Angosciosi interrogativi sulla sorte della maestrina di Biella scomparsa di Piero Minoli

Angosciosi interrogativi sulla sorte della maestrina di Biella scomparsa Un'altra giornata di affannose ricerche senza alcun esito Angosciosi interrogativi sulla sorte della maestrina di Biella scomparsa La telefonata di uno sconosciuto aveva fatto sperare che la donna si trovasse a Torino Ma la traccia è caduta - Con il passare delle ore aumenta il timore che l'insegnante, sconvolta per il suicidio dell'alunna, si sia uccisa - La bimba ha voluto infierire contro la madre? 'a verso le 23.30 di ieri al cugino dell'insegnante, Er manno Savio. 42 anni con 1» famiglia del quale la Julio trascorreva abitualmente le sera,e- « So"0 «MS! s'cur0 (Dal nostro corrispondente) Biella, 4 marzo. Per tutta la giornata, i parenti di Lidia .tulio hanno sperato di trovare a Torino qualche traccia della maestra biellese di 44 anni, scomparsa da giovedì mattina, ma nemmeno queste ricerche, seguite alla telefonala di uno sconosciuto, hanno avuto esito. Altre indicazioni non hanno trovato conferma. Col trascorrere del tempo, il timore che sia accaduto l'irreparabile prende sempre più consistenza. La segnalazione che aveva acceso la speranza era giun- J^S, in uno stabiliment0 meccatùco. La figlia frequen temente sli aveva fatt0 visi aveva detto un uomo — di aver visto la maestra a Torino, in una via del centro. Non l'ho fermata perché non sapevo ancora che si era allontanata da Biella in circostanze drammatiche». Nella emozione del momento, chi ha ricevuto la comunicazione si è dimenticato di chiedergli il nome e l'indirizzo per poterlo rintracciare ed avere eventualmente altri particolari. L'informazione pareva attendibile; a Torino era vissuto per molti anni il padre della Julio, che fu capo re- ta, trattenendosi per un cer- recato a Torino insieme con quattro familiari. La supposizione che la maestra avesse pernottato in una pensione 0 in un albergo ha dovuto ben presto essere scartata: un rapido controllo, attuato servendosi dell'apposi (0 perjocio con lui do u padre si fratturo una gamba. stamane il Savio si è perciò to servizio meccanografico, ha dato responso negativo. I familiari della maestra hanno successivamente «setacciato» la zona di Porta Nuova, dove avrebbe potuto presumibilmente fermarsi, dopo un viaggio in treno, una persona nelle condizioni morali in cui è certamente la Julio. Nessuno ha saputo dare indicazioni, nemmeno dopo aver visto la fotografia della scomparsa pubblicata dai giornali. L'ipotesi del viaggio in tre no era rafforzata, stamane da una indicazione che si è poi rivelata inesatta. Pareva infatti che un addetto alla biglietteria della stazione ferroviaria di Biella San Paolo, Agostino Sinnone, avesse riconosciuto la Julio in una donna che giovedì mattina, poco prima della partenza del treno delle 9,30 aveva acquistato un biglietto per Torino. La «voce» è stata smentita dal Sinnone. La causa della scomparsa della maestra Julio, alla quale è affidata, dall'inizio del¬ l'anno scolastico in corso, la classe quinta « mista » delle scuole elementari di via dei Seminari, è il suicidio di una sua allieva di dodici anni, Maria Mancuso, per i rimproveri dei genitori. Mercoledì mattina la bambina aveva marinato la scuola insieme con una compagna: non era la prima volta. Temendo che la bambina, con i tempi che corrono, potesse incamminarsi su una strada pericolosa, l'insegnante ha doverosamente segna- lato ai genitori la ingiustificata assenza della scolara con una lettera che il bidello, Renzo Mello Sartor, di 48 anni, ha subito recapitato alla madre della scolara, Margherita Marucca, di 41 anni, nella sua abitazione di via Serralunga 31. « Invece di aprirla, la donna la gettò su un divano e mi chiese se ne conoscevo il contenuto. Risposi che presumevo si riferisse alla nuova assenza ingiustificata della bambina », ha oggi dichiarato il bidello. Il particolare conferma che non vi era alcun motivo, da parte della insegnante, di attribuire al tenore della lettera di avvertimento la causa dell'ira della madre nei confronti di Maria. Sono state, invece, le sue particolari condizioni di spirito a far dire alla donna, da tempo sofferente per un esaurimento nervoso e, di conseguenza, incline a ingigantire le cose, frasi che evidentemente hanno ferito la bambina nel suo orgoglio. A un certo momento Maria spalancò la finestra della cucina (la madre era nella stanza attigua, con la porta chiusa) e si gettò nel vuoto. Oggi si è appreso un particolare che rende ancor più sconvolgente il gesto di disperazione della bambina. Prima di lanciarsi dalla finestra, Maria si è tolta le scarpe, le ha posate sul davanzale e ha scritto su un mezzo foglio di carta da lettera, posato sul tavolo: «Che cosa fanno quelle due scarpe sulla finestra?». Gli studiosi di psichiatria, secondo le tendenze più recenti, attribuiscono ai bambini suicidi (per fortuna la frequenza di questi gesti disperati è molto bassa) l'inconscio desiderio di «punire» i genitori e di suscitare nel contempo la loro comprensione. Nel caso di Maria si è indotti quasi a pensare che la scolara, con la sconcertante messa in scena, abbia voluto addirittura infierire contro la madre, « colpevole », nella sua mente immatura, di non aver saputo capirla. Piero Minoli Biella. Un gruppo di compagni di Maria Mancuso mentre escono dalla scuola dopo le lezioni di ieri (Foto Moisioì

Persone citate: Agostino Sinnone, Maria Mancuso, Renzo Mello Sartor, Sinnone