Pressione della violenza sulla città

Pressione della violenza sulla città L'altra sera: tre bande hanno agito contemporaneamente Pressione della violenza sulla città Nuove tecniche, un'arma in pugno e una freddezza eccezionale che sgomenta - Ieri altro episodio di delinquenza: una lattaia aggredita all'alba in una via buia, gettata a terra e rapinata della borsa con 50 mila lire - In una tabaccheria: due giovani distraggono il negoziante, un altro ruba 3 milioni Allarme, rapina. Tre volte in meno di mpzz'ora, l'altra sera, l'appello è risuonato nelle centrali della polizia e tiri carabinieri. Un'ondata criminale, concentrata in pochi minuti anche se dispersa in punti diversi, si è abbattuta sulle strade torinesi. Sono queste frustate di o 2 violenza, improvvise e brutali, che lasciano 1 cittadini sgomenti, con l'Impressione che la comunità sia inerme di fronte alla delinquenza. Non è cosi, naturalmente. La città si difende, contrattacca, spesso con larghezza di mezzi. Pattuglie perlustrano ininterrottamente le strade, vaste operazioni di controllo vengono compiute periodicamente, si schiumano i bassifondi e decine di ricercati j finiscono in carcere. Proprio in j questi giorni i carabinieri hanno debellato una banda di trafficanti d'armi e la polizia una di rapinatori, capeggiata da un evaso, i Nella stessa pagina di cronaca che ieri riferiva delle tre rapine c'era anche notizia di un'imponente azione dei carabinieri, I condotta in tre province piemontesi e nella Val d'Aosta con decine di arresti, sequestri di armi, denunce, recupero di refurtiva. I Ma poi arriva una sera come I quella di martedì e tutto questo sembra una fatica di Sisifo. Ci si chiede: « Ma come? Le carceri rigurgitano di detenuti, non si sa più dove metterli, anche le guardine della Questura sono sii| paté, così come le prigioni manj damentàll in tutta la regione. Quasi tutti i liberati dalle ultime i amnistie sono tornati dentro: colme può ancora accadere che tre rapine contemporaneamente si ab1 battano sulla città? ». Sembra che per ogni delinquente arrestato altri siano generati da una insopprimibile matrice di violenza annidata nelle viscere della grande città. Diventare rapinatori è facile. Troppo. Dice un commissario di polizia: « Per diventare scassinatori occorrono applicazione c geniaccio meccanico, per diventare truffatori un talento innato. Ma per impugnare un'arma non occorre nulla. Bastano i soldi per comperarla e il gusto ottuso, brutale della violenza ». E' questa facilità cl:e sgomenta: la serata di martedì ha svelato la presenza di tre nuove bande, che per caso hanno esordito contemporaneamente. Almeno nove giovani disposti a giocarsi la vita, e a giocare quella degli altri, in un'impresa disperata. Tre a Moncalieri, armati: avvinghiano alle spalle un rappresentante di gioielli, gli sparano tra le gambe per terrorizzarlo, gli strappano la valigia e si dileguano nel buio tra vampe'di colpi di pistola, per scoraggiare eventuali inseguitori. Due in via Alessandria, che irrompono nella casa di un orefice, lo legano a una sedia e gli rubano l'oro. Quattro in via Tripoli, all'assalto della vetrina di un gioielliere. La classica i( spaccata » con il « cric », che era finora un incruento furto aggravato. Ma poiché i gioiellieri hanno mostrato di volersi difendere e c'è il pericolo che escano con una pistola in pugno, ecco la nuova tecnica: uno dei banditi sulla soglia, armato, che tiene a bada le vetrine, mentre i complici sfondano il cristallo. E il furto aggravato diventa rapina: I la delinquenza si è aggiornata e i hllèrcevpciealiMcsi ha compiuto un altro passo nell'« escalation » della violenza. La pressione della violenza sulla città è ormai ininterrotta. Non è trascorsa una notte dalle tre rapine che, prima dell'alba, la cronaca ne registra un'altra. Un episodio che un tempo si definiva « scippo )i e non era una vera e propria rapina. Ma questa lo è, con in più tutta l'angoscia di un incubo nelle strade ancora buie e deserte. La lattaia Sinfa Benazzi, di 44 anni, esce di casa, in corso Agnelli 45, e va ad aprire il negozio in corso Unione Sovietica 30il. Ma si accorge che una « 500 » con due giovani la tallona a passo d'uomo tra la bruma, intuisce che si tratta di malintenzionati e si mette a correre: lungo via Stirpi, verso le luci di via Buenos Aires, più frequentata, dove spera di ottenere aiuto. Ma non ce la fa. La « 500 » ha accelerato con un rombo rabbioso, l'ha raggiunta a un passo dalla salvezza, ne sono scattati tuori due giovani che la gettano a terra e le strappano la borsa con 50 mila lire. Poi fuggono, lasciandola terrorizzata e dolorante per una ferita. Due ore dopo, altri tre giovani entrano nella tabaccheria di Giacomo Bollito, 55 anni, al numero 10 di corso Duca degli Abruzzi. Due lo distraggono, facendosi mostrare i bocchini esposti in vetrina. Il terzo arraffa e infila sotto il cappotto marche da bollo per tre milioni. Un semplice furto, ma ci si chiede: « Che cosa sarebbe potuto accadere se il tabaccaio si fosse voltato e avesse colto il ladro sul fatto? ». La città ormai sente la cappa minacciosa che le grava addosso, è spaventatala ed esasperata. C'è il pericolo non solo di reazioni inconsulte alla minima provocazione, ma che si diffonda uno stato d'animo preoccupante. Quello che tende a legittimare la reazione privata, elio induce i cittadini ad armarsi. Come se la legge di Lynch potesse bastare per risolvere il grave, complesso problema della criminalità non in un paese di frontiera ma in una grande città moderna. Gli orefici Rosa ed Ernesto Mele rapinati in via Caluso - La lattaia Sinfa Benazzi e il tabaccaio Giacomo Bollilo derubato di 3 milioni

Persone citate: Benazzi, Ernesto Mele, Lynch

Luoghi citati: Moncalieri, Val D'aosta