Chimica farmaceutica Laureati senza lavoro
Chimica farmaceutica Laureati senza lavoro Tensione in numerosi atenei Chimica farmaceutica Laureati senza lavoro In giugno prenderanno la-laurea, ma non esiste ancora l'esame di Stato, che dovrebbe abilitarli alla professione - «Ci resta solo la possibilità di lavorare in farmacia come commessi» (Dal nostro corrispondente) Genova, 8 febbraio. Quando i primi laureati in Chimica farmaceutica lasceranno a giugno l'università non troveranno impiego. L'esame di Stato, che in Italia condiziona qualsiasi professione, non è stato ancora istituito. « Senza l'abilitazione, dicono gli studenti, non potremo firmare le analisi, perché non siamo autorizzati: e nessuna azienda ci offrirà un lavoro adatto al nostro titolo di studio ». L'allarme parte da Genova, ma il problema interessa altre venti città, tra cui Milano, Torino, Pavia, Napoli, Roma e Pisa. Per una serie di ritardi burocratici il provvedimento che istituisce l'esame non è stato ancora varato. Ora per sollecitare l'intervento dell'autorità, gli studenti sono pronti a tutto: « Se nessuno penserà a noi, dicono, faremo lo sciopero della fame, accampandoci in piazza ». C'è anche chi vorrebbe occupare l'università: « Siamo tutti in fermento, perché il nostro avvenire è in gioco, e ci accorgiamo di essere stati presi in giro ». Il corso in Chimica farmaceutica, nell'ambito della facoltà di Farmacia, è stato avviato, in diversi atenei italiani, nel 1968. Dicono gli studenti: « Ci fecero molte promesse: avremmo avuto i vantaggi dei farmacisti e quelli dei chimici; avremmo potuto lavorare in farmacia come in un laboratorio di analisi. Ora nelle farmacie entriamo al massimo per fare i commessi. Quando ci siamo iscritti nessuno ci ha detto che per esercitare poi il nostro lavoro avremmo dovuto superare un esame di Stato che non c'era ancora: e a tutt'oggi nessuno ha pensato a istituirlo». La prova d'abilitazione professionale ha già avuto l'assenso del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e il « nulla osta » del ministro della Sanità. Manca però il parere favorevole del ministro della Pubblica Istruzione, per il quale bisognerà attendere, probabilmente, che si risolva la crisi di governo. Dopo il visto del ministro, il Parlamento dovrà esaminare la legge: una scorciatoia sarebbe un decreto del governo, da convertirsi in legge entro sessanta giorni. « Ma se sciolgono le Camere in anticipo, per noi non c'è nulla da fare », dicono con preoccupazione i laureandi in Chimica farmaceutica. Gli studenti genovesi si sono messi in contatto con quelli di altre città. I romani hanno annunciato una tavola rotonda, un convegno nazionale per richiamare l'attenzione delle autorità sulla loro assurda situazione. Uno studente accusa il preside di non avere mai detto chiaramente come stavano le cose: « Lo abbiamo scoperto di recente, quando ormai non si poteva più tornare indietro ». « Sono fantasie, ribatte il preside, prof. Andrea Gandini.sarebbe come se le veliti facoltà di Farmacia che hanno istituito il corso di Chimica farmaceutica avessero congiurato per tenere gli studenti all'oscuro di tutto ». « La verità è, dice il prof. Gandini, che ci troviamo davvero in una situazione paradossale: perché il corso è stato istituito con una legge che non è stata poi perfezionata con le norme sull'esame. E' un caso di assoluta inefficienza, di disinteresse prolungatosi per cinque anni. Ma credo che tutto si appianerà: del problema si stanno interessando la Federazione degli ordini dei farmacisti, le facoltà, parlamentari ». m. b.
Persone citate: Andrea Gandini, Gandini
Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Napoli, Pavia, Pisa, Roma, Torino
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