L' 1 a 1 di Juve-Milan
L' 1 a 1 di Juve-Milan L' 1 a 1 di Juve-Milan (Segue dalla 1" pagina) se misurata con rigore, almeno due pagine. Limitiamoci allora ai dati essenziali dello scontro tra bianconeri e milanisti. Il Milan parte subito, per dimostrare la sua mancanza assoluta di soggezione. Tra il primo e il secondo minuto due allunghi di Rivera fanno scattare in area J juventina Bigon e poi Sabadini, che s'impaludano perdendo il pallone. La Juventus risponde mostrando i denti: tanto che in tre minuti il «panzer» Benetti subisce due falli, da Haller e da Capello. La bandiera con tibie e teschio è stata issata sui pennoni dalle due squadre corsare. L'arrembaggio può essere mortale. All'ir una doppia azione e cross conseguenti di Sogliano ma la scarsità di punte rossonere impedisce L-he siano struttati. Risponde la Juve al 14' con un cross di Causio ma Capello in area, prima di tirare su Cudicini. si accomoda il pallone con la mano. Subito dopo è Novellini che tira fuori su imbeccata di Anastasi. Al 20' un ottimo cross in area di Colin non è sfruttato da Bigon e Rivera. E' un batti e ribatti furente, che infanga uomini dai sopraccigli alle stringhe delle scarpe. E già emergono i nomi grossi delle difese, soprattutto Schnellinger, un cannone che ingoia e ribatte tutte le palle sparate dagli altri. Commette fallo HaHer su Sogliano, in area, al 26', ma Lo Bello nega. Ed ecco il gol rossonero. j Fugge ancora Colin, si accentra ed effettua il tiro che « Mister Polpaccio ». cioè Bigon. devia casualmente in rete sorprendendo Carmignani già in tuffo. La Juventus incassa, furibonda, cerca di reagire, ma Causio non è nel vivo dell'azione (e dovrebbero invertire i! suo ruolo con quello di Haller) e tutti si battono troppo alla cieca. Fugge Anastasi per una volta all'arcigno Rosato, precipita in area di fronte a Schnellin¬ j ger al 43', ma Lo Bello, olimpico, lo punisce anziché decretare il rigore. Sono attimi di corrida pura, con Furino che spiana Benetti. Lo Bello impone una punizione a due in area bianconera, sarebbe la follìa se non arrivasse la fine del primo tempo, con i fangosi gladiatori che escono stremati e la folla che impazzisce, salutando con sventolìi bianconeri il risultato di Cagliari. Ripresa, ed è subito Juve, cioè un cinghiale non solo ferito ma carico di veleno. Il forcing bianconero è continuo, interrotto soltanto da qualche manovra milanista (però pericolosa. Ahi, se funzionasse davvero Benetti, che invece tra jene e leopardi si muove come un orso stordito). Causio non vede libero Capello a sinistra, all'ir, e j tira su Cudicini. Al 15' Bigon I è sballato in area da Morini. ma Lo Bello non giudica, i bianconeri si buttano sotto serrando reparti, ma noti inventano un corridoio, non liberano un solo uomo, anzi esaltano la mossa di Schnellinger, la grinta di Rosato. Due palloni finiscono di poco a lato, alcune incursioni di Furino si spengono oltre la linea di fondo, Capello lavora pazzamente per rielaborare trame da un'area all'altra. Un contropiede di Bigon-Benetti (soli contro Morini e Salvadore) viene impaperato dai due rossoneri per pura cecità di attaccanti improvvisati. Difende Rivera ai limiti della sua area, si eleva persino per ribattere palloni di testa, e finalmente la Juventus riesce a scovare un uomo libero (anzi, il libero). Azione di Haller che appoggia su Salvadore, tiro prontissimo che Cudicini devia in angolo. E' il 33', batte Causio, mischia di quaranta stinchi e vertebre che si torcono in area milanista, Salvadore avanzato al limite riceve il i pallone: una fucilata bassa, j che toglie ogni possibilità a ' Cudicini e fa uno a uno. La j gara finisce con qualche spunI to rissaiolo subito contenuto, I e con i bianconeri ancora alj l'attacco. La classifica è rispettata, I l'impegno del Milan merita pieno elogio, Lo Bello assicura di aver curato la par| tita come un padre per non j punire troppo e non cedere i a qualche espulsione. Quan| do una gara cade sotto il segno della passione pura, ogni interpretazione rischia di apparire legittima, persino logica. Ma la verità sta in un altro cantuccio: all'imprevisto Milan i bianconeri hanno dovuto rispondere con tutto ciò che avevano in corpo, travolgendo persino l'idea che avevano di se stessi e del proprio gioco. AHe manovre di Rocco, puntuali come un calcolo aritmetico, hanno ribattuto con una rabbia agonistica incredibile, senza badare a spese di fatica o di angoscia. Anche questa è la strada, il compito, di una squadra che guida il torneo. Il « delicato equilibrio » continua. Ma — senza voler togliere niente al Milan da mai nuale di ieri — è difficile che i rossoneri possano ripetersi con tanta precisione. Mentre la Juventus s'è saputa dare una scossa elettrica salutare. E con questo « tremendista » Torino che torna da Cagliari, si finirà per vedere un derby vietato alle persone impressionabili, come i film dell'orrore. g. arp.
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