La vedova dello stalliere dice "Mio marito amò la tedesca,,

La vedova dello stalliere dice "Mio marito amò la tedesca,, Il mistero dell'uomo ucciso di notte nella villa La vedova dello stalliere dice "Mio marito amò la tedesca,, La vittima fu raggiunta da due colpi di fucile, l'uno mortale, l'altro di striscio: forse voleva un incontro galante con la giovane - L'omicida afferma di aver sparato perché terrorizzato da rumori - Discordi le versioni dei testi (Dal nostro inviato speciale) Como. 16 febbraio. Il «giallo» dell'omicidio nel villino tra i boschi, a Locate Varesino, è ancora lontano dalla soluzione. L'autopsia sulla salma dello stalliere Dazio Antoniazzi. 40 anni, e l'interrogatorio dell'omicida, Tito Dario Visin, 30 anni, non hanno portato, oggi, chiarimenti decisivi. L'esame autoptico eseguito questa mattina dal professor Giovanni Nazari, primario anatomo-patologo dell'ospedale «Sant'Anna» di Como, ha stabilito che lo stalliere è stato raggiunto da un proiettile calibro 22, con traiettoria dall'alto basso e sotto la scapola destra; :. piombo ha trapassato l'emitorace destro e l'addome ed è rimasto nel corpo dopo -ìver leso il poimone destro, i'. tegato e l'in- ì testino. . L'indag-j'.e necroscopica ha accertato un c..::o elemento, j molto importante: io stalliere è stato colpito, di striscio, da una seconda pallottola, all'avambraccio destro. L'hanno cioè raggiunto due dei quattro proiettili che il Visin dice di aver sparato, a scopo intimidatorio, muovendo l'ar- : ma da destra a sinistra, nella direzione della piscina. La vasca è più avanti rispetto al punto in cui è caduto l'An- | toniazzi. Questi due colpi andati a segno stanno a dimostrare che l'inclinazione della carabina fu più bassa e fanno anche sorgere il sospei to che ci sia stata una mira precisa sul corpo che poi è stato colpito. Tito Dario Visin è stato interrogato per tre ore questa mattina e tre nel pomeriggio dal sostituto procuratore dottor Mario Del Franco, presenti i suoi difensori e l'avvocato Pierangelo Parravicini di Como che ieri sera la moglie del morto ha nominato legale di parte civile. Non si conosce con precisione, a causa del I segreto istruttorio, quale li¬ nea difensiva abbia tenuto 1 l'accusato. Pare comunque I che egli si sia soffermato lungamente a descrivere il eli- ì ma di paura che da qualche tempo regnava, di notte, nel villino isolato tra i boschi. Nella villetta, isolata nei boschi e nel buio, la coppia si sarebbe trovata in preda a un improvviso, violentissimo panico. La giovane neila camera da letto gridava e il Visin, che si era intrattenuto nella sala a pianterreno ad ascoltare musica, vedeva nel giardino muoversi la luce di una lampada a mano. Il V'sin è corso al piano superiore, nella biblioteca, ha afferrato la carabina, l'ha caricata, è passato nello stanzino che ha la finestrella sopra la porta d'accesso, l'ha aperta, ha gridato: «Chi va là?» poi, non avendo avuto risposta, ha sparato quattro colpi, afferma lui, a casaccio. Perche Dazio Antoniazzi erti dietro il villino, a quell'ora? Perché batteva alle finestre senza dire chi era? E' la parte più misteriosa della vicenda. Lo stalliere, secondo la ver- sione della giovane tedesca, da noi riferita ieri, era «di casa» alla villa dei due con- viventi e loro amico. Un'ami-cizia che risaliva all'inizio del '71, quando il Visin e la sua compagna avevano affittato in pensione, al maneggio Ca- scine delle betulle gestito dallo stalliere, il loro cavallo con il quale galoppavano nei momenti liberi. La vedova di Dazio Anto- niazzi non ci ha nascosto i suoi sospetti: che tra il marito e Katia ci sia stata una relazione, molto intensa, tra il gennaio e l'agosto '71. « Mio marito amò lu tedesca. Poi forse la relazione cesso », dice Luisa Malocchi, 39 anni, la vedova. Katia afferma in-vece: « Non ci sono inai stati rapporti di questo genere tra noi ». Anche il Visin avrebbe dichiarato al magistrato di non aver mai nutrito sospetti sulla sua convivente. Un particolare va notato, a proposito della visita notturna dello stalliere al villino. Di solito egli raggiungeva l'abitazione degli amici con la macchina seguendo la st radina che porta fino al cancello. L'altra notte, invece, ha lasciat o la propria « 600 » in una carrareccia pochissimo frequentata, che è a quota inferiore, ed è poi arrivato al villino salendo a piedi una lunga scalinata che taglia il bosco. Perché? Sotto la tettoia non c'era la « Porsche » del Visin cheegli aveva lasciato a Milanoper una riparazione, e questo poteva far supporre cheil convivente dì Katia fosseassente. Dazio Antoniazzi voleva forse tentare una irruzione nella villa per un approccio galante? Ma, ammettendo che ci sia stata da parte di Tito Dario Visin una intenzione di uccidere, come dimostrerebbe l'attua i sua imputazione di omicidio volontario, la chiave dell'enigma va cercata nella giornata di domenicaSentiamo ancora le due don ne che abbiamo incontrato dnuovo oggi, separatamenteKatia dice: «Domenica ioe Dario siamo indiati a casa degli Antoniazzi perché ci avevano invitati per festeggiare insieme il compleanno delle loro due gemelle, lo non avevo tatto in tempo a comperare un regalo c ho detto che l'avrei portato domenica prossima. Mentre eravamo là. abbiamo notato che Dazio era innervosito perché la moglie non aveva preparato da mangiare; sottovoce ripeteva a Luisa: "Dopo, ti ^C^"'Z f «SSSS? -if 2? che noi due abbiamo poi tro- I vaio da discutere sulla oppor- j tunità a meno di interferire I nella loro lite ». Racconta la vedova: «Dome nìca Katia e il Visin vennero \ a casa nostra, a piedi, senza che noi li arcssimo invitati. I tmiiiiimiiiim'mimmuiimiimtium mm Io non avevo preparato niente, mio marito mi sgridò e loro due litigarono, in tedesco. Mangiammo qualcosa poi, alle 15,30, il Visin e Ra¬ I j I tia chiesero a mio marito dì accompagnarli a casa con lu " 600 ", Uscirono senza nem. meno salutarmi e quando sce- sero dalla macchina, davanti al villino, non salutarono nemmeno Dazio. Perché, non lo so ». La vedova aggiunge: « C'è dell'altro, cose grosse, ma per adesso non dico di piii: ci penserà l'avvocato ». Chiediamo a Luisa Anto- niazzi che cosa è andato a fare, secondo lei. suo marito \ al villino, di sera. « E' uscito I alle 20 dicendo che sarebbe tornato poco dopo per la ce-mmiiimimiiimimiiiiniiiimiti'miiUKmtiii! m n e esa a¬ na. Durante la giornata gli avevo trovato in tasca una lettera scritta in tedesco e lui mi aveva detto che gliel'aveva mandata il /rateilo di Ka- dì j tìa. Dazio mi aveva precisato lu j di aver cercato più volte di m. | farsela tradurre, ma lei non e- l'aveva mai accontentato. Forti se lunedì sera è tornato là no 1 per fare un nuovo tentativo ». on \ Katia a questo proposito e: 1 dice: « Quella lettera, Dazio e, ! l'aveva ricevuta tempo fa: me di \ l'aveva già fatta vedere e io ». i gliel'avevo tradotta ». o- j II magistrato oggi ha con a I eluso l'interrogatorio dell'acto : cusato. Nei prossimi giorni to \ dovrà sentire i testi che, co- | be [- me si vede, sono discordanti. e-, Remo Lugli ! muniiimciimmiiiim'iunuiismiiiMiimiiiimi ì j : | Como. La giovane tedesca Kaiia Kretschmer nella sua auto (Foto Moisio)

Luoghi citati: Como, Dazio, Locate Varesino