La stagione dei " killer,,

La stagione dei " killer,, La stagione dei " killer,, Nel capoluogo ligure la vecchia malavita «sentimentale» ha lasciato il posto alle «organizzazioni », a giovani decisi soprattutto a sparare - Una criminalità con caratteristiche internazionali (Dal nostro inviato speciale) Genova, 8 marzo. Un anno fa Genova è stata definita « la città più nera d'Italia» dal suo procuratore generale Carmelo Spagnuolo. « Questo è ancora vero oggi, dottor Costa? ». Il capo della scfuadra mobile risponde di no. Forse nemmeno lo scorso anno Genova era la più « nera ». Di- ce Costa: « Chiariamo le cose. Le statistiche non rivelano quid è l'esatta situazione. Se a Milano blinditi con mitra uss'alluno una banca, per la siaiisticu questa è una rapina. Se in un vicolo di Genova un lazzaroncelli si fa dure il portafogli da un marittimo ubriaco, anche questa per la statistica è una rapina. Ma devo dire io quid è tra le due la più grave e più allarmante? », La malavl'.^ genovese è insolente e violenta, spam troppo. Costa lo ammette. « Qualche mese fa è venuto a trovarmi un tale chiamato " Cavaliere della Luna ", un noto persona gio della vecchia malavita, da poco uscito dal carcere dove aveva scontato quindici anni. Mi ha dello: " Dottore, mi rimandi dentro, perché io, in questo mondo, non mi ci ritrovo più. Sembrano tutti gungsters, tutti con la pistola, anche la città non è più quella di a«à volta: in questo marciapiede non ti lasciano passare, in quel bar non li lasciano entrare. Che cosa è successo, dottore? " ». Questa, però, non è soltanto una storia genovese. In ogni altra città e nei paesi di mezzo mondo il vecchio malvivente è scomparso e ha lasciato posto alle « organizzazioni », a giovani più decisi, decisi soprattutto a spaiare. Perciò Costa, ricordando la vecchia malavita, la definisce « sentimentale ». Per il suo collega di Torino, Montesano, invece era « romantica. Tonella e la sua " blinda del lunedì " non hanno mai sparato e non lo avrebbero mai fatto ». E a Milano Caracciolo ricorda i tempi degli « artisti del furto ». Adesso, a Genova e nelle altre città e fuori Italia, non ci sono più « artisti », ci sono « killers ». « Torniamo alla situazione di Genova — dice il dottor Angelo Costa —. La criminalità qui ha caratteristiche internazionali, ed è facile capire perché. La malavita ha la fisionomia che ha in tutte le città di porto, dove approda genie di ogni parte del mondo ». Negli ultimi anni la criminalità genovese è stata fortemente caratterizzata dai francesi e dai « piedi neri » tunisini importati soprattutto da Marsiglia, e da marittimi senza bandiera, che hanno costituito bande attive e che hanno anche fatto scuola tra la malavita locale. Va subito detto che se qui il crimine organizzato non ha assunto le proporizoni che ha a Marsiglia e in altri grandi porti internazionali si deve a Costa, al suo vice Molinari, ai carabinieri (in particolare a quelli di Sampierdarena e del Nucleo investigativo) ed a magistrati attenti e decisi a controllare il fenomeno e a stroncarlo. Ci sono stati clan che si sono battuti per il controllo della « piazza » come nella vecchia Chicago, ma hanno avuto vita breve, sono stati dispersi o sono finiti in corte d'assise. Le bande hanno operato ed operano soprattutto nel campo dello sfruttamento della prostituzione, del contrabbando su vasta scala, del traffico di stupefacenti e del contro'lo dei locali notturni. Quest'ultima attività, per una serie di clamorosi episodi, appare la più vistosa. Sabato scorso è bruciato misteriosamente l'« Astoria », ieri è stalo arrestato il gestore dello « Scandinavia » per un sequestro di persona seguito da rivoltellate con due feriti. Sono gli ullimi due capitoli di una lunga storia di prepotenze e intimidazioni, con regolamenti di conti, morti e feriti, locali bruciati. | 1. c.

Persone citate: Angelo Costa, Caracciolo, Carmelo Spagnuolo, Molinari, Montesano, Tonella