Sono inquinati dai detersivi gli acquedotti di grandi città

Sono inquinati dai detersivi gli acquedotti di grandi cittàUn'indagine dell'Istituto superiore di Sanità Sono inquinati dai detersivi gli acquedotti di grandi città Accertata la presenza di « tensioattivi » nell'acqua potabile di Torino, Genova, Milano, Venezia e Firenze - Nessuna traccia di sostanze pericolose a Roma. Bologna e Livorno \ j j | (Pallu redazione romana ì Roma. 15 febbraio. | sna o Un'indagine dell'Istituto superiore di Sanità ha accertato la presenza di «tensioattivi» o sostanze non biodegradabili, dovuta all'inquinamento per il crescente impiego di detersivi, nelle acque potabili di alcune grandi città: Torino, (Genova, Milano, Venezia e Firenze. La notizia è fornita dall'agenzia « Italia ». A Torino nel!'«acquedotto [centrale fiume Po» sono stale . rilevate Iiacee di tensioattivi 'nella quantità massima di l (1.138 milligrammi per litro e di 0.125 milligrammi nell'acquedotto centrale «Verna». A Genova le ricerche eseguite su otto campioni di diverse acque hanno stabilito che le tracce variano da 0.174 a 0,003 milligrammi per litro. A MilaI no il contenuto di tensioattivi ! nell'acqua potabile ha raggiunto 0,224 milligrammi, a ! Venezia 0,200 milligrammi, a Firenze (3 acquedotti) si è 1 registrata la punta massima di 0,5 milligrammi. Nessuna traccia è stata rilevata negli acquedotti di Roma, Bologna e Livorno. «Le acque potabili — ha detto il professor Martelli, direttore dell'Ufficio d'igiene di Roma — non dovrebbero contenere tensioattivi perche la loro presenza e un indice significativo d'inquinamento. L'acqua potabile che contiene tensioattivi potrebbe potenzialmente presentare anche germi patogeni provenienti dai liquami di fogne come il ba cillo della febbre tifoide, saimonelle, entcrovirus, poliomielite, epatite virale oltreché il pericolo d'inquinamento chimico». Secondo il professor Mar telli gli acquedotti di Roma offrono le massime garanzie perché sono riforniti direttamente dalle sorgenti. «A Ro ma il problema — ha concluso — potrebbe porsi tra 20 anni quando gli attuali 25 nula litri al secondo non I saranno più sufficienti per I una città d'oltre 4 milioni d'abitanti e si dovrà ricorrere ' ad altre risorse». La relazione -dell'Istillilo supcriore di Sanità — sempre secondo la fonte citata — rileva- «Il grande sviluppi) dei detersivi e strettamente collegato all'avvento delle macchine lavatrici. Oggi il 55-60 per cento delle famiglie italiane dispone di una lavatrice. L'av; vento della lavatrice ha modiI ficaio la formazione dei dei tersivi per bucati a mano. |portando ad una diminuzione I di "abs" ( componente tensioattiva). La formazione di j schiume sulle acque superfii fiali è provocata, secondo il ' Consiglio nazionale delle ricerche, dai tensioattivi e da altre sostanze contenute nei liquami». A giudizio dell'Istituto superiore di Sanità le pvcca | schiume persistenti provocano inconvenienti e danni so- prattutto alla circolazione fin viale, m particolare alle pie cole imbarcazioni ed alla cir colazione terrestre adiacente ai corsi d'acqua inquinati. «La presenza di tensioattivi nelle acque sotterranee può rappresentare — afferma la relazione dell'indagine — un serio indizio d'inquinamento d'origine urbana. Il loro controllo e da considerare indispensabile dalo che le acque sotterranee sono fondamentalmente destinate ad uso potabile. La situazione è migliorata negli ultimi anni. La soluzione più efficace del problema consiste nell'eliminazione preventiva delle acque di scarico dei componenti dei detersivi di cui e riconosciuto l'effetto dannoso: si deve pertanto provvedere, nel più breve tempo possibile, alla costruzione di impianti di trat¬ tamento delle acque di scarico». Il rapporto conclude: «Se si dispone degli impianti di depurazione, ferma restando la necessità di ricorrere, a tensioattivi biodegradabili (cioè che si dissolvono senza arrecare danni, ndr), sarà necessario verificare gli effetti di quell'aliquota di tensioattivi e di quei componenti del detersivo che non dovessero subire la biodegradazione». La legge stabilisce che le sostanze biodegradabili contenute nei detersivi devono raggiungere l'80 per cento proprio per proteggere le acque superficiali e sotterranee dagli inquinamenti, Gli studiosi di ecologia, però, sostengono l'opportunità di estendere questo limite alla totalità del prodotto per una maggiore difesa dell'ambiente, anche in rapporto al continuo au1 mento nell'uso dei detersivi.

Persone citate: Verna