"Domare l'orso russo col drago cinese?,,

"Domare l'orso russo col drago cinese?,, Commenti al viaggio di Nixon in Cina; l'Occidente è favorevole "Domare l'orso russo col drago cinese?,, «Sarebbe stolto», dicono a Bonn, «non bisogna fare mosse sbagliate» - Londra: «La lunga marcia è cominciata» - I «gauchistes» francesi attaccano Pechino: « Utilizzano i movimenti rivoluzionari come moneta di scambio » - Il premier giapponese: « Formosa è parte integrante della Cina Popolare » (Segue dalla 1" pagina) | ne cioè nei trasporti aerei pesanti, per poche centinaia di uomini (in tutto a Formosa vi sono 9900 soldati americani). Nella sua conferenza stampa di ieri a Shanghai, Kissinger è stato -molto cauto su questo punto. « Non mi aspetto che il disimpegno incominci presto — ha detto —. Esso è il nostro fine, ed è stato enunciato in passato in più forme come un principio generale di politica estera. Ma dipende dalla situazione in Asia e nel mondo ». Il consigliere ha anche sostenuto che il disimpegno non è incompatibile eon la recente promessa di Nixon, nel suo «messaggio» al Congresso, di rispettare il trattato di alleanza e difesa di Formosa. Però è chiaro che gli Stati Uniti auspicano ora un ritorno negoziato dell'isola alla terraferma. Tra i consensi nel mondo intero e negli Stati Uniti, non mancano stamane le critiche per il trattamento riservato da Nixon a Ciang Kai-scek. I giornali di Formosa hanno scritto che « zio Sam si e coperto di vergogna », quelli del Giappone che « il premier SaI lo, col suo filoamericanismo, sarà costretto a dimettersi ». I Ci sono state proteste anche i a Saigon, e l'India, allarmata dai riferimenti del comunicato al conflitto col Pakistan, I ha ammonito che non tollererà «interferenze negli affari interni ». L'ala conservatrice del partito repubblicano americano sembra rivoltarsi contro il Presidente, mentre alcuni esponenti del partito democratico lo accusano di es- sorsi voluto fare pubblicità elettorale. Rimane il fatto che il successore di Ciang Kaiscek — forse il figlio — subirà pressioni dietro le quinte da parte di Washington perche avvii un dialogo con la Cina, anche se Nixon non sarà rieletto. e. c. Bonn, 28 febbraio. (t. s.) «Il governo federale saluta con soddisfazione i passi compiuti a Pechino verso la normalizzazione delle relazioni tra gli Stati Uniti c la Repubblica popolare cinese, che renderanno pia sicura la pace nel mondo». Lo ha detto oggi il portavoce Conrad Ahlers, accennando alla speranza di tutti gli ambienti politici tedeschi di poter quanto prima allacciare contatti con Pechino, nella scia degli Stati Uniti. Tutti i quotidiani tedeschi, di osmi corrente politica, danno oggi un giudizio positivo del viaggio del presidente Nixon. La maggior parte di essi constata — con il Presidente americano — che «in questa settimana il mondo e cambia to». La Frankfurter Allgcmcine osserva: «Il viaggio di Nì.tou è andato bene. A Mosca non si può non essere rimasti impressionati. La divisione del mondo in due e ormai davvero finita. Per l'America parecchie cose sono ora diverse, per la Cina anche molte cose sono diverse. Ma per Mosca il mondo intero è cambiato». I «grandi» sono stati ridimensionati, anzi si sono ridimensionati da soli, osservano diversi commentatori. Stati Uniti e Cina saranno i primi ad avvantaggiarsi di questo mutamento, che «influenzerà per decenni la scena della politica mondiale». Lodato il coraggio di Nixon, la Frankfurter Rundschau scrive che il Presidente americano «ha posato nuovi binari nel mondo». E il General Anzeìger di Bonn osserva che «l'avvenire del mondo sta nelle mani dei popoli della Cina e degli Stati Uniti. Noi tedeschi possiamo soltanto sperare che queste mani non facciano mosse sbagliale», come potrebbe essere quella, «stolta, di voler doma re orso russo servendosi del drago cinese». 1 1 ' j | j ' Londra. 28 febbraio. (m. ci.) Gli editoriali della stampa britannica di oggi che commentano il comunicato conclusivo della visita del presidente Richard Nixon in Cina concordano nel rilevare l'atteggiamento conciliante che il capo dell'esecutivo americano è stato portato ad assumere, in generale, e più concretamente, su Taiwan. «Nixon — scrive il Times — deve essersi reso conio prima di partire, e deve averne avuto conferma nei colloqui a Pechino, che quasi tutte le concessioni sarebbero dovute venire anzitutto dalla sua parte, e non da parte della Cina, perche le relazioni fra i due Paesi venissero poste su un terreno nuovo». I quotidiani concordano sostanzialmente anche nella valutazione generale del viaggio del Presidente americano in Cina, affermando che «la lunga marcia è cominciata» — questo è il (itolo degli editoriali del Times e del Telegrafili — e che, come dice il Guardian i risultati del viaggio si vedranno in-un secondo tempo, come si vedrà solo nel futuro se e «cominciata una nuova èra ». Parigi, 28 febbraio. fi. m.) Gli uffici competenti del palazzo dell'Eliseo e del «Quai d'Orsay» procedono ad un attento esame, nel testo americano e nel testo cinese, del lunghissimo comunicato diffuso alla fine dei colloqui che il presidente Nixon ha avuto a Pechino, ma negli ambienti ufficiali francesi si dichiara sin d'ora che il governo di Parigi non può che «rallegrarsi» della distensione cino-americana. Tale punto di vista è stato già espresso giorni or sono dal segretario generale - del ministro degli Affari Esteri, Hervé Alphand, ai dirigenti sovietici ed in particolare al ministro Andrei Gromyko, in occasione della visita che il diplomatico francese faceva a Mosca. L'agenzia ufficiale FrancoPresse sottolinea che «gli Stati Uniti e la Cina si sono riconciliati», Nixon ha fatto un'importante concessione sul problema di Formosa ma ha permesso con ciò la ripresa di contatti diretti fra Washington e Pechino, preludio ad una «normalizzazione». 11 primo attacco «da sinistra» ai dirigenti cinesi è apparso in un settimanale della sinistra extraparlamentare francese, Rottge. pubblicazione ufficiale di una delle numerose «confessioni» maoiste. Rottge scrive a proposito dell'incontro cino-americano che «la politica estera della direzione maoista è stala sempre determinata dalla difesa degl'interessi dello Stato cinese e non dalla difesa degli interessi della rivoluzione mondiale». Rottge precisa le sue accuse ai dirigenti di Pechino. Essi — scrive — hanno fornito coperture all'imperialismo in occasione del conflitto indopakistano. «L'aiuto cinico fornito a Ceylon — continua — la calorosa approvazione dell'ingresso della Gran Breta- gna nella Cee. tutta la politica internazionale di Pechino da dieci mesi a questa parte dimostrano che la Cina, non diversamente dall'Urss, può utilizzare i movimenti rivoluzionari come moneta di scambio in un negoziato segreto con l'imperialismo». Tokio, 28 febbraio. Il primo ministro giapponese Eisaku Sato ha dichiarato oggi in Parlamento che «Formosa e parte della Repubblica Popolare Cinese». Secondo gli osservatori 6 la prima volta che il governo nipponico si esprime in modo così esplicito sulla controversia territoriale che oppone i governi di Pechino a Taipei. Il lungo viaggio del presidente Nixon nella Cina Popolare aveva provocato già ieri una reazione ufficiale del governo giapponese. In una conferenza stampa svoltasi ieri sera, il ministro degli Esteri Takco Fukuda aveva accolto con estremo favore i risultati del viaggio di Nixon, Fukuda non aveva celato il senso di sollievo delle autorità nipponiche per il fatto che il comunicato cino-statunitense di ieri non indicasse un «drastico mutamento» nelle relazioni tra Cina Popolare e Stati Uniti e non contenesse elementi nuovi rispetto al «vertice» Sato-Nixon, svoltosi recentemente a San Clemente. E' in questo contesto che si pone il viaggio del vicesegretario di Stato americano Marshal Green il quale ha cominciato oggi un viaggio in undici paesi dell'Estremo Oriente per informare i loro roverni circa i colloqui tra Nixon ed i dirigenti cino-popolari. Il governo nipponico tuttavia non sembra essere sufficientemente soddisfatto dell'iniziativa statunitense volta a tranquillizzare gli alleati degli Stati Uniti. Infatti l'ambasciatore giapponese a Washington ha ricevuto istruzioni di porsi in contatto appena possibile con il segretario di Stato William Rogers. (Ansa) Anchoragc. Nixon e la moglie scendono dall'aereo proveniente da Shanghai (Tel. Ap)