Il guardiano voleva uccidere il capo? Una penna balistica chiarirà il mistero

Il guardiano voleva uccidere il capo? Una penna balistica chiarirà il mistero Sopralluogo del magistrato alla Pirelli di Settimo Il guardiano voleva uccidere il capo? Una penna balistica chiarirà il mistero Lo sparatore disse: « Non avevo intenzione di colpire il mio controllore, ma solo di spaventarlo» - La mancata vittima presente alla ricostruzione dell'episodio assieme alla moglie della guardia notturna ancora in carcere iiiiiiiiiiiiiiiit iiiri[ii!ii;i':'l4:i]iiiiitìri:; « Non avevo intenzione di colpire il capoturno, ma solo di spa ventarlo. Ero a un metro, se avessi mirato giusto lo avrei certamente ferito ii. Cosi Pasquale Soncin. guardia notturna alla Pirelli di Settimo, disse ai carabinieri che lo arrestavano perché aveva sparato un colpo di pistola contro il caposquadra Giuseppe Giachino. Ieri pomeriggio, nella guardiola dell'ingresso secondario dello stabilimento, c'è stato un sopralluogo per la ricostruzione dell'episodio. Vi hanno partecipato il giudice dott. Macchia, il perito balistico ing. Festa, i difensori del Soncin avvocati Asti e Masselli, la moglie dello sparatore e il caposquadra Giachino. L'ingegner Festa ha detto: « Il giudice hu ordinato il sopralluogo per accertare se la guardia notturna sparò il colpo di pistola con l'intenzione di uccidere il caposquadra. Abbiamo ricostruito l'episodio, stabilita la traiettoria della pallottola, esaminato la posizione dei due al momento dello sparo. Per ora non posso dire nulla. Mi riservo di riferire al giudice le conclusioni della perizia tra una quarantina di giorni ». Il fatto ebbe inizio il 6 febbraio scorso. Il capoturno della Pirelli Giuseppe Giachino. 49 anni, abitante a Torino in via Stradella 90, trovò addormentato in portineria la guardia notturna Pasquale Soncin, 32 anni, di Cavarzere, residente a Settimo, via Monte Bianco 12. Il capoturno ritenne suo dovere avvertire il capo del personale e Soncin ricevette una lettera di ammonizione. La notte del 12 febbraio, la guardia notturna affrontò il Giachino nella guardiola dell'ingresso secondario della Pirelli: « Perché mi hai fatto questo? Non sai che ho un figlio piccolo, una famiglia? Vuoi rovinarci? Mi sono addormentato, è vero, ma ero molto stanco. Era la prima volta che mi succedeva. Devi essere un disgraziato per fare una cosa del genere ». Giachino non perse la calma: « Fai quello che ti pare — rispose — e pensa ciò che vuoi. Questo era il mio dovere e l'ho fatto ». II guardiano s'Infuriò e, estratta dalla fondina la pistola, una Beretta cai. 7,65, sparò. Un colpo solo, che non raggiunse l'avversario. La pallottola si conficcò nella parete della guardiola. Il capoturno, dopo una colluttazione, riusci a disarmare il Soncin che fu arrestato poco dopo dai carabinieri di Settimo. Il giudice lo accusò di tentato omicidio. La guardia notturna disse subito che aveva voluto spaventare il Giachino, non ucciderlo. Il magistrato, per sciogliere il dubbio, ha preferito interpellare un perito: le conclusioni dell'ing. Festa sarunno decisive. | Il capoturno Giuseppe Giachino - Pasquale Soncin: « Volevo spaventarlo » - La moglie

Luoghi citati: Cavarzere, Torino