Riappare sui giornali russi Breznev con la mitragliatrice di Paolo Garimberti

Riappare sui giornali russi Breznev con la mitragliatrice I ricordi della guerra contro i tedeschi Riappare sui giornali russi Breznev con la mitragliatrice Un commilitone racconta: « Eravamo pochi superstiti. 11 colonnello impugnò l'arma, e continuò a sparare fino all'arrivo dei rinforzi» (Dal nostro corrispondente) Mosca, 3 marzo. I racconti agiografici sulla vita di Leonid Breznev — relativi soprattutto al periodo bellico, quando l'attuale segretario del pcus era commissario politico della 18' Armata — erano diventati un rito abbastanza frequente sulla stampa sovietica subito dopo il 24" Congresso. Secondo alcuni osservatori, la ripetizione costante di questo tema — ancorché sui giornali meno importanti — era uno dei tanti segni del rafforzamento della posizione di Breznev rispetto ai colleghi del «Politbjuro» e della segreteria, in particolare rispetto a Podgorny e Kossighin. Si vuol creare, notavano gli stessi osservatori, un'iconografia di Breznev che dia prestigio popolare ad un leader, caratterizzatosi finora più come un burocrate abile che come un capo carismatico. Curiosamente, questi flashback giornalistici cessarono dopo la visita in Francia, quando ci fu un rallentamen to dell'attività pubblica di Breznev, che alcuni giudicaro no voluto dallo stesso segre- tario del partito per non crea- frqMtre scompensi troppo marcati nei confronti degli altri dirigenti, e altri ritennero imposto dai suoi principali concorrenti nella leadership. Vere o false che siano queste speculazioni, resta il fatto che il personaggio del colonnello Breznev ha fatto ritorno questa settimana sulle pagine dei giornali con un'avventura così affascinante da ripagare ampiamente la lunga astinenza degli appassionati di questo genere di letture. Come al solito, il racconto — pubblicato da Novoe Vremja, ma che sarà senz'altro ripreso da qualche altro giornale, come di consueto — è fatto in prima persona da qualcuno | che ha condiviso le avventure di guerra del giovane Breznev: in questo caso, l'autista | della jeep del colonnello, Ivan Kravcjuk, ora capo di un ente edile in Ucraina. Egli rievoca «l'indimenticabile notte de' 12 dicembre 1943». quando i tedeschi operarono uno sfondamento nel fronte di Kiev, con accenti cosi appassionanti che è opportuno riferire il racconto quasi integralmente. «Quando arrivammo in prima linea, le mine tedesche cadevano a pioggia, falciando i nostri soldati. Si sentivano urla isteriche: "scappiamo, sennò moriamo tutti quanti Noi avevamo una sola mitragliatrice pesante, che improvvisamente tacque. Breznev si lanciò verso la mitragliatrice ed io lo seguii saltando sui corpi dei soldati morti. Mentre ne ricoprivo i volti con i colbacchi, sentii che la nostra mitragliatrice si rimetteva a sparare. Vidi che Breznev aveva sostituito il mitragliere ucciso: trascinai via il soldato morto e accostai a Breznev la scatola delle munizioni. Erano poche». «I tedeschi erano ormai a soli trenta o quaranta metri dalla nostra trincea e gridavano : "Russo, arrenditi". Breznev rispondeva con raffiche brevi, ben centrate, economizzando le munizioni. Il suo consueto autocontrollo non lo aveva abbandonato: si era tolto il berretto e i guanti e mi diede uno spintone quando cercai, per tre volte, di spingerlo a terra perchè non fosse colpito dai proiettili e dalle schegge. Infilando nella mitragliatrice l'ultimo nastro di munizioni, mi disse: " Vai lungo la trincea e dì agli uomini di prepararsi al corpo a corpo"». «I superstiti erano soltanto dieci ed era chiaro che avrebbero fatto il proprio dovere fino in fondo, come era chiaro che ci restavano non più di quìndici minuti da vivere. Ma. proprio in quel momento, arrivarono i rinforzi. Quando tornai alla mitragliatrice, vidi due soldati che avevano preso posto accanto all'arma, mentre Breznev, esausto, la pelliccia coperta di sangue, stava appoggiato alla parete della trincea. Mi lanciai verso di lui. era incolume. Ebbe perfino la forza di sorridere. Mi disse: "Ivan, fammi una sigaretta". Arrotolai la sigaretta, gliela misi in bocca e l'accesi». Paolo Garimberti Breznev, di Levine 'Copyright N.Y. Rèvlcw ut Hook:-. Oncia Mundi c per l'Italia l.a Slamo»)

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