Il torinese ucciso in Savoia vittima di un "regolamento,,

Il torinese ucciso in Savoia vittima di un "regolamento,, Secondo gli accertamenti della polizia Il torinese ucciso in Savoia vittima di un "regolamento,, L'uomo, 33 anni, è stato trovato in montagna immerso nella neve Aveva già avuto che fare con la giustizia - Arrestato un suo amico (Dal nostro invialo speciale) Chamonix, 28 gennaio. Giovanni Garabello, il torinese trentatreenne ucciso sui monti dell'Alta Savoia con tre colpi di pistola, è slato vittima di un regolamento di conti. Lo hanno accertalo la. gendarmeria francese e la polizia italiana. Per questo delitto due persone sono in carcere, una è ricercata. La polizia sta scavando nella vita della vittima, per scoprire i moventi del delitto. Il quadro che si presenta è sconcertante. Giovanni Garabello sembrava una persona mite, modesta, ma sapeva abilmente sfruttare quest'apparenza inoffensiva. Da semplice garzone di macelleria, era riuscito nel '62 a mettersi in proprio acquistando un negozio a Torino, in via Montevideo 20. Voleva far denaro in fretta e senza fatica, non pagava i fornitori. Debiti, cambiali in protesto, minacce di fallimento si accumulavano. Si è sbarazzato del negozio, ne ha aperto un altro in via Tunisi 117, poi un terzo a Moncalieri, in corso Trieste 59, dove ha conosciuto Rita Ottenga, 40 anni, fioraia. E' naia una relazione. Nell'aprile del '70 ha affittato un alloggio al terzo piano di una villetta in via Mazzini 8 a Trofarello. Nel mese di settembre si ò spo¬ salo con Ada Tavella, di None, dopo avere abbandonalo la Ottenga. Ma senza restituirle il denaro, circa un milione, e l'auto che le aveva preso. Perseguitalo dai creditori, ha deciso di aprire una carrozzeria in via Torino 123. I prezzi praticati nell'officina erano mollo bassi, nel paese si diceva che venivano utilizzati pezzi di auto rubate. Ma erano soltanto voci, non c'erano prove. A suo carico ci sono state invece alcune denunce per avere falsificato delle cambiali. L'officina è stata chiusa il 15 gennaio, i dipendenti sono slati licenziati. Non si sa perché, gli inquirenti cercano di scoprire che cosa sia accaduto in questi ultimi 11 giorni. Niente di particolare, dopo l'improvvisa chiusura dell'officina, durante la prima settimana: la situazione precipita martedì scorso, verso sera, quando Giovanni Garabello rincasa per uscire subito dopo, con la sua « 500 ». Ma la abbandona dopo pochi metri e prosegue a piedi. Un contegno strano. Di lui non si saprà più nulla per 24 ore, fino a mercoledì sera, quando viene ritrovato cadavere con tre proiettili di pistola in corpo. Un uomo, di cui i gendarmi mantengono segreta l'identità, entra verso le 21 nel posto di polizia di Cluses, nell'Alta Savoia. Ai gendarmi il teste segreto racconta: « Giovanni Garabello. Antonio Quattrone di 31 anni, che abita a Torino in via Massa 47 ed io siamo arrivati stasera alle 18 a Cluses. Dopo aver lasciato l'auto del Quattrone a Courmayeur, siamo andati in autobus a trovare Antonio Arjuso, cognato del Quattrone, che abita in ruc de Bargii 36». A questo punto il racconto si fa confuso. Tutti insieme, con l'Arfuso, sarebbero andati a La Roche-sur-Foron, una cittadina a 20 chilometri per prendere un caffè, sarebbero tornati indietro e sali ti a S. Sigismond, un paesetto sui monti a 10 chilometri da Cluses. Scesi dal l'auto, avrebbero proseguito a piedi, in fila indiana e nella neve alta, fino ad Agy: dove il Garabello è stato ucciso. Chi ha sparato? « Uno degli altri due, non so precisamente quale ». Ora Antonio Arfuso è arrestato, nega Antonio Quattrone è riusci to a rientrare in Italia. I gendarmi intanto trattengono anche il teste misterioso. Carlo Novara

Luoghi citati: Agy, Courmayeur, Italia, Moncalieri, None, Savoia, Torino, Trofarello