Tutti armati a Belfast di Sandro Viola
Tutti armati a Belfast Nella crisi irlandese non si vede via d'uscita Tutti armati a Belfast I protestanti minacciano in modo scoperto la guerra civile e organizzano nuove milizie armate - Anche una parte dei movimenti cattolici punta su nuovi incidenti e scontri con l'esercito - Ogni giorno un incendio, un attentato, una sparatoria di fazioni - Due soldati morti per l'esplosione di una mina presso la frontiera (Dal nostro inviato speciale) Belfast, 10 febbraio. Una spessa nube di fumo si leva stasera dal centro di Belfast. Sta bruciando un negozio di lusso, la selleria Thornton. dove quattro guerriglieri dell'Ira hanno posto una bomba incendiaria. Il tetto del negozio è già crollato, il fuoco avvolge ormai i piani superiori, e mentre i pompieri si affannano con gli idranti, l'esercito ha bloccato le strade vicine alla ricerca dei terroristi. Il fumo di uri incendio non è un fatto eccezionale, a Belfast, anzi è cosa di tutti i giorni. Ma stasera questa nuvola scura sembra avere un significato preciso, quasi simbolico: la crisi continua sempre più inestricabile e pericolosa, nessuno riesce a vedere l'uscita del tunnel irlandese. Mentre il governo di Londra esita a mettere sul tavolo il pacchetto delle nuove proposte all'opposizione cattolica, la situazione sembra infatti andare verso un ulteriore aggravamento. I protestanti minacciano in modo ormai scoperto la guerra civile, lo scontro diretto tra le due comunità religiose. Presieduta dall'ex ministro degli Interni William Craig, è nata ieri la Ulster Vanguard, un'associazione che riunisce tutte le formazioni del protestantesimo estremista: Apprentice Boys, ex-poliziotti. Gioventù dell'Ordine di Orange, la massa che affolla la domenica i poligoni di tiro (uno degli sport più praticati nell'Ulster) e che possiede, secondo calcoli ufficiali, centonala armi da fuoco. Lo scopo della Ulster Vanguard è stato dichiarato da Craig e dal presidente della loggia di Orange di Belfast, rev. Smyth, in termini molto netti. L'associazione si ripromette di combattere « con ogni mezzo » ogni tentativo di modificare la Costituzione dell'Ulster, di ridurre o trasformare, cioè, i poteri del governo protestante di Belfast. Questi avvertimenti che vengono dal campo protestante sono con ogni probabilità una delle ragioni che fanno esitare il governo di Londra. Heath avrebbe pronto, come abbiamo accennato nei giorni scorsi, un pacchetto di proposte articolato su due punti essenziali: alleggerimento delle leggi speciali (con immediata liberazione degli internati contro i quali non esistano prove concrete di attività terroristica) e immissione nel governo di Belfast di un certo numero di ministri dell'opposizione. Un terzo punto, più discusso, quello che servirebbe in modo più concreto a calmare la massa cattolica, sarebbe la riduzione dei poteri del go verno dell'Ulster, e cioè l'assunzione da parie di Londra del capitolo sicurezza e ordine pubblico. Ma il premier inglese e i suoi ministri non si nascondono che un eventuale insuccesso della loro iniziativa potrebbe soltanto far precipitare la situazione. Non è detto, infatti, che i cattolici accetterebbero di partecipare al governo (essi chiedono la fine totale dell'internamento, e molti di loro anche il ritiro delle truppe) e abbiamo visto che i protestanti non sono disposti ad accettare una limitazione dei poteri del governo locale. Da qui il tem¬ poreggiare di Londra, malgrado gli esperti inviati dal governo a studiare il problema scongiurino i ministri di decidere subito, prima che sia troppo tardi, il varo delle nuove proposte. Se si induriscono le posizioni dei protestanti, non si ammorbidiscono certo quelle dei cattolici. L'unità del movimento contro il governo protestante di Belfast, che si era rifatta durante la manifestazione di domenica scorsa a Neivry, è di nuovo in crisi. Il « Movimento di resistenza nord-irlandese» (molto vicino, fino quasi all'identificazione. all'Ira Provisionai) sta organizzando nuove manifestazione cui il « Moviun m min illuminimi un il mi mimi n ii min il mento dei diritti civili » non vuole, per ora. partecipare. Il primo sembra infatti pensare a dimostrazioni più « attive ». al limite della violenza, così da provocare l'intervento dei soldati inglesi e approfondire il sentimento di ribellione della massa cattolica. La prima di queste manifestazioni si terrà ad Enniskyllen domenica prossima, ed è un altro di quegli appuntamenti drammatici che punteggiano la crisi. Una breve sparatoria a Londonderry, sei mine scoppiate sulla frontiera, una bomba ad Armagh, un autobus incendiato a Strabane, una banca assaltata a Belfast (oltre all'incendio e ad una sparatoria nel quartiere cattolico di New Lodge) sono la cronaca della giornata. Nella notte, un tragico attentato presso la frontiera. Due soldati inglesi sono morti ad Armagh. in una jeep esplosa sopra una mina. Un terzo soldato è rimasto fe- rit0' Sandro Viola
Persone citate: Smyth, William Craig
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