I misteri del Quirinale

I misteri del Quirinale IL LIBRO DI GORRESIO I misteri del Quirinale Pochi libri sono così piacevoli a leggere come II sesto Presidente di Gorresio, tanto ricco di ligure umane, ili episodi, narrazione ili tutti i meandri della vita parlamentare con i suoi giochi e le sue malignila: scritto spassionatamente, da chi non è un innamorato dell'ambiente clic descrive (non creilo Gorresio abbia mai pensalo ad essere incluso in una lisla di candidali) e neppure un denigratore. Un libro che può rappresentare una tenta/ione per i troppi giovani clic aspirano ad cullare nel giornalismo (pure avendone una nozióne piuttòsto vaga) in quanto mostra tutto ciò che può conoscere c sapere, lo amicizie clic può contrarre il corrispondente romano ili un grande, giornale. Ed il libro mostra ancora come si possa parlare di ogni cosa, inclusa la vila familiare, inclusi i brulli scherzi clic si giocano a compagni ili partilo, su un tono molto diverso ila quello comune ai rotocal chi; conoscendo sempre il li mite, la malignità riferibile, c la diceria volgare che non c il caso di l'issare in un libro. Non malevolo con alcuno, se pure non nasconda le sue preferenze, la sua calila ammirazione per Saragat (avrei volino un po' di più su Einaudi). Moro, l'anfani, Berlinguer, Amendola, appaiono ben scolpiti. Forse Gorresio potrebbe divenire un efficace romanziere verista. Se pure abbia conosciuto molli degli uomini di cui si parla, non potrei proprio aggiungere nulla ili mio a quanto Gorresio ha scritto; la mia vita di solitario, di taciturno, neppure rispetto a quelli che mi sono stati colleglli universitari, e pili d'uno antico allievo.- saprei quanto sa Gorresio, assiduo intervistatore, giustamente ammesso da quasi lutti alla confidenza. Ma poiché è ovvio che ciascuno in un libro colga ciò che più e consono ai suoi interessamenti, queste pagine mi consentono alcuni rilievi sulla Prima Magistratura. Leone è il sesto Presidente? Sì, perche la prima disposizione transitoria della Costituzione riconobbe a De Nicola questo titolo, che non aveva portato fungendo da Capo provvisorio dello Stalo. Peraltro De Nicola ha rappresentato un momento a sé; non la esteriorità né la pompa di un Capo dello Stato; né una Camera che polisse sciogliere, né il sistema bicamerale; un periodo contrassegnalo ancora dal regime armistiziale. Il primo vero Presidente è stato Einaudi. Il Quirinale, i corazzieri, la pompa: non certo desiderala da Einaudi, ammiratole ed intenditore di cose belle, collezionista, ma uomo dalla vila modesta, clic quando veniva a Roma come professore o sen.noie non s'incontrava ì; che in trattorie di second'ordine. Mi consta che Iti De Ga■V-speri a volere che continuasse l'esteriorità dilla monarchia, un po' per la preoccupazione immediata di non lasciare disoccupate lo ottocento persone e pili che gravitavano intorno al sovrano, ina anche, io penso, perche in un suo realismo pessimistico ( i In- In avvicina .•'•■lai: Giolitii) riteneva che per gl'italiani certe esteriorità occorressero per il prestigio dell'ufficio. Ed allora molto mi dispiacque, ed oggi ancora (sono poi venule anche le rassegne militari, spettacolari e costose ionie non erano al lempò della monarchia ) mi rammarico non si sia il.ila .iH'ullicio l'impiuma che .erto Mazzini ,. avrebbe desideralo, (C,. munque non si su gii.uil.iiu ad altre repubblii In . Si izze ra, Germania, gli Messi Stati Uniti, piuttosto i Ile alla Ti i za Repubblu.i Irana-se, mn l'Eliseo, la guardia repubhiicana, la casa militari del Pie sidente. Ma la Costituzione in elaborata, da vecchi nomnn die non potevano concepire nulla di molto diverso dal qu.iiho in cui si era svolta la loro vita. Sapevano che la moti.mina si era perduta per avere Vino, rio Emanuale III mantenuto un rispetto puramente Iorinale allo Statuto, tradendone la sostanza, per non avere coni preinnnvaseEntesodlinsefisdldpgvtptasmCoditEeprdvcsuccsmI mmctdda a o preso che certe formule regna e non governa), in tempi normali, non I il re buone valgo¬ no pio ni circostanze et i czionali. Ma tuttavia non sapevano concepire il Presidente se non come un alno Vittorio Emanuele III. Con qualche incocrenza, nicntie non poli-vano ammettere che i due unici pulci i personali concessigli — nomina di cinque giudici costituzionali, di senatori a vita lino al numero di cinque — si estrinsecassero con atti non controfirmati dal Presidente del Consiglio, ponevano poi il Capo dello Stalo alla presidenza di lello Stalo alla presidenza due consigli superiori, senza prevedere che quello della magistratura avrebbe potino divenire sede di contrasti politici e dare al Presidente la possibilità di parole e comportamenti non coperti dalla responsabilità ministeriale. Si proclamava e si proclama il Presidente custode della Costituzione; ma gli si è tolto ogni potere: non solo quello di non sanzionare le leggi, che il re mai usò, ma anche l'altro di prorogare le Camere. E la Costituzione, improvvida ed ottimista, non ha previsto periodi di crisi, momenti prerivoluzionari, in cui qualcosa di diverso dai consueti provvedimenti amministrativi occorra pur compiere. E le vestali del costituzionalismo (di un costituzionalismo con un contrassegno di un buon secolo fa) storcerebbero il naso se il Presidente usasse largamente del potere di inviare I messaggi alle Camere ad ammonirle degli ctTelli Innesti che può avere una legge: potere di cui raramente usò Einaudi; e che mi sembra rischi di caliere in dissuetudine. Credo che quasi tutti gii derebbero all'incostituzionalità, alla usurpazione di poteri, se il Presidente il giorno in cui la Camera deve deliberare su un'autorizzazione a procedere, o, in saluta non pubblica, su un ritocco della indennità parlamentare, inviasse un messaggio ad ammonire che è in gioco il prestigio dell'istituto parlamentare, clic anche gli ultimi dinieghi di autorizzazione a procedere, con la loro motivazione, hanno fortemente incrinato. E che mai direbbero queste vestali della Costituzione (ina che in direi sostenitori del faciìis descensus Avvi ni: la paura di un Presidente che possa battere un pugno sul tavolo: dimenticano che la politica ed il diritto non sono la matematica, che non ci sono regole le quali valgano in ogni niomcn io ed in ogni situazione, che ci sono momenti in cui quel!.' clic dolimi.i su tutte i la necessità Paese vuoi d.lll. I), regoli salvale il a miseria, vuoi violenza, di sali,ne la libica qual è nata nel i he direbbero queste vestali se N Presidente annunciasse clic terrà un discorso alla Rai-Tv a lutti gl'italiani, non gratulatorio od augurale, tua per ammonire ad esempio quali sono le vie che portano ali inflazione, cosa essa sia, come, una volta scatenata, galoppi più di tutti gli aumenti salariali, cosa fu la vita in Germania negli anni in cui il mano perdeva ila inali ina a sera mela del suo polere di acquisto, ed occorrevano cilre l.intasiiche per acquistare il cibo quotidiano? Meglio tornare al libro di Gorresio; che ci mostra anche ionie si sia creato un ambiente sufficientemente omogeneo, quasi direi un ceto, tra uomini politili, che si trattano familiarmente e possono essere ■unici pine appartenendo a partili diversi (anzi, ionie nelle religioni l'acredine e serbata per l'eretico e non per chi apparlienc ad un'altra confessione, così qui il nemico è se mai quello di un'altra corrente del medesimo partito): un ambiente eminentemente maschile, come quello dei circoli che hanno tanto posto nella vita dei Paesi anglosassoni, che m massima le famiglie restano in disparte, sono piuttosto rari i matrimoni tra figli di parlamentari: molto più che ira i figli di universitari. Libro che sene, più di tanti trattati ili diritto costituzionale o di scienza poi ilici, a comprendere la vila pubblica italiana. A. C. Jemolo

Luoghi citati: Germania, Roma, Stati Uniti