Un'astronauta da 50 chili di Carlo Moriondo

Un'astronauta da 50 chili Un'astronauta da 50 chili Barbara Cochran ha amministrato con successo il suo vantaggio - Piccola e lentigginosa, ha una calma che la fa apparire « senza nervi », come gli uomini di Cape Kennedy - Cinque fratelli sciatori, tre « nazionali » (Dal nostro inviato speciale) Sapporo, 11 febbraio. Due centesimi di secondo, che cosa sono due centesimi di secondo? Un tempo impercettibile, molto più breve di quello che avete impiegato a leggere la parola «due». Eppure questo atomo di tempo è la differenza fra una medaglia d'oro, che significa tutto, ed una medaglia d'argento, che significa enormemente meno. Due centesimi di secondo dopo quattro anni di allenamenti, di sforzi, di ansie, di speranze e di delusioni: ecco il distacco microscopico ed enorme inflitto dall'americana Cochran alla francese Debernard, dopo le due manches dello slalom speciale. Una vittoria della freddezza ed insieme dell'audacia, perché dopo la prima prova le francesi avevano tre concorrenti alle spalle dell'americana ed era chiaro che tutte e tre avrebbero fatto una corsa alla morte, nella persuasione che una almeno avrebbe silurato la Cochran. Alla partenza della seconda manche questa aveva tre centesimi di secondo sulla Debernard, ventuno centesimi su Britt Lafforgue, cinquantadue centesimi sulla Steurer. Quale di esse l'avrebbe spodestata? Non la Lafforgue, finita fuori pista nello spasimo dello sforzo, non la Steurer, abbastanza lenta, forse la Debernard, arcirivale, scesa in uno strepitoso 45"18. Ma quando nella nebbia, tra le raffiche di tormenta appariva sul traguardo la figura della Cochran si comprendeva che questa non poteva aver perso. Del misero e splendido gruzzoletto di tre centesimi, ia Debernard era riuscita ad afferrarne uno soltanto, e l'americana resta- l i i i o n i l o o è . va in testa con il nocciolo del suo tesoro: appunto, due centesimi e ima medaglia d'oro. Ora la osservo da vicino, questa ragazza che ha rinverdito dopo tanti anni gli allori della Frazer e della Mead-Lawrence. E' piccola, con due spallucce, il volto generosamente picchiettato di lentiggini, i capelli color pannocchia divisi in due bande rigorosamente uguali, che terminano in codini di topo legati con nastrini neri. Questo fenomeno, questo mostro della velocità siede composta come ad un esame, le mani sul grembo, gli occhi fissi nel vuoto. Di quando in quando un pallido sorriso. Risponde adagio, con voce incolore. E' completamente senza nervi, appartiene ad un'altra dimensione. Cosi forse sono gli astronauti, cui assomiglia un poco per la tuta e per il casco, però ha la civetteria di una sciarpetta azzurra.come quella del cagnolino Snoopy. La stessa mancanza di reazioni, lo stesso sguardo perso nel vuoto che già avevo visto in Thoeni. Queste strane creature che vivono in un mondo diverso dal nostro, oggi a Sapporo, domani a Denver, poi ancora a Mégève od al Sestriere, incontrando sempre gli stessi rivali, giostrando con loro su limiti che appaiono sovrumani, svuotano in gara ogni loro energia, poi, come batterie quasi da buttare, passano il tempo di sosta fra una gara e l'altra, a ricaricarsi metodicamente. Questa incredibile americana del nevoso Vermont, ventenne, alta un metro c 54, che pesa 50 chili giusti (al suo fianco le due ragazze francesi sembrano matrone), viene da una famiglia altrettanto incredibile. Fortissimo sciatore il padre, fortissimi sciatori altri cinque fratelli, tre dei quali, nientemeno, fanno parte della formazione Usa a Sapporo. Ora la attorniano i fotografi, almeno una mezza dozzina di microfoni si protendono a raccogliere le sue parole. Che sono di semplicità estrema, come se lei stessa non riuscisse a spiegarsi il perché della vittoria e di tanta curiosità: «Ho vinto perché mi sentivo molto sicura. No. l'allenatore non mi aveva detto che la Lafforgue era fuori causa. Si. spero di vincere la Coppa del Mondo. Non ho avuto paura. Perché dovevo avere paura?». Gira attorno occhi lentissimi, pallidi come birille di vetro. E mi ricorda, improvvisamente, certe eroine di Zane Grey, certe ragazze dei vecchi western, come lei gelide, con i capelli legati a codini di topo, che passavano intatte fra le frecce dei comanci e le fucila' te dei banditi, alle briglie di una diligenza lanciata a selvaggia velocità. Barbara Cochran, nuova stella di quel western moderno che è lo slalom speciale. Carlo Moriondo

Luoghi citati: Denver, Sapporo, Sestriere, Usa, Vermont