L'Iva e il "condono,, con il nuovo governo di Mario Salvatorelli

L'Iva e il "condono,, con il nuovo governo Vigilia d'attuazione della riforma L'Iva e il "condono,, con il nuovo governo Il rinvio dell'Imposta sul valore aggiunto sembra escluso, anche per gli impegni Cee - Per l'eventuale provvedimento di clemenza fiscale non si può ancora prevedere la sua ampiezza - La risposta ai due quesiti non si avrà, forse, che dopo la presentazione del governo alle Camere (Nostro sei-vizio particolare) Roma, 21 febbraio. Il governo, e con esso il ministro delle Finanze, è mutato proprio nel momento più critico che. in campo fiscale, l'Italia abbia attraversato dal dopoguerra a oggi: la riforma totale del sistema di denuncia, accertamento, riscossione delle imposte, dirette e indirette. Tutto, in teoria, è già fissato: fin da ottobre e stata approvata la legge che delegava il governo a procedere alla riforma tributaria e ad emanare i relativi decreti di attuazione. Successivamente la riforma è stata spezzata in due metà: quella per la imposizione indiretta, è stata rinviata al 1" luglio '72, quella per l'imposizione diretta, al 1" gennaio 'TA. Ma il governo, ora decaduto, ha fatto in tempo a presentare, nei termini di legge, tutti i decreti relativi a quella parte della riforma che andrà in vigore il r luglio. Sia il cambiamento di governo, sia l'eventuale scioglimento delle Camere, non possono più, sempre in linea teorica, influire sui lavori della commissione interparlamentare incaricata di dare il suo parere, non vincolante, su questi decreti d'attuazione, né, impedire al governo, anche se rimanesse in carica solo per l'ordinaria ammini-strazione, di procedere agli ultimi passi per la loro pub-blicazione sulla « Gazzetta Ufficiale ». In coincidenza con la criSi politica, ma il fatto e slato puramente casuale, dovu- to allo stesso procedere dei decreti per l'attuazione della riforma, si sono levate le pri- me voci, che man mano si sono mutate in un coro, cui hanno partecipato rappresentanti di pressoché tutti i par-titi. a favore sia di un rinvio dell'Iva, sia di un condono fiscale. La prima richiesta si appoggia soprattutto sulla crisi economica, che — si di- ce — e già abbastanza grave senza che ad essa si debbano aggiungere incertezze, timoridi nuove spinte sui prezzi, « vuoti di cassa » per il fisco stesso, collegati a una cosi profonda « rivoluzione » del regime tributario. Le prese di posizione per un condono fiscale hanno in parte la stes- sa origine, in parte sono motivate da ragioni tecniche (la impossibilità per l'ammini-strazione finanziaria di passare da un regime a un altro, completamente nuovo I, in parte, infine, dalle dichiarazioni l'atte più volte dallo stesso ministro Preti, riguar- danti l'opportunità di creare rapporti di reciproca fiducia tra fisco e contribuenti, in occasione di una migliore di- stribuzione del carico fiscale, quale la riforma si prefigge di ottenere. Da quanto abbiamo appreso al ministero delle Finanze, il senatore Giuseppe Pella intende aspettare la presenta zione del governo alle Carne re. prima di affrontare. « ufficialmente », l'uno e l'altro problema. Per il rinvio dell'Iva, tutto porterebbe in ogni caso ad escluderlo, sia per gli impegni che ci legano alla Comunità Europea (e per iquali lo «slittamento» al 1" luglio doveva essere veramente l'ultimo compatibile, senza incorrere a sanzioni, pesanti per il nostro commer rio con l'estero», sia perché nel caso probabile di scioglimento delle Camere, il governo dovrebbe limitarsi all'ordinaria amminisl razione. Si parla, invece, ma e ditticile appurare la fondatezza e la realizzabilità di questa ipotesi, di una modifica dell'articolo 100 del decreto d'attuazione, che fissa a 25 giornentro la fine del mese cui sriferisce l'imposta, il termine per presentare la prima denuncia. Dato che l'Iva dovrebbe entrare in vigore il primo luglio, il termine per la prima denuncia diventa automaticamente il 25 agosto. Il decreto delegato ha già spostato la data al 25 settembre: si afferma che potrebbe «slittare» dun mese, al 25 ottobre, termo restando per gli operatoreconomici l'obbligo di denunciar, ai fini dell'Iva, per un periodo trimestrale, primo luglio - 30 settembre, anziché mensile. Prima di quell'epocasi dice, potrebbe essere trovata la soluzione, anche solosul piano amministrativo, pealtre modifiche e forme «forfettarie» di pagamento. Altro discorso, invece, peil condono fiscale. Fermo restando che non sono questi giorni più opportuni per parlarne, sia perché il governdeve ancora presentarsi aParlamento, sia perché primsi devono rispettare i temptecnici per l'attuazione dellriforma, il condono fiscalpuò essere preso in considerazione — e, meglio ancora, 'spossono prendere in esame lrichieste presentate in quest senso — anche dal nuovo governo. Un punto, però, va chiarito: non potrà mai essere un condono proiettato nel futuro, ma relativo al passato. Questo va detto per non trasformare un atto di clemenza in un invito all'evasione fiscale. Due esempi per tutti: il condono può stabilire che chi presenterà per la prima volta, entro il 31 marzo prossimo, la dichiarazione dei redditi, sarà esente da qualsiasi indagine fiscale sui motivi per cui non l'ha presentata negli anni precedenti. Inoltre, potranno essere eliminate dal contenzioso tutte quelle pratiche, già pendenti prima del 31 dicembre '71, che rientrano entro certi limiti. La Commissione interparlamentare dei Trenta (15 senatori e 15 deputati) deve esprimere un parere che, per legge, non è vincolante. Nulla vieta, però, al governo, di farsi «vincolare»: su questa strada qualcosa si può fare, senza ledere gl'interessi del Fisco né i principi morali che devono essere alla base dei rapporti tra cittadini e amministrazione statale. Uno dei decreti delegati all'esame della commissione dei trenta, quello che si occupa del « destino » del personale delle imposte di consumo, dopo l'abolizione di queste ultime, minaccia di provocare agitazioni. La minaccia, ovviamente, non viene dal decreto, ma dai sindacati del settore. Infatti, la segreteria dellTJnsa (Unione nazionale sindacati autonomi - settore tasse), riunitasi dopo un incontro svoltosi stamane con il direttore generale della finanza locale, ha emesso un comunicato in cui si parla di « scelte lesive nei confronti delle categorie attualmente in servizio al ministero delle Finanze». Il comunicato si riferisce al trattamento economico dei 21.000 dipendenti delle imposte di consumo, e a quello previsto dopo il loro inquadramento nella nuova organizzazione dell'amministrazione finanziaria. Mario Salvatorelli

Persone citate: Giuseppe Pella, Preti

Luoghi citati: Italia, Roma