Nelle sezioni dc occupate la rabbia dei senza lavoro di Luca Giurato

Nelle sezioni dc occupate la rabbia dei senza lavoro Napoli: in assemblea a Soccavo, dov'è scoppiata la rivolta Nelle sezioni dc occupate la rabbia dei senza lavoro Disoccupati e sottoccupati costituiscono la grande maggioranza degli iscritti, gente esasperata dalle promesse non mantenute - La "ristrutturazione" voluta da Gava significa per loro perdere la speranza di un posto dal nostro inviato Napoli, lunedi mattina. « Gava ha detto: "In qualsiasi momento io voglia entrare nelle sezioni occupate, entro". Io chiedo a voi: entrerà? ». « No, no. Mai! ». E' un coro di urla; si sente qualche insulto irripetibile. E' domenica. Siamo nella sezione de di Soccavo da dove è partita la scintilla della rivolta contro la « ristrutturazione » del partito voluta dal segretario provinciale. E' in corso un'assemblea degli iscritti de presieduta da Volturno Morani, segretario della sezione. Soccavo è uno dei pochi rioni (70 mila anime) dove la democrazia cristiana prende ancora la maggioranza assoluta. Una maggioranza che viene, soprattutto, da disoccupati o sottoccupati. V'è molta gente, ma tanti iscritti sono in giro a « sfruttare la domenica », a vendere, cioè, quello che è proibito nei giorni di festa: pane, verdura, fiori. Questa gente paga di tasca propria le spese della sezione (affitto, luce) ed è pronta ad attaccare i manifesti nei momenti di punta, ma ha ormai « il sangue agli occhi ». E' esasperata dalle promesse non mantenute e dal « clientelismo pendolare ». Molti attendono posti promessi da anni; altri se li sono visti soffiare all'ultimo momento a causa di compromessi tra partiti e correnti che a Napoli seguono I —il barometro. j « Noi la sezione la teniamo occupata e i cartelli non li \ gpletogliamo — dice Morani — non vogliamo essere presi in — l'interrompe Giovanni Can dela, 28 anni, autista. — Ma questo Fariani, quando e che verrà qui? Mai. E allora noi, qui, quanto ci dovremo stare? Due, tre mesi? ». giro dal nostro segretario provinciale. Siamo fedeli solo a quelli che sono i princìpi e gli ordini della direzione nazionale del partito che tutela i diritti sia delle maggioranze sia delle minoranze. Forlani, a Roma, ci è vicino. Gava, a Napoli, no ». «Marceremo sul comitato» « Professo' siamo d'accordo è i 0 n e o o D'improvviso, nello stanzone cala un silenzio di tomba. Si incrociano sguardi interdetti; serpeggiano scintille di sconforto. Un "tic" quasi impercettibile scuote i baffetti aguzzi e neri di Volturno Morani; ma è sufficiente un attimo per riprendere in mano la situazione. « Siamo arrivati ad una svolta decisiva — dice. — Se non ci danno garanzie precise dalla segreteria provinciale per la conferma delle nostre tessere, che vogliono sottrarci con la scusa della ristrutturazione, noi da qui non ci muoviamo ». « Sono tre mesi — continua — che le tessere delle nostre sezioni sono impacchettate e chiuse negli archivi della segreteria provinciale. Allora, quando dicemmo che avremmo occupato le sezioni, Gava ci rise in faccia, ma le sezioni sono state occupate. Oggi, diciamo che se Gava non ci mette in condizione di poter dare le tessere ai nostri iscritti, noi marceremo sul comitato provinciale. Se abbiamo occupato le' sezióni, 'occuperemo pure il' comitato provinciale ». Urla di concenso e applausi scroscianti accompagnano le ultime parole di Morani. Le voci si confondono e si accavallano. « Vediamo — dice uno — se con il comitato occupato riusciranno a tagliarmi la tessera che ho da vent'anni! ». « Non vogliamo — dice un altro strabuzzando gli occhi contro gli occhiali — la de autoritaria di Gava e dell'ex sindaco Clemente ». Interviene il vicesegretario della sezione, Pasquale De Vincenzo, 38 anni, impiegato dell'Enpas. « A Napoli si fa politica solo se l'uomo politico ha la possibilità di avere e dare il posto. Se qualcuno ha in tasca cinquanta-sessanta posti sicuri, può venire e riuscirà sicuramente a farsi eleggere deputato. A Napoli c'è un ex-sindaco, che non è principe, tutti sanno di chi parlo, il quale da segretario cittadino, non si sa come, riuscì a far assumere mille persone al Comune. Fu un "colpo" che riuscì a sfatare addirittura il mito del clientelismo di Lauro ». Tutti vogliono parlare. Ci riesce Pietro Speranza, 33 anni, disoccupato: « Tempo fa venne Colombo a Napoli. Lo avvicinai tra la gente e gli chiesi se poteva farmi avere un posto. Mi domandò cosa volevo fare e dove volevo andare. "In Comune, Preside, a fare il netturbino". Allora mi chiese che titolo di studio avevo. "Ho la quinta elementare. Preside, che debbo avere?". "Soltanto" disse Colombo. "Preside", gli risposi, "io la scopa debbo maneggiare, mica la penna!". Sorrise e mi raccomandò subito al professor Pellegrino, il commissario cittadino del nostro partito. Pellegrino disse che avrebbe provveduto subito ma io. e questo Colombo non lo sa. sono ancora qui che aspetto... ». anrttlmpd3ficLmmSPolitica occupazionale « Se si parla di ideologia di partito, appoggio pienamente tutti i discorsi che si stanno facendo in questa assemblea — dice Paolo Catuogno, 30 anni, operaio —, però, se si parla di lavoro, allora noi dovremmo fare quello che fan- no gli altri, quelli che non sì sono ribellati. Se. per esem- pio, possiamo ottenere da Ga- ra dieci, venti posti, perché non fare un discorso diffe- rente? Perché dobbiamo in-sistere con la guerra?». « Noi abbiamo detto al segretario provinciale che qui a Soccavo c'è una massa di persone che ha bisogno impellente di lavorare » risponde Morani. « gli abbiamo portato un documento. Lui se l'è preso ma i risultati sono quelli che vedi. Quando tornai alla carica fui accusato di fare solo della politica occupazionale. Noi saremmo ben lieti di stare con Gava. di tenerlo segretario vita naturai durante. Ma lui deve affrontare i problemi delle nostre sezioni, deve rispettare lo statuto del nostro partito. Non vogliamo la sostituzione di Gava, vogliamo la sostituzione di certi sistemi. Chiediamo spazio, non posizioni di potere ». « Purtroppo — dice balzando in piedi Carmine Monaco, 36 anni, disoccupato con sei figli — la nostra politica è condizionata dall'occupazione. Lo sa bene l'on. Scotti, che nel '68 a Soccavo si è preso migliaia di voti facendo promesse che non ha mantenuto. Che non torni in sezione! Se torna l'appicciamo! ». Fuori dalle assemblee e dalle sezioni occupate, si registrano sempre nuove reazioni: « Ho migliaia di richieste di lavoro e non sono eertamente in grado di soddisfarle — ci ha detto ieri sera l'on. Scotti. — Posso solo assicurare l'interessamento per delle soluzioni positive. -La mia battaglia come parlamentare è diretta a favorire uno sviluppo, dell'occupazione e non- a favorire una,-due, per-, sane e a scontentarne .cento. La nostra, oggi, è una premés¬ sa essenziale a una battaglia politica di contenuti. Inefficienze, disfunzioni che si esercitano a Napoli nel campo politico-amministrativo trovano la loro origine nei sistemi chiusi e clientelari di organizzazioni di partito. Se la maggioranza vuole una soluzione allo scontro in atto non deve cercarlo nel concedere un po' di potere alla minoranza, ma nello stabilire garanzie per eliminare i mali tradizionali contro i quali ci siamo sollevati ». Diego Tesorone, segretario della sezione « Mauro Leone » di Posillipo, ha detto: « Gava non può gestire il partito come una proprietà privata. Deve mantenerla come la casa di tutti i democratici cristiani nella quale ognuno ha diritto di cittadinanza ». L'assessore Ugo Grippo, in ima sua relazione, ha precisato: « I consiglieri di quartiere, così come sono stati nominati, disattendono la volontà della base, alterano il significato e il contenuto delle grandi riforme proposte ». In clima di tensione, il « braccio di ferro » continua. Luca Giurato Via dei Tribunali nel centro della vecchia Napoli (Foto Team)