Ritorno alla Bibbia di Mario Gozzini

Ritorno alla Bibbia La situazione oggi in Italia Ritorno alla Bibbia Enciclopedia della Bibbia, 6volumi, Ed. LDC. Torino,1969-1971, pagine 4100, lire 108.000. ; : Nel 1781 Antonio Martini, arcivescovo di Firenze in quello stesso anno, portava a termine la traduzione integrale della Bibbia dal latino della Volgata, fornendo ai cattolici italiani un loro testo, letterariamente pregevole, da contrapporre a quello del protestante Diodati, che risaliva agli inizi del Seicento. Salvo traduzioni parziali di singoli libri, bisogna attendere il Novecento inoltrato perché si abbiano nuove traduzioni complete, condotte, ora, sugli originali. E nel giro di pochi decenni sono già almeno otto: Vaccari, Luzzi (valdese), Garofalo-Rinaldi, Nardoni, e, piti recenti ancora, Galbiati- Penna-Rossano (Utet, 1963), ctuella dei Francescani (Garzanti, 1964), quella a fascicoli separati delle Paoline, in corso (1967 ss.), più la Bibbia concordata, in colla- «orazione fra cristiani delle diverse confessioni ed ebrei ,Mondadori, 1968). a suo tempo qui recensita. Marti ni e Diodati, rimasti a lun- go unici, passano ormai agli archivi della storia. La ripresa di interesse per la Bibbia, documentata da qttesti scarni dati, corrisponde, d'altronde, al cambiamen to d'orizzonte verificatosi nella Chiesa romana in questo secolo: sia sul piano degli studi e delle ricerche, con l'apertura cauta ma crescente ai metodi scientifici di indagine; sia per quanto concerne l'esperienza vissuta dei fedeli, col superamento della diffidenza verso la Scrittura seguita alla Riforma e con la restituzione di un valore primario alla « Parola di Dio », nella liturgia e nel costume. Non è facile dire quali modificazioni potranno venir determinate da questo «ritorno alla Bibbia», non solo nella mentalità generale dei cattolici ma anche nella cultura laica: certo è che si tratta di un orienta 1 mento fondamentale, tra i pochi sicuri a cui riferirsi in | questo periodo confuso e tumultuoso. Una lettura della Bibbia che voglia giovarsi di un minimo di coscienza critica sol-1 leva oggi problemi talmente I numerosi e complessi da ren- j l der vana la pretesa di con , - - i i d e a e, nneoi, ao- I ia r I Troviamo tenerli in un semplice apparato di introduzioni e di note, per quanto nutrito. Il la- ; voro degli studiosi, infatti, ha apprestato strumenti di prim'ordine a questo fine: di j alcuni il lettore, credente o I no, non può più idre a me-1 no. Una posizione privilegiata fra tali strumenti occupa indubbiamente la presente Enciclopedia, uscita in Spagna (ed. Garriga, Barcellona) fra il '63 e il '67, ed ora tradotta in italiano sotto la direzione di Armando Rolla, coadiuvato da tre biblisti della Facoltà teologica di Torino, Ardusso, Ghiberti, Marocco, con opportune integrazioni, revisioni e rifacimenti, che aggiornano e migliorano l'originale. L'opera, pur mantenendosi a un - livello scientifico tale da soddisfare quasi sempre anche una consultazione esigente, ha intenti che si potrebbero definire divulgativi (o, in linguaggio tecnico, catechetico-pastorali). Basti pensare all'immenso corredo illustrativo: oltre 2000 riproduzioni in nero e a colori (una media di una ogni due pagine), per lo più fotografie di paesaggi e monumen-1 ti, ma anche reperti archeologici e preistorici; nonché ì poco meno di 300 fra cartine e piante. Il piano dell'opera si articola in ben 4877 voci, ordinate alfabeticamente: si è preferito, cioè, una partizione molto analitica e addirittura frammentaria della materia, con grande frequenza di rinvìi interni, anziché puntare su vaste sintesi mono-1 grafiche. La brevità conseguente delle voci permette, tra l'altro, di concentrare citazioni e riferimenti in due gruppi di note — uno per i passi biblici, uno per il resto — in fondo alle voci stesse, prima delle bibliografie: ed anche questo contribuisce a facilitare la lettura. Per quanto i 300 e più autori appartengano alle diverse confessioni cristiane, con la presenza, anche, di studiosi ebrei, si tratta di un'opera chiaramente cattolica: non priva, qua e là, di toni e argomentazioni che risentono del vecchio stile apologetico e controversistico, preoccupato di salvaguardare ad ogni costo la continuità del magistero ecclesiastico (si veda, per esempio, la voce Modernismo, arretrata anche dal punto di vista storiografico); ma attentissima, sui problemi fondamentali, ai grandi contributi protestanti, registrati e discussi senza pregiudiziali polemiche, cosi che mo.te voci danno veramente il senso di quanto la Bibbia costituisca ormai il « luogo ecumenico » per eccellenza (se non ci inganniamo, l'edizione italiana risulta ancor più avanzata in questo senso: effetto degli anni intercorsi, sia pure pochissimi, oppure di una caratteristica generale dei nostri biblisti e teologi — tra i quali vanno segnalati almeno F. Festorazzi e C. M. Martini, autori di alcune voci eccellenti — nei confronti degli spagnoli). Una rapida scorsa permette di accertare che gli interessi linguistici, storici, ecologici (per usare un termine di moda, ma certo appropriato) prevalgono nettamente su quelli teologici. icchissime informazioni per tutto quanto concerne l'onomastica e la toponimia (particolari cure per le trascrizioni da una lingua all'altra), le questioni testuali, le versioni, l'archeologia, le scienze preistoriche e paletnologiche, la storia, la geografia e in genere le caratteristiche ambientali dello spazio medioorientale, dalle credenze religiose aila fauna e alla flora. Secondo una metodologia ormai pienamente accolta dall'esegesi cattolica, la Bibbia è situata nel più ampio contesto delle culture con le quali gli Ebrei vennero a contatto: la fede nella ispirazione divina dei suoi autori non esclude più che si studino le relazioni umane che condizionarono il loro modo di esprimersi. Quanto ai grandi temi teologici, risultano molto me- no sviluppati: 55 colonne per Geografia della Palestina, 40 per Archeologia, 54 per Preistoria, 45 per Qumriin, 48 per Egitto., contro poco più di 1 colonna per Cristologìa. 3 per Escatologia, 2 per Incarnazione, 3 per Regno di Dio. Anche da questo punto di vista i curatori italiani si sono sforzati di integrare e approfondire certe voci troppo esigue. Comunque, il lettore che abbia interessi teologici prevalenti ricorrerà opportunamente ad altri strumenti complementari: i Dizionari di teologia biblica diretti da X. Léon-Dufour (Marietti. 1965) e da J. Bauer (Morcelliana, 1965). il Vocnbolario biblico di J. J. von Allmen (A.V.E.. 1969) o. per il Nuovo Testamento, il Grande Lessico del Kittel (traduzione in corso presso Paideia). Mario Gozzini

Luoghi citati: Barcellona, Egitto, Firenze, Italia, Palestina, Spagna, Torino