"Si arriva alla fine del corso e mai si è visto un malato,,

"Si arriva alla fine del corso e mai si è visto un malato,, Laurea in medicina o licenza di uccidere? "Si arriva alla fine del corso e mai si è visto un malato,, Solo libri e lezioni; né esperienze, né pratica - «Ci portano in corsia quasi fosse un museo» - Cento allievi interni - Come si eludono le frequenze obbligatorie Scuole di specializzazione per pochi medici di serie A Laurea o licenza eli uccidere? Questo il dilemma deKli studenti che frequentano la facoltà di Medicina. Il problema va oltre i confini torinesi, ma è particolarmente sentito nel nostro ateneo. Qui, alle eterne difficoltà edilizie, si aggiungono nervosismo e sliducia per la carenza di docenti (meno di 60 tra quelli di ruolo e incaricati) e per l'inchiesta giudiziaria nei confronti dei clinici accusati di peculato. Abbiamo illustrato domenica la situazione dei primi due anni di corso. Vediamo che cosa accade in quelli successivi. Il terzo e quarto, nel quadro del plano tradizionale di studi, comprendono patologia speciale medica e patologia speciale chirurgica, fisiologia, propedeutica clinica, clinica otorinolaringoiatrica, farmacologia, anatomia ed istologia patologica. Materie che comporterebbero il primo contatto con il malato. Ma la pratica resta un sogno proibito. La triste realtà offre soltanto aride lezioni cattedratiche, nessuna esperienza di laboratorio, zero assoluto di attività vicino ai malati. « Quando va bene — spiegano gli studenti — i professori ci portano in aula un "caso". Esperienza inutile per noi e crudeltà gratuita per il paziente, che viene esposto come un oggetto di fronte a 200-300 estranei ». Qualche volta finiscono in aula « pezzi » anatomici: « Sono di dimensioni minime e sul tavolo settorio scompaiono. Riescono a distinguere qualcosa gli allievi nelle prime file e soltanto se hanno la vista buona. Per gli altri è lutto nebbia ». La situazione diventa più drammatica al quinto-sesto anno di corso. Gli studenti sperano che un miracolo li avvicini al malato. Ormai consci delle responsabilità a cui si troveranno di fronte dopo la laurea, si rendono conto che i libri non bastano. « Ma anche materie che comportano la formulazione della diagnosi e della lerapiu vengono trattate piU o meno come la storia o la geografia nel liceo ». Queste materie sono: anatomia ed istologia patologica, radiologia,' psichiatria, medicina legale; le cliniche dermosifilopatica, odontotecnica, oculistica, chirurgica generale e terapia chirurgica, medica e terapia medica, pediatrica, ostetrica e ginecologica, malattie nervose e mentali, ortopedica. « La nastra prospettiva — osservano gli studenti — è di vedere ti malato da lontano nel letto o sul tavolo chirurgico. Ci portano in corsia o in sala operatoria co me ci accompagnerebbero al museo. Guardare e non toccare, è il molto di molti nostri docenti », Parecchi giovani scoraggiati, finiscono per ingrossare le file degli « studenti occulti n. « Proseguono gli sludi perché è troppo tardi per eambiare facoltà e sono pochi coloro che si permettono di buttare al vento quattro-cinque unni di Università. Si limitano a leggere i testi, ad imparare meccanicamente. Per loro, dopo la luurea, si profila la scappatoia di una professione puramente burocratica. Medici che non curano, ma compilano certificati di assenza, di rinvio allo specialista, di ricovero in ospedale ». Altri studenti rifiutano di arrendersi e trovano una soluzione per proprio conto anche se le vie sono poche e ardue per chi non ha appoggi all'interno dell'ateneo. E' difficile diventare allievo interno negli istiluti biologici dove si fanno alcune esperienzedi laboratorio (e soprattutto ei si trasforma in tuttofare del direttore), li' quasi impossibile l'are l'allievo interno nelle eli- ■llllllllIllllllllllllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIlllllIlllt nicho per la pratica In corsia. Su 5 mila Iscritti soltanto un venlinaio ogni anno riescono ad ottenere questo privilegio. Natiiminiente non sono pagali, neppure nelle cliniche dove svolgono lavoro di assistenza malati, analisi, compilazione delle cartelle. Qualche fortunato (una ventina) passa alle dipendenze dell'ospedale che gli fornisce una stanza, il vitto e lo mila lire il mese. Hanno però la responsabilità di 10 giorni di guardia al mese. Quest'ultimo lavoro viene retribuito con 40 mila lire: una paga non ufficiale, raccolta tra gli assistenti che si quotano per evitare il disagio dei turni di notte. L'università non offre altro ai futuri medici. « Ci rendiamo conto — riconoscono gli studenti — che è impossibile sfilare In .100 davanti ad un paziente, scoprire i sintomi della malattia per poi formulare la diagnosi e indicare la cura. Tuttavia all'estero il problema è stato risolto. Da noi, se si fosse pensato per tempo a dare una diversa impostazione didattica e strutturale alla facoltà. M11111111111M1111111M11111M M111 II 1111111111 II I i II i MIM potrebbero almeno essere evitali gli assurdi più gravi ». Citano un esempio macroscopico: la pratica obbligaioria nelle cliniche al termine degli esami dell'ultimo corso che viene sistematicamente elusa. La legge stabilisce la frequenza di due mesi per ciascuna clinica, pena l'esclusione dall'esame di Stalo per l'esercizio della professione, .i Eppure sono pochissimi coloro che assolvono questo obbligo. I professori concedono le firme pur di evitare il continuo via vai. E' una grave responsabilità quella che si assumono, ma accade spesso, purtroppo ii. Per quanto volenteroso e responsabile sia, « lo studente esce dal!'università pessimo medico ii. C'è una speranza per le scuole di specializzazione, ma è legata ad un (ilo e purtroppo limitata ad un numero ristretlo di privilegiati che possono permettersi di proseguire gli studi dopo la laurea. Queste scuole, fino allo scorso anno erano campo di speculazione, ma dopo l'indagine della Magistratura e la istruttoria sui clinici è stalo Istituito il numero chiuso. GII iscritti sono poche decine per corsi che durano da 2 a 3 anni, con frequenza obbligatoria (una volta tanto rigorosamente controllata). Devono essere presenti tutte le mattine e da duo a (piatirò pomeriggi la settimana. Retribuzione: zero. Concludono amaramente gli studenti: « CM di noi. che non abbia un padre ricco o almeno con studio medico, può, dopo sei anni di studi farsi ancora mantenere dalla famiglia? ». Ritengono utile la stretta sorveglianza suile presenze alle scuole di specializzazione, ma suggeriscono di istituire una retribuzione sia pure minima. n Se questo provvedimento non verrà preso al più presto vorrà dire che i clinici ancora una volta hanno voluto creare una selezione: medici di serie B con sola laurea e medici di serte A con specializzazione. Se deve esserci una selezione, venga fatta subito, ai primi anni, e si dia una preparazione seria e specifica a tutti li. m. vai.

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