Curano i piedi con la tecnologia

Curano i piedi con la tecnologia Congresso dei podologi ieri a Torino Curano i piedi con la tecnologia Sistemi moderni e persone altamente specializzate - Una maggiore protezione della categoria, per evitare spiacevoli equivoci Basta con le equivoche masseuses che promettono prestazioni di ogni tipo dagli annunci pubblicitari dei giornali. Basta con i sorriseti i e le ironie che ovunque circondano l'« arte del massaggio ». I pedicure-podologo-massaggiatori piemontesi, riuniti ieri per la prima volta a congresso nella sede di Torino dell'Ente nazionale per l'artigianato, hanno levato il loro grido di protesta, chiedendo maggiore protezione ed una più valida regolamentazione della categoria. Assieme ad una cinquantina di delegati — tra cui spiccavano numerose le rappresentanti del gentil sesso — erano presenti l'assessore alla sicurezza sociale dottoressa Vietti. l'ing. Barbera, presidente dell'Enapi, e il cav. Bili, presidente regionale dell'Acai. I lavori si sono iniziati poco dopo le 9 e sono terminati a mezzogiorno. E' stato il presidente dell'associazione Gianni Baussano ad illustrare ai congressisti i problemi della categoria. Innanzitutto, la qualificazione professionale del pedicure-podologo: « Si mischiano tra di noi — egli ha detto — elementi non idoneamente preparati, che escono da scuole private senza scrupoli e pescano poi nel torbido, screditando tutta la categoria con un'attività che è poco definire equivoca e che spesso serve da paravento a situazioni poco pulite. Di esempi, ne abbiamo fin troppi ». La soluzione più auspicabile sarebbe quella di eliminare gli istituti privati e di creare scuole regolarmente riconosciute e severamente controllate, da cui escano solo persone in grado di svolgere degnamente la loro professione. Superato questo scoglio di base, occorre pensare a tutti gli altri proolemi che nascono: formare il corpo insegnante delle discipline teoriche e tecnico-pratiche, elaborare il programma di studio (da suddividere in due anni scolastici della durata di 9 mesi ciascuno!, reperì re il materiale didattico mediante la pubblicazione delle dispense dei vari docenti e l'acquisto di diapositive e filmati, installare gabinetti da pedicure nelle cliniche ed istituti geriatrici per l'esercizio della professione e la pratica degli allievi. «Per tutto ciò — ha affermato Baussano — sono necessari l'intervento del ministero della Pubblica Istruzione, che dia precise disposizioni in proposito ai Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica, nonché l'appoggio di tutte le autorità regionali e provinciali ». I pedicure - podologi, insomma, vogliono diventare dei tecnici altamente specializzati. «Il nostro è un mestiere delicato » dicono. E spiegano che raramente una persona, quando sente male ai piedi, va dal medico; molto più spesso si reca proprio dal pedicure. E cosi loro, quasi più dei medici stessi, vengono in contatto con vari stati morbosi quali artriti, epidermofisie e cose del genere. La possibilità di fare una diagnosi precisa (e di indirizzare eventualmente, con cognizione di causa, il paziente al medico) diventa perciò una condizione imprescindibile dell'attività dei podologi. La questione è ancor più delicata se si pensa che il 65 per cento delle persone che ricorrono alle prestazioni del pedicure hanno superato i 40 anni di età. «Per questo motivo — ha precisato Baussano — noi chiediamo l'installazione, di gabinetti da pedicure soprattutto negli istituti geriatrici ». Ed ha citato l'esperienza dell'Inghilterra e di altri paesi del Nord Europa, dove esiste un regolare servizio podologico negli ospedali, nelle case di ricovero a lunga degenza e addirittura a domicilio per le persone anziane. n. 5.

Persone citate: Barbera, Baussano, Gianni Baussano, Vietti

Luoghi citati: Inghilterra, Nord Europa, Torino