Omertà e paura proteggono il killer che assassinò il giovane al confino di Vincenzo Tessandori

Omertà e paura proteggono il killer che assassinò il giovane al confino Faida di famiglia o racket delle braccia a Cuorgnè? Omertà e paura proteggono il killer che assassinò il giovane al confino I parenti della vittima dicono: «Era amico di tutti. Non sappiamo niente» - Dieci anni or sono aveva assassinato un contadino, ora lavorava con lo zio, cottimista - Si dice che guadagnasse poco, ma in un anno aveva inviato oltre un milione ad alcuni avvocati ri (Dal nostro inviato speciale) e \ Cuorgnè, 5 febbraio. a Ventiquattr'ore di indagini, e- ventiquattr'ore di lotta ser-1 rata da parte del magistrato e | e dei carabinieri contro l'o- i. umla ra e. i a, l: cna di la oasa a a i. oe à mertà assoluta che circonda la. morte di Vincenzo Can. nizzaro, il pregiudicato in domicilio coatto assassinato sulla porta di casa a Cuorgnè con sei colpi di rivoltella. Le piste che gli inquirenti seguono sono due: faida di famiglia o esecuzione sommaria decisa nel mondo del racket delle braccia. Silenziosi, capaci di nascondere il dolore, i fratelli della vittima hanno sostenuto per ore, senza battere ciglio, le domande del procuratore di Ivrea, dott. Fazio, e del capitano Alloro. « Niente sappiamo. Vincenzo non aveva nemici ». hanno ripetuto con incredibile monotonia Leo Cannizzaro, 30 anni; Gaetano, 27; e Alfredo, 22. Abitano a Villafranca d'Asti, in frazione Taverna 56. Solo Leo è sposato, con Sandra Cillione, 28 anni. Il più giovane del clan, Carmelo, 20 anni, fa il soldato a Pordenone. Hanno detto di non aver mai di \ temuto per^ la vita del loro ae- — e e o¬ lfratello: « Era amico di tut ti ». Anche la madre, fatta venire dalla Calabria a Villafranca d'Asti tre mesi or sono, ha ripetuto più volte: « Non so niente ». Poi si è chiusa in un completo silenzio. Si ha l'impressione che tutti abbiano più fiducia nel- , la « propria giustizia » che in j ciue!]a dj (( estranei » Solo Giuseppina Tuscano, la moglie, fra le lacrime ha detto: « Lo avevo supplicato di non uscire. Avevo un presentimento ». Ma non ha aggiunto altro. « Nostra cognata non deve preoccuparsi — hanno commentato i fratelli Cannizzaro, — penseremo noi a lei e al figlio ». Dieci anni or sono, Vincenzo Cannizzaro uccise al suo paese, Bruzzaro Zaffino presso Reggio Calabria, a colpi di lupara un contadino, Vinceni zo Crea, che lo accusava del s: furt0 di un gregge m pecore. e"! Fu condannato dal tribunale di Locri a 20 anni per orni z è ", to in he oi elaio ta la De anto di . ci tti rasondei mori¬ 58 j sano an- I erano state pagate ata cidio volontario. In attesa del processo di appello, il 31 dicembre 1970 fu rimesso in libertà per scadenza dei termini della carcerazione preventiva e inviato al «confino». Per alcuni mesi si fermò a Ceres, poi ottenne il trasferimento a Cuorgnè. A settembre chiamò la famiglia e affittò le due stanze in via Arduino 42. Lavorava come riquadratore con lo zio, Francesco Oppedisano. 42 anni, Torino, via Fratelli Calandra 18, un cottimista che ha in appalto lavori a Torino e a Cuorgnè. Un altro zio, Vincenzo Belfiore, 41 anni, via San Massimo 38, ha un cantiere edile a Bardonecchia. « Guadagnava poco », dice la moglie. Ma i carabinieri | hanno stabilito che in un anno ha inviato più di un milione ad alcuni avvocati, in Calabria. Il fatto di essere a domicilio coatto, poi, non gli impediva di muoversi. E' stato in Liguria, per « certi affari »; a Novi Ligure ha trattato, per i fratelli, l'acquisto di 150 camicie da un compaeGiuseppe Gallo: non ftpgNgqnltdldzG«pcfvvlzi tiionano per um ita ur la onnte arper na or Nella notte il capitano Formato, comandante il Nucleo investigativo di Torino, con il maresciallo Savoia e il capitano Alloro, sono andati a Novi Ligure: pareva una traccia buona. In casa di un figlio di Giuseppe Gallo, Giovanni, 24 anni, abitante a Pozzolo Formigaro, sono state trovate due pistole e una carabina calibro 22. Il giovane è stato arrestato per detenzione d'arma. I Gallo hanno dimostrato di non essersi mossi da Novi Ligure per tutta la giornata di ieri. Si cerca di scavare anche el- j nella breve permanenza di | Cannizzaro in Piemonte. Si è I tilt 111111111111111111 limili 111 lini fatta l'ipotesi che nei mesi trascorsi senza la famiglia possa aver corteggiato la moglie di qualche compaesano. Non ci sono però accuse del genere. Per certo si sa che quattro giorni or sono Cannizzaro ha avuto un violento litigio con un altro sorvegliato speciale. Eppure molti lo descrivono come un uomo silenzioso, tranquillo, che non dava e non voleva confidenze. Dicono Anna e Giuseppe Giacoletto, titolari del bar « Sport », sulla piazza principale della cittadina: « Un cliente che non ha mai dato fastidio. Un brav'uomo. Veniva sempre con il figlio per vedere la televisione. Ieri se¬ ra verso le 20 lo abbiamo visto entrare. Era solo. Ha seguito per circa mezz'ora una partita a dama fra due ragazzi, poi si è allontanato, senza consumare. Ci siamo stupiti che non avesse portato il figlio ». Dieci minuti dopo, Vincenzo Cannizzaro era morto. Dare un volto al feroce « killer » appare molto difficile. Due fratelli, Giovanni ed Ennio Seren Rosso, ieri sera hanno udito la sparatoria. « Colpi sparati in successione molto rapida, credo da una sola pistola », ha detto Giovanni. E il fratello: « Ho scorto nella strada un uomo in ginocchio. Prima che potessi soccorrer¬ lo era crollato a terra. Quando siamo arrivati respirava ancora. Gli abbiamo detto: "Il nome. Dicci il nome. E' spirato prima di poter dire una parola" ». I due erano ancora piegati sul corpo quando una vecchietta vestita di nero è uscita dal portone numero 42 ed ha scavalcato il cadavere. « L'abbiamo fermata e chiesto se conoscesse l'uomo coperto di sangue. " Quale uomo? ", ci ha domandato. Questo in terra, che è stato ammazzato. Lei ha girato gli occhi dappertutto, anche sull'uomo. Poi ha aggiunto: "Non vedo nessun morto ". E se n'è andata ». Vincenzo Tessandori Cuorgnè. I fratelli della vittima: Alfredo c Gaetano, e Io zio Vincenzo Belfiore (Moisio)