Il boemo Kupka pittore "orfico,,

Il boemo Kupka pittore "orfico,, LE MOSTRE D'ARTE Il boemo Kupka pittore "orfico,, Fu uno dei protagonisti dell'arte contemporanea - Due « spiritualisti »: Lejcune e Bollcy ptpIl pubblico torinese potè accostarsi alla pittura di Frantisele Kupka, nato in Boemia nel 1871, morto a Puteaux presso Parigi nel 1957. uno dei protagonisti del-1 1 arte contemporanea, quando nel 196!) nella memorabile | amostra dei Simbolisti furono presentati cinque suoi dipinti che perfettamente si inserivano nell'aura di quell'esposi¬ zione; ma, tolto forse I tasti del piano, del 1009, appartenevano ancora al periodo simbolistico, appunto, dell'artista e non erano quindi significativi della sua prossima adesione al movimento che, centrato su Robert Delaunay, in una sua famosa conferenza tenuta a Berlino (Dee Sturm) nel 1913 Guillaume Apollinare definì «Orfismo». Suscitare contemporaneamente tutti i colori del prisma per simbolizzare il movimento della vita, ecco ciò che il poeta-critico francese, corifeo del Cubismo e del Futurismo, intendeva indicare col derivato dal nome del mitico demone-cantore, creatore di misteri. Ora sei oli e pastelli, e '25 composizioni silografiche ( 1925-1926) in bianco e nero di Kupka si possono vedere nella galleria di via Battisti li, dove intelligentemente e coraggiosamente Liliana Martano continua il lavoro di divulgazione delle più significative correnti dell'arte moderna per anni condotto dal marito Giuliano, scomparso prematuramente l'anno scorso (lavoro anche editoriale, ed in proposito tra i più recenti volumi delle edizioni Martano tdaaglaivpuslèssclpdopdenmdecdcMcsvogliamo citare l'interessante j Torino 1H02 - Polemiche in \ Italia sull'Arte Nuova, a cura| eli Francesca R. Fratini, Torino, 304 pp., L. 4500): unaj mostra da visitare attentamente, leggendo anche gli scritti del kupka tradotti sul catalogo. La sua teoresi soffre delle medesime insufficienze con cetluali che tipicizzano e infirmano quella di Kandinski: «Essendo il lavoro dell'arie in se stesso astratto, la realtà deve essere costruita con elementi inventati»; equivocando, come si fa da più di sessant'anni nelle discussioni artistiche, sul significato di «realtà». Ma la realtà, con Kupka, è fuori gioco. Entrano invece nel gioco dell'arte le sue forme fantastiche, di una vitalità lirica straordinaria sia che si geometrizzino in una reinventata (dai Cubisti) «Sezione Aurea», sia che proliferino estrosamente in armoniosi ritmi decorativi: davvero «Vita delle Forme», alla Focillon. Nella medesima gal leria, tempere e opere grafiche di Mauro Reggiani. * * Non a caso nei cenni biografici del pittore francese non ancora conosciuto in Ita lia Philippe Lejeune, ili anni, Idel quale ó presentata una suggestiva mostra alla «X)Mi\tesca» (Libreria Fògola, piaz- |za Carlo Felice 19), è scrittoiche fu allievo di Maurice De nis nel 1941, due anni prima che il maestro tragicamente morisse, chiedendo d'essere seppellito con l'abito di terziario francescano: quel Denis che fin dal 1896 aveva affermato « Nous sommes tous préoccupés de Dieu. aujourd'Imi le Christ est vivant », e che rappresentando nel gruppo dei « Nabis » l'elemento cattolic doveva poi svolgereuna funzione cosi importali- te nel rinnovamento dell'arte sacra in Europa. Un riflesso del suo spirito religioso, della sua propensione mistica si scorge infatti nello spiritualismo severo del Lejeune. Tutta la sua sensibile, ascetica pittura ne è stimolata e, si direbbe, lievitata nelle stesure finissime, nelle trasparenze d'un colore delicatamente imbevuto di luce; ed i temi, dal Battesimo al Gesù tru i dottori, dal Sa maritano al S. Giovanni in Pidmos. s'accordano ad una tecnica che fa pensare a quella dei pittori gotici di « Quunda le cattedrali erano biuiiche ». E' un dipingere, questo del Lejeune, che risponde, con accenti mirabilmente misura- ti e sinceri, ad una interiorità di sentimento ascetico, che quasi ci riporta alla radice del sintetismo simbolico, gauguiniano, dei « Nabis »: quasi al famoso Talisman del Sérusier che con Denis si faceva interprete dell'estetica dell'Abbazia di Beuron. * * Un'altra pittura, a modo suo. spiritualistica e forteniente impregnata di motivi simbolici (chiare le allusioni ai problemi ecologici non posti scientificamente ma suggeriti come tragiche componenti della condizione luna uà), è quella di Eugenio Bollcy che, esposta alla « Quaglino Incontri » (piazza San Carlo 177), e detta da Albino Galvano nella presentazione sul catalogo « ricca di umorromantici, di un sottile afflalo poetico e patetico che iif pervade le cadenze e glspazi ». Il colore pillilo e limpido, leso come seriche superfici a comporre fantastiche, irreali immagini, conferisce ai quadri del Bolley un carattere di fiaba gentile in cui « il mangianuvole » ap pare l'ispiratore delle garbate e un poco insenue rappresentazioni. mar. ber.

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