Le Olimpiadi verso il gran finale

Le Olimpiadi verso il gran finale Nelle ultime 2 giornate altre medaglie per gli italiani? Le Olimpiadi verso il gran finale Oggi De Zordo insegue la vittoria nel bob a quattro (malgrado le polemiche) - Floth e Wicki lo precedono di pochissimo al termine delle prime manches - Domani Gustavo Thoeni tenterà un «bis» nello slalom speciale - L'ottimismo di Vuarnet: anche lo svizzero Bruggmann pronostica un successo dell'azzurro n'era uscito tutto solo, era salito su un taxi e se ne era andato allo stadio del ghiaccio per vedere cecoslovacchi e svedesi impegnati in una partita di hockey giocata alla disperazione. Gli altri concorrenti italiani, scelti dal commissario Vuarnet per lo slalom speciale, sono Rolando Thoeni, Eberardo Schmalzl ed Erwin Stricker. Con questi atleti la squadra italiana si presenta "come la più completa e più forte. Tre di essi appartengono per diritto al gruppo dei primi quindici.partenti, ossia alla piccola schiera dei migliori, che domani non avrà bisogno di qualificarsi. Solo Stricker dovrà partecipare alla prova di qualificazione per ottenere un buon numero di partenza, dal sedicesimo in avanti. Egli è un atleta imprevedibile, che per arrivare alle nevi di Sapporo ha fatto di tutto, anche lo sguattero allo Stelvio, pur di rimanere in montagna e allenarsi. Oggi tornando dal monte Teine al villaggio olimpico, attraverso una strada piena di cartelloni pubblicitari e di poliziotti, che nella tormenta o s a dirigevano il traffico a colpi di fischietto, Jean Vuarnet ha dichiarato che lo slalom speciale domenica darà certamente una medaglia a Gustavo Thoeni. E' la prima volta che il barbuto ex-olimpionico | di discesa libera, autore di una delle più belle pagine sulle impressioni d'uno sciatore che vola a cento chilometri l'ora, si è pronunciato in modo cosi esplicito. E Thoeni, in vena anche lui di impegnative dichiarazioni, ha detto di voler riuscire e di esserne quasi certo, anche perché nello slalom gigante è stato il migliore con la somma dei due tempi, ma senza essere primo in nessuna delle due manches. Il suo nome come probabile vincitore b stato fatto stasera anche da Bruggmann, lo svizzero il cui nome da dieci armi figura nell'albo dei .grandi. Buone le speranze anche per i bobbisti che domani all'alba (ore 6,30 locali, non ancora mezzanotte in Italia) concluderanno in un paesaggio siberiano la battaglia iniziata stamane. Come Thoeni l'altro giorno, anche l'equipaggio di De Zordo si trova in terza posizione dopo le due manches di oggi, ad appena un centesimo di secondo dal tedesco Horst Floth e poco più di mezzo secondo dallo svizzero Jean Wicki. Ha conquistato la posizione, ottenendo il miglior tempo nella seconda corsa, superando il tedesco Zimmerer, che ora è quarto a 21 centesimi dall'italiano. Nella prima discesa un'improvvisa sfuriata di neve aveva frenato lo slancio di De Zordo, dopo che la partenza era stata sospesa tre volte dai pignolissimi giudici, che hanno a cuore, più di ogni altra cosa, la sicurezza del percorso e quindi vigilano su tutti i minimi particolari, anche quelli che nelle gare in Europa sono costantemente ignorati. Nevio De Zordo, contrariamente a Thoeni, ama parlare molto. E' noto che finora il suo rendimento è stato piuttosto scarso c che gli altri equipaggi italiani sono tagliati fuori da ogni possibilità di affermazione. Con tono molto polemico egli stasera ha detto: «E' stato un errore venire a Sapporo così presto. Per conoscere la pista, dicono i dirìgenti. D'accordo, ma nel frattempo ci è venuta a mancare la pratica agonistica, la confidenza coti quel tipo d'impegno che solo le grosse gare riescono a sollecitare. Avremmo potuto rimanere più a lungo in Europa continuando a gareggiare in Italia o a St-Moritz. Saremmo arrivati qui ben caricati come un'Olimpiade esige. Invece siamo arrivati fra i primi a metà gennaio, ci siamo allenati praticamente da soli (c'erano solo i canadesi, che non sono avversari impegnativi), ci siamo immalinconiti in un'attesa snervante, lontani dalle nostre famiglie e in questo clima cordiale ma per molti aspetti inaccessibile. Lo ripeto: è stato un errore. Lo dimostra il fatto che appena "scaldati" dalla prima gara autentica siamo tornati noi stessi». Tino Neirotti Sapporo. Gli hockeisti sovietici (in maglia bianca) sono lanciati verso la medaglia d'oro: l'incontro decisivo per il titolo li opporrà domani alla Cecoslovacchia (Tctcfoto) (Dal nostro inviato speciale) Sapporo, 11 febbraio. Ancora due giorni e l'Olimpiade sull'opulenta neve dell'Hokkaido sarà finita: comincia il gran finale con la lotta per le ultime medaglie. La squadra italiana, che dopo la vittoria di Gustavo Thoeni nella slalom gigante ha ritrovato lo slancio perduto, promette nuovi successi. Le prove sono vicine: tra poche ore si corre lo slalom speciale (nella prima manche di qualificazione) e le due ultime decisive manches di bob a quattro, dove oggi Nevio De Zordo (con Bonichon, Frassinella Del Fabbro) ha ottenuto un buon terzo posto. ' La pista dello slalom e il tunnel ghiacciato del bob si trovano sul Teineyama, la montagnetta boscosa che divide Sapporo dal mare e che ieri ha portato fortuna a Gustavo Thoeni. Il campione e i suoi sette compagni vi sono tornati stamane per allenarsi sul pendio che da quota 781 metri strapiomba a 581, ripidissimo. Il cielo non era più quello di ieri, nevischiava e tirava vento. Sul tracciato per la prova, che corre parallelo a quello di gara per una lunghezza totale di 490 metri, gli italiani hanno trovato gli avversari più temuti: il francese J. N. Augert, campione mondiale e dato come vincitore, lo svizzero Bruggmann medaglia d'argento di ieri, il polacco Bachleda mancato direttore d'orchestra sinfonica, l'americano Tylor Palmer detto lo zingaro per i suoi abiti hippies e per l'abitudine di correre con i piedi nudi negli scarponi. Tra tutti il più sicuro è sembrato Gustavo Thoeni, mentre Augert è molto teso e preoccupato, perché su di lui sono puntate tutte le speranze del gruppo francese, che a Grenoble aveva dominato con Killy c a Sapporo invece è battuto e umiliato da svizzeri, austriaci e italiani. Gustavo Thoeni aveva l'a spetto riposato di sempre. Ieri sera, dopo le fatiche delle interviste, aveva cenato con gli altri mangiando uno speciale dolce che il cuoco Mario Marini, portato dall'Italia, aveva preparato apposta per lui, di nascosto dai cuochi giapponesi e violando una volta tanto il regolamento che prescrive cibi eguali per tutti. Poi senza degnare di uno sguardo la tv che con splendidi colori ripeteva il film della sua impresa, se

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