Come leggere l'Eneide

Come leggere l'Eneide Mentre si conclude la traduzione televisiva Come leggere l'Eneide Virgilio: « Opere », a cura di Carlo Carena, ed. Utet, pag. 918, L. 10.000. o e a e e i e i o a eo o ie fa e: di « Onorate l'altissimo poeta I l'ombra sua torna I ch'era dipartita ». L'aveva messa in fuga l'Eneide sul lelcschermo. Cade a proposito, negli slessi giuria pubblicazione integrale dell'opera di Virgilio: è come dare pane a gènte intossicata da ibi adulterati. Carlo Carena ha tradotto questi versi attenendosi al monito di Dryden: le parole di Virgilio, come quelle che la Sibilla scriveva sulle foglie, non si possono spostare: « Il più lieve sopirò le scompone e qualcosa della loro divinità va perduta ». Tale rispetto verso un autore deriva da onestà oltre che da dottrina: doti che spesso mancano ai dissacratori, animati da schematismo ideologico e da arrivismo morale più che forniti di strumenti critici. Lo stesso rigore impronta l'introduzione: Carena espone la sua interpretazione con sensibilità di critico e autorità di studioso, dopo averla messa a confronto con i giudizi di classicisti d'ogni paese: un imponente apparato crilieo, 2b pagine di bibliografia, i titoli di circa 800 opere, quasi unte recenti. Virgilio incominciò a esser venerato da vivo; ha conlinuato a ingigantire, e a) tempo stesso, a eludere, via via che la sua immagine s'è riverberala dall'uno all'altro commentatore; ha assorbito i problemi delle generazioni e li rifrange: vate per i patrioti, profeta per i cristiani, portavoce delle rispettive doti line per epicurei, pitagorici e stoici, guida spirituale di Dalile, entrò ben presto nella letteratura europea e legioni di poeti se ne nutrirono. I critici hanno collo nei suoi versi l'eco dei vaticinii che da Israele, dall'Iran, dall'Egitto c dall'Etrurià presagivano la fine d'un'epoca c salutavano l'avvento d'un'età di giustizia; hanno vislo in lui il cortigiano, indotto da Mecenate a celebrare il regime e la dinastia Julia; il creatore del mito di Roma; l'imitatore di Teocrito o di Lucrezio: l'iniziato ai misteri orfici; il veggente, infine, presago dei tempi che domineranno gli spirili nei secoli successivi alla sua morte. Interpretazioni troppo ingegnose impoveriscono, a volte, un'opera luminosa di poesia, a furia di cercarvi una tesi, allusioni, coincidenze cronologiche: lavorio acuto ina pur sempre inadegualo, poiché la trasposizione poetica non consente verosimiglianze. A qucslo livello, qualsiasi contenuto occasionale diventa allo c solenne, e tulio si fonde in una poesia che è musica dal timbro inconfondibile, magia evocativa di paesaggi, luci, stagioni e intuito lenero e pietoso del sentire umano. Virgilio rende con una pennellata la nota piti autentica di ciascuno: di Andromaca, nelle parole che rivolge ad Ascanio (« Il mio Astianalte sarebbe con te nel fiore degli anni...»), di Didone nel presentimento dcll'ab- mdinvpfzloctptlsslbandono (« Chi riuscirebbe a vreugmccz ingannare ima donna che ama? »); misura la desolazione di Df.dalo, incapace di tradurre in arte la sua sventura (« Di;e volte ricaddero le sue mani di padre... »). Oltre al contributo estetico c filologico, questa vasta produzione di studi virgiliani ha collocato il poeta nell'ambiente culturale c spirituale del suo tempo; ed è il punto in cui la presentazione di Carena è particolarmente efficace. Se Virgilio non fu soliamo un elegiaco, se rinnegò l'inclinazione del suo spirilo alla lirica e alla speculazione filosofica, da quell'esi- slenza umbratile rena — « fu la violenza del momento storico a strapparlo». Già dietro le Bucoliche, scritte Ira il 42 c il 39 a.C. si ode il brontolio minaccioso degli avvenimenti: sui prati. Ira le nebbie lievi, parlano soltanto pastori, come di regola negli idilli!; ma l'uno esprime riconoscenza al principe che gli ha reso le terre confiscate, l'alito canla l'avvento d'un nascituro che promuoverà una nuova clà dell'oro, un terzo ode molili e selve celebrare l'apoteosi di Dafni, divenuto un dio (e nel giovane ucciso, forse, si adombra G. Cesare). Attraverso questi dieci carmi, trapelano la storia di Roma e quella interiore del poeta, i suoi contrasti non risolti, il conflitto tra vocazione poetica e impegno civile; la commossa osservazione della natura si fonde nella concezione messianica della storia, che è parte della sua visione cosmica. L'auspicio d'un mondo affratellato, infiliti, rientra in un ordine universale: uomini, animali-e piatile sono immersi nell'ansito possente dell'universo. Il dilemma Ira poesia e attivila produttiva sembra risolto nelle Georgiche: opera didattica, apertura del principato al proletariato italico, celebrazione dei valori d'una civiltà agricola. St. il poema è tutto qucslo. ma anche qualcosa di più. scrive Ca-1 Esso segna la conversione del è e o e a è e . i e o o: e a. la gnno a na ia o si la poeta dalla pastorelleria arcadica alle composizioni impegnate, dall'ozio sognante al lavoro foriero di virtù civiche. In qucslo aspetto, prelude all'Eneide, nella quale trovano formulazione epica le più profonde istanze del tempo: l'aspirazione alla pace, il bisogno di dare un senso al dominio, un molivo d'unione a popoli diversi, una ragione mitica alla riconciliazione Ira Oriente e Occidente promossa da Augusto dopo Azio. Superata la rivalità Ira Grecia e Roma (Enea Uova sul Palatino Evandro, un greco, ad attenderlo), ['Eneide additava alla cultura ellenislico-romana una comune missione di civiltà contro la barbarie; auspicava un ritorno all'innocenza e alla povertà d'un tempo. Cent'anni di guerre civili avevano dilaniato uno Stato di formazione rapida, prima che avesse maturato una spiegazione al proprio accrescimento, una ragione ideale all'esercizio del dominio. Ebbene, attraverso una serie di rivelazioni, Enea prende gradatamente coscienza d'esser strumento di disegni sovrumani. La sua allegoria personale riflette quella della collettività; egli dovrà affrontare ardue fatiche per fondare una stirpe che sarà portatrice di pace e di giustizia; ma, per attuare quella missione, bisognava che i romani attingessero ai valori originari; non rinnegarli, ma piuttosto potenziarli, non vergognarsi della rusticità nativa, ma andarne fieri. Il trasferimento di quei fattori plebei sul piano dell'epopea trova rispondenza nell'arte figurativa augustea: essa pure adotta forme elleniche per celebrare miti italici. Artisti greci, chiamati da Augusto, allestirono statue degli antichi eroi da collocare nel Foro: sono gli stessi clic Anchise addila a Enea come futuri artefici dell'impero, sono i personaggi delle Deche che Livio componeva in quegli anni, successivi alla vittoria di Azio. La comune rievocazione di modelli esemplari servirà ai dominatori di monito e conferirà prestigio al loro potere. Se c vero che dalla lettura dei classici si attinge un arricchimento dello spirito e una lezione di civiltà, va notalo che tra i predecessori del principe sia lo storico sia il poeta elogiano gli oppositori ideali, il prillili Bruto, Catone. E' la comprensione di Omero verso i troiani, di Eschilo verso i persiani, il rispetto di Orazio per la regina suicida Cleopatra, clic non accettò di apparire — « Non htimilis mulier » — nel trionfo di Oltaviano. E' una dimensione spirituale che s'è perduta. Lidia Storoni Enea e Didone, alla televisione

Persone citate: Carena, Carlo Carena, Catone, Enea Uova, Lidia Storoni Enea, Palatino Evandro

Luoghi citati: Egitto, Eschilo, Grecia, Iran, Israele, Roma