Il Parlamento spaccato di Tito Sansa

Il Parlamento spaccato Il Parlamento spaccato a r e (Dal nostro corrispondente) Bonn, 3 marzo. Lo scioglimento del Parlamento di Bonn ed elezioni anticipate a questa estate sono stati proposti oggi dall'opposizione democristianacristiano sociale al governo come « via di uscita » per chiarire i rapporti di forza al Bundestag, dopo che la defezione del deputato socialdemocratico Hupka (passato alla Cdu) e le riserve del liberale Von KuehlmannStumm verso la « Ostpolitik» hanno ridotto la maggioranza del governo a un solo voto. Raincr Barzel, presidente del partito democristiano e candidato alla cancelleria, ha proposto oggi a Monaco di Baviera che gli elettori vengano chiamati alle urne affinché venga costituita « una nuova autorità », una migliore e più chiara maggioranza «per la Ostpolitik orientata verso la pace ». I partiti di governo — socialdemocratico e liberale — non hanno reagito in alcun modo alla proposta del capo dell'opposizione. Gli - ha fat (o eco invece il capo dei cristiano-sociali bavaresi. Franz Josef Strauss. il quale, pure accennando ai pericoli « passeggeri » che la Germania federale dovrebbe affrontare rifiutando la ratifica dei trattati di Mosca e di Varsavia ha chiesto chiarezza attraverso elezioni generali da indire « dopo » il voto al Parlameli to di Bonn. In un'intervista alle Stutt garter Nuchrichten, che la pubblicheranno domani mattina, Strauss ha rivelato che anche il governo ha preso in considerazione l'eventualità di indire elezioni generali e addirittura che tra il presidente della Repubblica Gustav Heinemann e il cancelliere Willy Brandt (ambedue socialdemocratici) sarebbe stato concordato di chiamare il popolo tedesco alle urne. In tal caso la battaglia elettorale verrebbe scatenata su due basi diverse: i socialdemocratici la imposterebbero sulla «Ostpolitik», la riconciliazione con i russi, e i polacchi che (stando ai sondaggi demoscopici) è appoggiata dai due terzi della popolazione; i democristiani la concentrerebbero sui problemi di politica interna (intla zione. recessione, tasse) che inquietano 1" opinione pub blica. Assolutamente contrari t nuove elezioni sono i liberali del ministro degli Esteri Scheel, che sono in fase discendente e rischiano di inciampare sulla clausola del 5 per cento lil quoziente minimo dei voti necessari per entrare nel Parlamento) e di rimanere esclusi dalla vita politica attiva. Ancora una volta, il piccolo partito, che cPmnFe«tsmp conta soltanto su 27 seggi in Parlamento, rischia di assumere un peso determinante nella politica delia Germania Federale. Stavolta in forma esasperata, che il deputato « incerto » sulla ratifica dei trattati di Mosca e di Varsavia (il barone von Kuehlmann-Stumm i appartiene proprio al partito liberale. Von Kuehlmann - Stimmi, ricchissimo proprietario terriero e capo di una holding di acciaierie e miniere, definito da tutti « uomo integerrimo ». ha ripetuto oggi ai giornalisti che voterà contro i trattati base della « Ostpolitik », « se non gli verranno tolti i dubbi » che nutre contro di essi, e che si dimetterà eventualmente, rinunciando al proprio seggio parlamentare, ma soltanto «dopo» il voto che potrebbe essere decisivo per il governo di Willy Brandt. La crisi della «Ostpolitik», provocata dalle dimissioni di Hupka e accentuata dalle titubanze di Von KuehlmannStumm rimane aperta, l'incertezza perdura. L'altra crisi parallela, provocata dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Karl Schiller, che ieri aveva fatto larvate minacce di dimissione, è stata invece superata, secondo le previsioni, almeno per il momento. Con una lettera, che ha avuto l'effetto di un colpo di spugna, il cancelliere Willy Brandt ha assicurato a Schiller il suo pieno appoggio, e oggi il direttivo del partito socialdemocratico, riunito in seduta straordinaria, ha promesso solidarietà al recalcitrante «superministro». Tito Sansa Rumici- Barzel

Persone citate: Franz Josef Strauss, Gustav Heinemann, Hupka, Karl Schiller, Schiller, Strauss, Willy Brandt

Luoghi citati: Bonn, Germania, Germania Federale, Monaco Di Baviera, Mosca, Varsavia