In pericolo la maggioranza di Brandt per l'abbandono di un altro deputato
In pericolo la maggioranza di Brandt per l'abbandono di un altro deputato Sempre più dura la battaglia per i trattati con l'Est i 1 In pericolo la maggioranza di Brandt per l'abbandono di un altro deputato E' Herbert Hupka, passato all'opposizione democristiana - La coalizione governativa conta ora un solo voto in più del quorum richiesto per la ratifica della «Ostpolitik» - Voci di altre possibili defezioni al. momento di votare (Dal nostro corrispondente) Bonn, 29 febbraio. Il deputato socialdemocratico Herbert Hupka (avversario della «Ostpolitik» del cancelliere Brandt) si è dimesso oggi dal suo partito ed ha chiesto di passare sui banchi dei deputati dell'opposizione democristiana. La sua richiesta verrà certamente accolta. I rapporti di forza nel Parlamento di Bonn ora saranno questi: i partiti della coalizione di governo (socialdemocratico e liberale ) passeranno da 251 a 250 seggi, la opposizione salirà da 24.5 a 246, i primi avranno un solo voto più del «quorum» di 249 (maggioranza assoluta). . Ciò è particolarmente importante nella battaglia parlamentare per la ratifica dei trattati di Mosca e di Varsa¬ via, che si concluderà in maggio con il voto del Parlamento. Per la ratifica (se il «Bundesrat» farà difficoltà procedurali, com'è quasi sicuro) al governo non basterà la maggioranza semplice, dovrà avere quella assoluta, cioè l'appoggio di almeno 249 voti. E se qualcuno dovesse ammalarsi così gravemente da dover rimanere assente il giorno della votazione? Oppure — come sostengono i democristiani — dovesse avere «rimorsi di coscienza», imitare Hupak e votare contro i due trattati? Herbert Hupak non è il primo parlamentare della coalizione che passi nelle file dell'opposizione o che si opponga con decisione alla «Ostpolitik»; due anni or sono, disertarono contemporaneamente i tre liberali Erich Mende, Heinz Starke e Siegfried Zoglmann; il mese scorso due deputati socialdemocratici berlinesi (e pertanto non aventi diritto al voto), Willy Bartsch e Franz Seume, si dichiararono contro i trattati di Mosca e di Varsavia. Il direttivo del partito socialdemocratico li ha espulsi tutt'e tre dalla Commissione parlamentare degli Affari Esteri, che nei prossimi giorni deve discutere i due trattati. E' stata quest'espulsione inattesa a indurre Hupka al clamoroso passo che — si dice — meditava da tempo. In una lettera, egli annuncia che si dimette dal partito socialdemocratico perché si è voluto «renderlo muto», e anche perché «la situazione interna della socialdemocrazia è preoccupante». La reazione dei socialdemocratici è stata contenuta, senza rimpianti: se lo aspettavano. Per i democristiani, che sono riusciti ulteriormente a indebolire la compagine di governo, Rainer Barzel ha salutato «con grande rispetto» la decisione del deputato socialdemocratico. Circola voce negli ambienti del Parlamento che anche altri deputati del partito di Brandt sarebbero contrari ai trattati di Mosca e di Varsavia e mediterebbero di votare contro di essi. Si dice che siano sette od otto, ma non si fanno i loro nomi, per liberarli da influenze e da pressioni esterne. Sarebbero — stando alle voci — tutti parlamentari che non hanno alcuna jnobabilità di venire rieletti nell'autunno del 1973.
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