L'elemento nuovo è il più importante di Giovanni Arpino

L'elemento nuovo è il più importante Nella squadra dei "fuori ruolo,, L'elemento nuovo è il più importante (Dal nostro inviato speciale) Atene, 3 marzo. Et in Arcadia Football. Sotto cieli marmorei, adatti a sogni d'antica misura imperiale, nel fasto ruvido di templi millenari, eccoli i nostri «senatori», per una partitina turistica che già è investita da troppe polemiche. Forse avrebbero dovuto giocare a Tel Aviv, e gli «Under» qui, nei pressi dell'Acropoli, dove persino Platone vinse un torneo di lotta. Lo vincerà, con licenza parlando, Benetti? Il polverone è immenso, condito persino da ultimissime dichiarazioni inglesi. E' un polverone pretattico, dato c,v»e sir Ramsey addita gli Azzurri come i più forti d'Europa. Ci crederà davvero? A noi farebbe comodo e anche piacere. Tutti noi vorremmo che gli stinchi di Domenghini potessero caracollare ' come due anni fa, che Burgnich fosse imbattibile sull'out, che De Sisti sapesse ricucire il centrocampo come in altre primavere. Ma Zio Valcareggi ci crede, ci punta sopra, non accetta dibattito. Anche Zio Ferruccio ha imparato qualcosa dalle ultime dichiarazioni dei politici italiani. Dicono costoro che non esiste piti un centro, una sinistra, una destra, ma solo questioni di programmi. E Zio Ferruccio si adegua: anche per lui un numero sulla maglia non fa aritmetica, è puramente indicativo, anche per lui lo «spazio» è quello, e De Sisti vi opererà al meglio. Auguri, strette di mano, complimenti e olio di gomito. Chi sono i greci? Hanno perso zero a cinque con l'Olanda (nuova stella della galassia calcistica europea) e in tutta la stagione sono riusciti a battere soltanto Cipro e Malta. Mugugnano forte i tifosi, che nel calcio troverebbero qualche riscatto psicologico. E sperano in un buon comportamento dei vari Papaioamu contro gli Azzurri. A lepgej la nostra formazione, j'è l ì po' da sbadigliare e un po' da commuoversi. Zoff, Burgnich, Facchetti... e via dicendo, con Mazzola che ormai ha deciso di «divertirsi» all'ala destra, con Benetti (il Minotauro) a dare peso in centrocampo e con Riva-Boninsegna come Castore e Polluce, però intimamente inimici. La novità, l'esame importante è dato da Sala. Il forfait di Rivera immette nel crogiuolo il giovane granata che dovrà personalmente dar prova del suo talento ma anche barcamenarsi tra le retrovie e le punte azzurre, variamente costruendo il gioco che tutti vorranno da lui. La previsione? O una valanga di gol, tipo Olanda appunto, oppure i soliti pasticcetti azzurrini, secondo tradizione e per la ricerca di schemi funzionanti. Si può giurare su un qualche dato fondamentale: l'impegno di uscddaneBLdnsltsflleZpMspmctsnSandrino, sempre notevole in be bastare, se non sisapesse maglia azzurra, la voglia dei due bomberò- in avanti, una certa grintosità difensiva (figuriamoci Facchetti, che è in polemica col suo club) e un paio di pennellate da De Sisti-Sala verso Riva. Potreb- che dalla fine di aprile ci aspettano inglesi o tedeschi, dopo i belgi, e corazzatissimi, disposti a versar sangue a catinelle pur di farci fuori dal palcoscenico europeo. Non vi può essere miracolo olimpico, con questa squa- dra. Lo sa non solo Giove, ma anche Zio Valcareggi, che si tiene «al minimo» e vi crede, pur di mettere ancora le unghie sulla Coppa. Il miracolo, semmai, lo si tente- rà dopo, con riserve di lusso che avranno qualche filo bianco lungo le tempie. Ma tant'è. Qui è Atene, e qui si deve ballare l'antica danza cura a Trebisonda. Torniamo ai greci: la loro .squadra più forte, titolata, il Panathinaikos. la vedemmo oltre un anno fa a Wembley nella finale di Coppa Cam- pioni. Fu una pena autentica, uri tango in mutande anziché in costume da opache parigi- no. Il loro strombazzato centravanti era lentissimo, il «filtro» di centrocampo inesistente, ciò che pensava dei suoi prodi l'allenatore Puskas del tutto irriferibile. Wembley, con la sua pettinatissima erba, raramente aveva ospitato uno spettacolo più squallido. Ora, e chiaro che in ':asa, e malgrado ( o proprio per questo) la scoppola subita recentemente dagli olandesi, i greci vorranno almeno rifars un poco. Certo non portano sulle scarpe bullonate il fiocco che adorna le babbucce degli Euzoni, guardia greca di rango. Se vogliono, sanno anche picchiare. E qui saranno appunto i soliti Burgnich e Rosato più il Minotauro Benetti a dover rispondere. L'arretramento di De Sisti, la disposizione dello stesso Benetti (troppe volte gioca da solo, cioè correndo contro l'uomo che ha la palla, portandogliela via e continuando sempre in beata solitudine) fanno pencolare la Nazionale; che sembra quella di Toluoa e non lo è. Ma appare evidentissima la fiducia dello Zio, visti gli avvicendamenti predisposti in panchina, da Marchetti a Bertini, allo stesso «Domingo», cui non si possono levare almeno sei minuti rituali. Sala riuscirà, con i suoi spunti, con il suo tocco e l'indubbio genio, a superare lo stress dell'esame, non solo, ma a carburare ima squadra di «fuori ruolo», da Burgnich a Cera, a De Sisti, allo stesso Mazzola? Tutto il clan azzurro è obbligato a sostenerlo cori ogni forza residua. Sogniamo, dunque. Come succede, possiamo sprofondare in un sogno fatto mille volte, e che tuttavia ci sorprende per la ripetizione e la puntualità dei suoi accordi. Lo sappiamo a memoria, ma ci conturba, ci commuove. Non solo la Nazionale è vecchia, anche il suo entourage è antico: siamo sempre gli stessi, una tribù composta da una trentina di persone, variamente legate a questo o quel giocatore, a questo o quell'argomento, e tutte impegnate nello scoprire (e nascondere all'altro) le virtù dell'acqua tiepida. Una tribù che da anni insegue le confidenze di De Sisti, lo strizzar d'occhi di Mazzola, e li trascrive in infiammate colonne sui giornali. Un pimpantissimo ospizio che viaggia in jet. anziché sui carri del Far West, dove si invecchiava prima d'aver superato le Montagne Rocciose: stavolta, però, con uno scout in più (sempre Sala). Ma seguitiamo a sognare. Questa è una terra dove dalla testa di Giove, adeguatamente colpita, scaturì Minerva. A chi dovremo battere in fronte, stasera? Giovanni Arpino R

Luoghi citati: Atene, Cipro, Europa, Malta, Olanda, Tel Aviv, Trebisonda