Ridotta a 14 aiuti la pena alla ragazza che uccise a rivoltellate l'ex fidanzato
Ridotta a 14 aiuti la pena alla ragazza che uccise a rivoltellate l'ex fidanzato La sentenza a Genova dopo 4 ore di camera di consiglio Ridotta a 14 aiuti la pena alla ragazza che uccise a rivoltellate l'ex fidanzato Uguale condanna anche per uno dei fratelli - Nel processo di primo grado a entrambi erano stati inflitti 20 anni - All'imputata è stata riconosciuta l'attenuante della provocazione: sparò sette colpi contro il giovane che l'aveva resa madre e non voleva sposarla (Dal nostro corrispondente) Genova, 1 febbraio. La corte d'assise d'appello di Genova ha ridotto da venti a quattordici anni la pena inflitta ad Annunziata Tropiano e al fratello Giuseppe. Michele Tropiano è stato assolto; in primo grado la corte aveva ritenuto che il giovane non avesse commesso il fatto; oggi ha sentenziato « per insufficienza di prove ». Annunziata, oggi ventitreenne, è in carcere da tre anni, ne uscirà a 34. Il fratello maggiore ne ha 25: sarà libero a 36. La sentenza è stata letta dal presidente Goffredo Russo dopo quattro ore di camera di consiglio. Il procuratore generale Gaetano De Matteis aveva chiesto la conferma della condanna a vent'anni per Annunziata e Giuseppe e a tredici anni e quattro mesi per Michele. Alla lei tura del verdetto Annunziata è scoppiata in lacrime coprendosi il volto con le mani. Anche Giuseppe, che lo scorso anno, in corte d'assise, aveva accolto impassibile il giudizio,1 preoccupandosi anzi di confortare la sorella vittima di una crisi nervosa, oggi si è messo a piangere quando ha compreso che la sua condanna era stata ridotta; Michele, in divisa militare, si è avvicinato loro: uno sguardo, una stretta di i mano, poi si è allontanato. La corte ha riconosciuto ad Annunziata l'attenuante; della provocazione. Secondo i giudici d'appello la giovane uccise, il 19 gennaio del '68, con sette colpi di pistola, Luciano Delfino, perché il comportamento del giovane fu tale da spingerla al delitto; il fidanzato non va ammettere di essere il pa dre del bimbo del quale era ii.cinta e rimandava le nozze vole- a dopo la nascita: solo se si . se fosse accertato che era suo I figlio l'avrebbe sposata. Luciano Delfino conobbe Annunziata Tropiano in una sala da ballo di Varazze nella primavera del '68. Cominciarono a frequentarsi e dopo pepoallchsumqualche settimana la ragazza si concesse al giovane; lei faceva la cameriera in una pensione di Varazze, lui era il figlio di un benestante di Sciarborasca, nell'entroterra di Cogoleto sulla Riviera di Ponente. « Fin dall'inizio il loro rapporto fu una provocazione, da parte di Luciano, nei confronti di Annunziata — ha detto l'avv. Monteverde, che ha replicato stamattina pri i a che la corte si ritirasse in camera di consiglio — perché il giovanotto si presentò con un nome falso. Poi perché le diede un indirizzo sbagliato: infine perché, quando rimase, incinta, le propo se il rinvio delle nozze a dopo ta nascita del bambino. L'ul (imo grave atto provocatorio fu compiuto da Luciano Del fino un istante prima di es-sere ucciso. Annunziata gli chiese per l'ultima volta di sposarla. Il giovane però le rispose: " Meglio morto che Ec(Duntasposato a te, p... ". Fu quella Irase oltraggiosa a fare scattare la molla omicida nell'animo di Annunziata ». Questa parte della tesi difensiva, però, non è stata accolta dai giudici, i quali hanno confermato che il delitto fu premeditato: per questo hanno condannato alla stessa pena di Annunziata anche Giuseppe Tropiano, accusato di esserne l'ispiratore e il maestro. « Fu Giuseppe, coadiuvato da Michele — ha sostenuto il procuratore genei rale — a spingere la sorella | ad uccidere. Le inculcò nella : mente un malinteso senso dell'onore secondo il quale non sarebbe stata riabilitata agli occhi del mondo se non aves i 1111 m 11111111111 il 111111111111111111111111 il 111111111111 j t se punito " il fidanzato colpevole. Le insegnò a sparare, portandola in campagna ad allenarsi. Non si può quindi che concludere affermando la sua piena correità nel de- mt0 »- m. b. i p6sGstfdc Genova. Giuseppe, Annunziata e Michele Tropiano (in divisa) durante la lettura della sentenza (Tclcfoto Nazzaro)
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