Urgono aiuti finanziari per le aziende in crisi

Urgono aiuti finanziari per le aziende in crisi In difesa del lavoro in Piemonte Urgono aiuti finanziari per le aziende in crisi I parlamentari della Regione hanno chiesto al Presidente del Consiglio di fare intervenire la Gepi - « Il governo dimissionario — ha detto l'on. Colombo — può fare soltanto ordinaria amministrazione » La nostra redazione romana ci telefona: Ira. s.) A Palazzo Chigi, ieri mattina, il presidente del Consiglio, Colombo, ha ricevuto e intrattenuto in lungo collimino la delegazione di parlamentari piemontesi incaricati di esporgli i problemi economici della Regione, con particolare riferimento all'occupazione. La delegazione — costituita l'altra sera, durante la riunione al ministero del Lavoro, alla quale aveva partecipato anche il sindaco di Torino, Porcellana — era accompagnata dal ministro del Lavoro Donat-Cattin, presieduta dal sen. Pclla e composta dai parlamentari Amami, Borra, Botta, Libertini, Miroglio, Mussa-Ivaldi, Sulotto. Donat-Cattin ha esposto al presidente Colombo il quadro della situazione di crisi di molte aziende piemontesi, già esaminato e discusso nell'incontro dell'altra sera: le aziende coinvolte sono alcune decine, gli occupati su cui pesa la minaccia di perdere il posto, di lavoro sono oltre 45 mila; 22 mila nella sola provincia di Torino. I parlamentari si sono trovati d'accordo nel sollecitare un intervento del presidente del Consiglio presso la Gepi e la Montedison, nei confronti dell'edilizia, e per accelerare il progetto del sen. Pella e di altri parlamentari per il Biellese. Circa la Gepi, nuova finanziaria pubblica, con capitale di 60 miliardi, distribuito tra Imi, Ili, Eni ed Eiim, i parlamentari piemontesi hanno chiesto che essa si muova in aiuto ad aziende come Leumann, Caesar, Rossari e Varzi, Gallo, Faini, che si trovano nella situazione più critica. L'azione della Gepi potrebbe realizzarsi stornando fondi stanziati per altre iniziative, attualmente ferme, o con anticipazione su futuri o immediati aumenti della dotazione finanziaria. Inoltre si dovrebbe autorizzare la Gepi a intervenire anche nel settore tessile, dal quale è assente, con la ii scusa » che esiste una legge tessile per la ristrutturazione di quell'industria. Si può ricordare, a questo proposito, che l'aumento del capitale della Gepi (società per azioni) da 60 a 111 miliardi è stato stabilito con un disegno di legge approvato nel dicembre scorso dal consiglio dei ministri. Da alcune settimane questo disegno di legge è all'esame del Senato. La crisi politica in corso non lascia prevedere che l'iter parlamentare si possa esaurire prima di giugno. L'intervento del presidente del consiglio Colombo presso il presidente della Montedison Cefls è stato sollecitato in quanto nel programma di ristrutturazione di tisfotradePspbaspRmnmMsddcdfdtaIpntpaccze1quel gruppo sono comprese al- |cune aziende piemontesi: i parlamentari della Regione hanno chiesto che il piano non comporti riduzioni del livello d'occupazione e preveda anche nuove iniziative, in grado di riassorbire la mano d'opera che eventualmente si rendesse libera. Cuiombo ha risposto che per l'edillzia e per l'aumento di fluidi della Gepi esistono decreti governativi che. ora il Parlamento deve approvare: farà tutto il possibile in via amministrativa e per quanto riguarda gli interventi presso la Celis, ina sul piano legislativo è bloccato dal l'alto che il governo è dimissionario è può agire solo per l'ordinaria amministrazione. Questo è anche 11 caso del progetto l'eiia per il Biellese. Comunque, Colombo si è impegnato a convocare, separatamente o in una riunione collegiale, 1 ministri Giolittl (Bilancio e Programmazione), Ferrari-Aggradl (Tesoro), (lava (industria e Commercio), Piccoli (Partecipazioni Statali) per esaminare cun essi la difficile situazione piemontese e vedere quali misure immediate si possano prendere. La delegazione dei parlamentari piemontesi, in attesa di essere riconvocata da Colombo per conoscere i risultati dei colloqui interministeriali, ha ancora insistito sulla necessità di risolvere almeno quei quattro o cinque casi piii drammatici che possono giustificare interventi della Gepi. Si è parlato, a questo riguardo, di accantonamenti fatti dalla Finanziaria pubblica, per salvare alcune aziende. Erano condiziona- ti da certi episodi che poi non si sono verilicati. Esistono, quindi, fondi non utilizzati, a cui si potrebbe attingere subito senza aspettare l'aumento del capitale della Finanziaria pubblica. Da parte della Gepi, che non era rappresentata nell'incontro di Palazzo Chigi, né era stata messa al corrente dell'iniziativa dei parlamentari piemontesi, non abbiamo potuto avere ufficialmente alcun chiarimento, anche per l'assenza del suo direttore generale, prof. Grassini, che rientrerà a Roma oggi. Esistono, è vero, accantonamenti di alcuni miliardi, destinati ad interventi che, sinora almeno, sono rimasti sulla carta. Ma ci è sembrato di capire che sia molto improbabile un loro dirottamento per scopi diversi dà quelli che ne hanno fatto decidere lo stanziamento. Le condizioni che non si sono avute fino ad oggi potrebbero crearsi domani. In questo caso, come si troverebbe la Gepi se i miliardi accantonati non ci fossero piit? Inoltre, fino a che non verrà approvato l'aumento della dotazione, i 60 miliardi di capitale risultano tutti impegnati. Ancora una volta la paralisi politica provoca, o quanto meno aggrava, la paralisi economica, con quelle conseguenze negative, che crescono in misura proporzionale al prolungarsi dei tempi e all'aggravarsi delle incertezze. Se impianti più grandi permettono le cosiddette « economie di scala », l'estendersi della crisi provoca flessioni « di scala u sul piano della produzione e dell'occupazione, cui diventa sempre piii difficile porre rimedio. « In Piemonte — ci ha detto dopo rincontro l'on. Arnaud — abbiamo una situazione che non è ancora drammatica, ma che lo diventerà se non si prenderanno pronte e concrete misure. E' inutile convocare i parlamentari, quando i buoi sono già scappati. Occorre mettersi intorno a un tavolo e studiare un piano ». Arnaud, ad esempio, vede diversi tipi di Finanziarie pubbliche, a livello regionale. Afferma: n Una Finanziaria destinata a sviluppare le Infrastrutture non può avere le stesse caratteristiche, come raccolta di denaro e funzionamento, di tuia Finanziaria destinata a facilitare la creazione di nuovi impianti industriali, o il rinnovamento e l'ampliamento di quelli già esistenti ». « In questo momento — ha concluso — due piemontesi si trovano alla guida di ministeri-chiave, come quelli del Lavoro e del Bilancio. Se non riusciremo con essi a studiare e a mettere In alto un piano cconomlco-flnunziario per il rilancio dell'economia piemontese, avremo perso una grossa occasione ».

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