Polemica la Francia sull'accordo Cee-Usa di Vittorio Zucconi
Polemica la Francia sull'accordo Cee-Usa Kainiti i ministri agricoli Mec Polemica la Francia sull'accordo Cee-Usa Parigi crìtica l'assenza di impegni americani a favore dell'Europa in cambio delle concessioni fatte dai « Sci » in campo agricolo (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 7 febbraio. L'accordo Cee-Usa concluso venerdì scorso tra il rappresentante di Nixon, Eberle, e la Commissione esecutiva, è stato oggi duramente ed ufficialmente contestato dalla Francia: a Bruxelles sono in corso due riunioni, l'ima dei ministri dell'Agricoltura e l'altra dei rappresentanti permanenti dei «Sei» presso la Cee.- In entrambe le sedi, gli uomini di Parigi hanno criticato fortemente l'assenza, nel testo dell'intesa, di impegni americani a concedere « reciproci vantaggi » all'Europa in cambio delle concessioni fatte dai « Sei » in campo agricolo. La Francia ha chiesto perciò ai suoi partners d'inserire nel testo finale una «dichiarazione» nella quale s'invitano gli Usa ad aprire le loro frontiere doganali a diversi prodotti europei. L'accordo non sarà però rimesso in discussione e Parigi non ha chiesto che le trattative siano riaperte, come si pa- ventava alla vigilia delle riunioni di oggi. Soltanto dopo l'inserimento della « dichiarazione », Parigi approverà però formalmente l'intesa. E' evidente che l'urgenza di un sollecito ritorno alla normalità monetaria mondiale (subordinato da Washington alla conclusione dell'accordo di venerdì) è sentita anche dai francesi. I partners di Parigi non hanno ancora risposto riservandosi di far conoscere le loro posizioni nella riunione di domani. Cosi, il Consiglio dei ministri dell'agricoltura (per l'Italia Natali) ha visto appesantirsi il suo già carico ordine del giorno: accanto al dibattito sul futuro dell'Europa Verde tdal quale dipende l'avvenire di dieci milioni di agricoltori europei) i «Sei» hanno dovuto occuparsi dunque anche dei ripensamenti francesi. All'origine della contestazione di Parigi, infatti, è in buona misura anche la volontà di dimostrare che la Commissione esecutiva (che ha condotto e concluso il negoziato), l'organo sovrannazionale della Cee, non può nulla senza il benestare delle capitali. Anche l'Italia ha espresso il suo desiderio cho la liberalizzazione delle importazioni di agrumi Usa non leda i nostri interessi. In realtà, anche il problema delle trattative commerciali con Washington si riconduce, riguardando prodotti agricoli principalmente, al nodo dell'Europa Verde: messa sotto accusa da Washington {«protezionistica») e contemporaneamente oggetto del malcontento delle campagne, la politica agricola comune deve percorrere nuove strade se vuole sopravvivere: da ogni parte d'Europa giungono a Bruxelles gli echi delle proteste delle organizzazioni agricole. Si avvicina la data del primo aprile, entro la i quale dovranno essere decisi I i nuovi prezzi agricoli euroI pei alla produzione e già | Germania e Benelux minac] ciano di stabilire i nuovi prezzi su scala nazionale. Questo significherebbe la fine della politica agricola comune (che fa perno sui prezzi unici) e un salto indietro di dieci anni per tutta la costruzione europea. Di fronte a se i ministri (i cui lavori continueranno domani) hanno due problemi: gli aumenti di prezzo e le direttive per un programma di riforme e strutture agricole. Vittorio Zucconi
Persone citate: Eberle, Italia Natali, Nixon
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