Il cannone di Niccolai di Giovanni Arpino
Il cannone di Niccolai Il cannone di Niccolai Quando il totocalcio (bizzarro e melìstofelieo g.'.'dice) distribuisce vincite di quasi conio milioni di lire, ciò significa che la domenica di football s'è consumata sotto il segno del Caso, e beffando ogni logica. Dovevano svolgere con fermezza il loro ruolo sia le milanesi, sia la Sampdoria, sia il Cagliari, messosi in condizioni di strappare due punti sul fango di Catanzaro. Un solo tiro di Maraschi ha fermato il Milan, l'Inter ha finito per scontare a Verona la sua acida presunzione e la mancanza di ideeguida, lo champagne genovese per festeggiare il vecchio Suarez s'è trasformato in una bevanda amara, una follia di Niccolai ha concesso rigore e pareggio ai calabresi. E cosi la Juventus capoclassifica, negli spogliatoi di Bergamo, è passata subito da accenni di autocritica alla più franca risata: l'intera domenica aveva «lavorato» pei- i bianconeri, tutt'altro che incantevoli sul terreno atalantino. Una visione esatta della «diciottesima» giornata è fornita dalla somma degli errori: il pallone-gol che Capello non riesce a trasformare (ma gran merito va al portiere bergamasco Piantai. Boninsegna che non è rifornito a Verona, vecchi « draghi», da Leoncini a Maraschi, che di fronte ai colleglli di maggior nome ritrovano ve- na e orgoglio, e poi Niccolai, ancora e sempre. Menta un paragrafo apposito negli « albi d'oro », il difensore sardo. Comunardo di nome e di fatto, è sempre stato balzano, impetuoso, in autoreti è maestro. Raccontano addirittura che prima di diventare calciatore si facesse « sparare » da un cannone nei circhi ! equestri. E' un esempio classico del calcio, quando il calcio piega verso il lato della imprevedibile follia. Perchè football, per molli, vuol di- ; re anche questo: che un An- ! gelo azzurro, ad esempio, corrisponda a Domenghini, e I non a Marlene Dietrich con I il costumino e il cilindro di j Lola Lola. La maligna domenica pur j attraverso errori e mancanze e difetti ha sottolineato una situazione generale che respinge le ipotesi a lunga gittata. Juventus. Milan e Cagliari .sono ancora li, tra speranze, preoccupazioni e con qualche cerotto sulle ferire, j I bianconeri a Bergamo non hanno impressionato per rao- ; le, autorità e varietà di ciòco: troppo il correre forsennato di l'urino i un avventar- 1 si che non sfociava in passaggi utili, puliti), scarso l'apporto di Haller (in nuovo «rodaggio»", e distratto ii contributo di Causio (che però i compagni avrebbero do vaio cercare di più), Seppure in discretissima salute, la Juventus deve riequilibrarsi, magari inserire Cuccureddu che pare riacquisti vena, e irrobustire i «temi stretti» ì in appoggio ad Anastasi e Novellini, mobili ma non sempre riforniti a dovere. La prova contro il Milan — dimesso e acciaccato finché si vuole, ma che venderà cara la pelle al Comunale, domenica ventura — ristabilirà i valori, grinta e grado di ..onci ritrazione bianconeri. L'Inter, e r.cn suoni paradosso, diventa un pericolo proprio da oggi, mentre le si stinge lo scudetto sulla ma giia. Perche l'illustre banda nerazzurra è composta da spiriti 1 urenti, che tengono ai premi più ancora che ai litigi interni, e che si batteranno con rabbie incredibili in Coppa Campioni, non solo, ma — perso per perso — si divertiranno a rompere le uova nei panieri altrui. Elegantemente rivestito di panni luttuosi, ci diceva ieri franco Manin, segretario del l'Inter, a .Milano: «Questo e campionato giocato in retromarcia. Che fatica per tutti, andare avutiti! E noi. a Vero nu: un certo Maiali, reduce dalle Crociate, sembrava un fulmine di guerra rispetto ai Berlini, ai Bedin, Vattelapesca come va il football, certe volte ». Va proprio cosi, con Bectin che s'illude d'essere il Corso (versione 70) e con Bei-tini i l' 1 1 ! ; ! I I j j j ; 1 che è soltanto un truce fantasma. Notizie grame anche per Zio Valcareggi, dunque (dopol'armistizio non sarebbe gentile richiamarlo « nonno »: sia quindi Mon Onde), che crede in Berlini nazionale, cioè ad un « motore » interista in panne quasi ogni domenica. Il Torino ha superalo il Varese, ma domenica andrà a Cagliari, dove Riva non sarà frenato o deluso da nessuna palude. Proprio i granata, bellicosamente stimolati da Giagnoni. misureranno la forza collettiva della squadra sarda, il cui gioco appare o condizionato dal suo bomber o annaspante su schemi di scarso genio. L'allenatore « tremendista » ha davanti una lavagna che brucia, per il suo compito infrasettimanale. Un calo di gioco, un avvizj zirsi delle manovre, ecco i ! dati fondamentali della trai scorsa giornata: ogni squaI dra si è fatta più avara, o j per calcolo o perché in riserva di benzina. Nel turbi- j nio delle varie « pagelle » do- i ! menicali abbiamo notato più j le insufficienze clic i voti a j i pieno inerito. Qua e là afflo|ra ruggine, trapela il fiato' grosso, appaiono stanchezze; muscolari e travagli psicofisici. Si battono alla morte le squadre minacciate dalla retrocessione, mentre le più nobili mascherano fasi d'affanno e stridori nei meccanismi con gradissima cautela. Il guizzo perentorio e raro, l'invenzione dettata dalla . grazia è d'eccezione, il recupero d'un gol di svantaggio ! crea marasma e impone fatii che immani. Si vedono in| chiodati al terreno atleti che avevano dimostrato, mesi fa, I di sapersi elevare con faci| lità sui palloni alti. La gastrite si aggiunge al ginocchio fasullo. Si notano « motorini» di privatissima cilin1 drata che avanzano ancora, j ma come trattori intenti a i falciar fieno più che ad impostare schemi agevoli al gioco. E' la svolta tradizionale, il passaggio — sempre cruento — tra inverno e primai vera. Eppure e qui. proprio la questa svolta traumatica, che la stagione si impenna ubbidendo al calendario. Per ripetere un concetto non nuovo, però esemplare: saranno le Coppe a sistemare ' la classifica. Un tatto è certo: nessuno 1 ride. Anche chi potrebbe distendersi in un parco sorri1 so, preferisce chiudere la mutria pensosa. Alla contrita Milano, che mai come in questi giorni teme per sé, per il suo prestigio in football (persino Moratti, vecchio degustatore di calcio, dopo Milan-Vicenza pare abbia detto: poveri tifosi meneghini, siamo davvero al tramonto...) rispondono le crisi di altre zone importanti, da Bologna alle citta venete, che i risultali di domenica scorsa non possono certo illudere troppo. Tutti gli altri, la saggia Torino in testa, sembrano suggerire: prima vincere, poi ridere. Continuando cosi, la risata liberatoria si avrà solo a maggio. Giovanni Arpino Comunardo Niccolai
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