore a vita, con suo decreto firmato oggi pomeriggio, « per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico c sociale ». Questa nomina, al di là del riconoscimento dei ineriti acquisiti dal Presidente del Senato, e interpretata come un fatto nuovo capace d'influire sul piano politico. Ad una nuova maggioranza « genuinamente democratica » s'è riferito oggi Malagodi, aprendo i lavori del consiglio nazionale del pli. Ha detto che la linea liberale è la sola di concreto progresso per il paese e che il pli è oggi « l'ago della bilancia ». Più il sistema democratico appare debole a infiltrazioni marxistiche, più aumenta la « reazione passionale all'estrema destra ». E, come in un circolo vizioso, l'incidenza neo-fascistica sull'area democratica fa crescere « la capacità di penetrazione in essa del psi e il peso del pei sulla sua politica ». Il rafforzamento dell'estrema destra è conseguenza — ha proseguito Malagodi — del bando dato al liberalismo. Il pli ha votato per il monocolore di Andreotti, perché la de si è sensibilmente avvicinata alle posizioni liberali, perché « è caduta l'irreversibilità del Centro Sinistra, è caduta la disattenzione verso il pli ». Malagodi ha concluso esponendo il programma elettorale, articolato in quattro parti: Stato e ordine pubblico, ripresa produttiva e occupazione, riforme sociali, unità europea e pace nel mondo. In particolare, Malagodi ha proposto una riforma severa dell'immunità parlamentare, la « bonifica » del sottogoverno, lo scioglimento delle organizzazioni paramilitari, l'autodisciplina e la « costituzionalizzazione » dei sindacati, l'abolizione del monopolio della Rai-tv. I comunisti sono tornati, in un dibattito televisivo fra Natta ed il ministro della Giustizia Gonella, a proporre la loro entrata nella maggioranza come «alternativa democratica», che provochi uno « spostamento a sinistra ». Gonella ha ribattuto, negando che la de abbia fatto una «sterzata a destra», che De Gasperi « mise elegantemente alla porta i comunisti perché lucevano il doppio gioco ». Si sono avute le prime in¬ deLrcp dicazioni sulla piattaforma elettorale del psi, fornite da Landolfi, responsabile dell'ufficio economico. Le priorità sono tre: difesa dell'occupazione, Mezzogiorno, rilancio delle riforme. h'Avanli! ha reagito stamane all'appello elettorale del psdi, che attaccava duramente i socialisti: « Si conferma che nonostante il rientro nel psdi di Saragat questo partito condurrà la sua campagna elettorale all'insegna della polemica untisocialista e in concorrenza col moderatismo democristiano ». Un'agenzia socialdemocratica replica stasera che « il rabbioso attacco » dimostra « il ruolo insostituibile e inconfondibile del psdi » come avversario temibile del frontismo e degli « equilibri più avanzati ». La direzione del psdi è stata la più sollecita a definire i capilista: a Torino Nieolazzi e Magliano, a Cuneo Romita, in Liguria Bemporad, a Milano Tremelloni e Massari, a Como Ferri, che si presenterà anche ad Arezzo; a Verona Matteotti lanche a Napoli e, come senatore, nel Veneto) a Bologna Preti, a Firenze Cariglia, ad Ancona Orlandi, a Roma Tanassi. Per il Senato, i socialdemocratici propongono in Piemonte Buzio e Maria Vittoria Mezza, in Liguria Di Benedetto, in Lombardia Ariosto, Orsello e Da Rè, in Toscana Cariglia. Piuttosto complessa appare la situazione nella de per le candidature. Oggi la direzione s'è occupata dei casi di esclusione, che sarebbero ventidue o di quelli contestati da organi locali. E' il caso del sen. Togni, che i dirigenti democristiani di Lucca non vogliono ripresentare nel suo collegio di Viareggio; è il caso di Greggi, escluso all'unanimità dalla commissione elettorale romana e dal direttivo democristiano della Camera. Per Togni sembra che la direzione provvederà a reintegrarlo; per Greggi le opposizioni sono tenaci e numerose. L'ex presidente della Comunità economica europea, Malfatti, incontra difficolta a Firenze come capolista, a Roma Donat-Cattin ha rinunciato a presentare un candidato di « Forze Nuove » per appoggiare il leader della « base », Galloni; anche l'ex sindaco Darida entrerà in lista, cosi come il suo predecessore Petrucci. |. f.