I "ribelli,, dell'Iran di Ferdinando Vegas

I "ribelli,, dell'Iran ANALISI I "ribelli,, dell'Iran (Il regime dello Scià, ambizioso in politica estera, è duro all'interno : processi e torture) ì Il tribunale militare di Teheran sta conducendo una serie di processi contro tre « gruppi sovversivi »: centoventitré imputati di spionaggio, sabotaggio, atti terroristici, aggressione a mano armata contro banche sono già passati o dovranno tra poco passare in giudizio. A conclusione dei primi processi sono state irrogate pene severissime, fra l'altro sei condanne a morte e cinque all'ergastolo. Dal canto suo la Savak, la famigerata polizia politica, continua a impiegare, nelle prigioni della stessa capitale dell'Iran, i suoi spietati metodi di tortura: nonostante la smentita dello scià in persona (in occasione delle feste di Persepoli, lo scorso ottobre) le torture rimangono una triste realtà, come testimonia una lettera, appena pervenuta a Parigi, di un prigioniero politico riuscito ad evadere, piena di particolari agghiaccianti. Sotto la superfìcie tranquilla dell'Iran si agita dunque un vivace fermento di protesta, che esplode in forme violente con attentati e colpi di mano e arriva anche a fenomeni di guerriglia rurale e urbana (assassinio, il 7 aprile '71 in piena Teheran, del generale allora capo del tribunale militare). La protesta è diretta, sostanzialmente, contro il sistema paternalistico e autoritario, caratteristico di un regime che dal 1963 è impegnato nel tentativo di realizzare la cosiddetta « rivoluzione bianca »: un vasto programma riformistico, inteso a modernizzare l'Iran sfruttando i proventi della grande ricchezza del Paese, il petrolio. L'Iran, con 227 milioni di tonnellate estratte nel 1971, è il maggior produttore di petrolio del Medio Oriente. Dal 1968, l'ottanta per cento dei redditi petroliferi viene investito nell'industria e nell'agricoltura, donde un indubbio progresso economico (nove per cento annuo di incremento del prodotto nazionale) ed il salto, sul piano sociale, dal vecchio ordinamento feudale alle riforme. Politicamente, però, il regime non concede all'opposizione la possibilità di. esprimersi per vie legali e fatalmente l'opposizione, cosi compressa, trova altri canali di sfogo. A parte le ragioni interne, un regime forte viene ritenuto necessario dai dirigenti iraniani come base sicura per una politica estera tanto ambiziosa quanto difficile da condurre. L'Iran, per la sua stessa posizione geografica, si trova infatti in uno dei settori chiave del globo, tra l'Unione Sovietica a Nord, il Medio Oriente arabo a Ovest e a Sud, infine ad Est quell'Oceano Indiano che fu già dominio riservato delle potenze marittime occidentali, ma oggi viene liberamente solcato dalla Flotta Rossa. Esso deve pertanto destreggiarsi tra le grandi potenze, per evitare di divenire la posta delle loro rivalità, come è accaduto nel passato, quando la Persia veniva contesa tra Inghilterra e Russia. Oggi, ritiratasi Londra dal settore mondiale « a Est di Suez », sono sul campo gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, mentre si profila da lontano l'intervento della Cina, che si fa sentire nell'Arabia meridionale e nell'Africa orientale. Sul piano globale, innegabilmente, la politica estera di Teheran si rivela molto abile: da un lato vengono mantenuti rapporti eccellenti con gii Stati Uniti, una relazione speciale rispondente anche all'orientamento interno del regime; dall'altro lato, però, non vengono trascurati i legami con l'Unione Sovietica, i quali sono anzi molto solidi. Con la Cina sono state allacciate, in agosto, le relazioni diplomatiche. Ma la sfera propria di azione dell'Iran è sul piano locale, precisamente nel Golfo Persico, dove Teheran intende chiaramente assumere un ruolo egemonico, subentrando alla Gran Bretagna. L'occupazione delle isole che controllano lo stretto di Hormuz, contro le rivendicazioni degli emirati arabi, ha sottolineato energicamente questa direttiva dell'Iran: affermare la propria posizione e insieme offrirsi come garante della via del petrolio. Ferdinando Vegas Soiuvtgrd—tAlmagc »A U. R. S. S.