Torino ancora una volta ultima

Torino ancora una volta ultima Problemi del grande traffico, Confronto COn le altre Città Torino ancora una volta ultima Si rischia di completare soltanto nel '75 il sistema viario che dovrebbe funzionare da anni, mentre già si affacciano nuove esigenze - Le tangenziali avanzano, ma sono inutili senza i raccordi con il reticolo urbano - Altrove si perfezionano queste cerniere, da noi non esistono ancora Apri una rivista di tecnica autostradale, sfogli una pubblicazione sui problemi dui traflico, o consulti un bollettino di informazioni sui trasporti. Tra una pagina c l'altra, ecco le prospettive li il (mia li che (magari notturne, tutte un reticolo di scie luminose) di grandi infrastrutture stradali. Dalla tangenziale di Bologna, ancora veloce e snella, a quelle di Milano, ormai al limite di saturazione; dalla sopraelevata che si incunea in Genova ai raccordi che abbracciano Roma. E Torino? Il capoluogo piemontese ha avuto Imo sviluppo, sia urbanistico sia industriale, non inferiore (semmai superiorei a quello degli altri grandi eentri italiani. Ma la costruzione delle opere viarie è. stata avviata in ritardo. Oggi le tangenziali Nord e Sud [ormano un semianello a occidénte della ciltà che, quando sarà ultimato, collegllerà l'autostrada per Milano con quella per Piacenza. Ma è un asse isolato, oltre che incompleto. Non costituisce un sistema viario inte. grato con la complessa realtà torinese. Nelle ore di punta o nelle giornate festive, gli automobilisti che usufruiscono delle tangenziali impiegano da 40-45 minuti a un'ora per entrare in città, soprattutto per la mancanza di raccordi. La funzione fondamentale di infrastrutture come le tangenziali non e solo (e non tanto) di sopportare il carico dei trattici di attraversamento e di quelli pesanti, ma di raccordare i sistemi autostradali e le grandi vie di comunicazione con il reticolo del la viabilità urbana. Proprio quello che le tangenziali torinesi non sono ancora in grado di offrire. Non e. semplicemente un problema di circolazione fluida, né sono in questione solo gli interessi degli automobilisti o del turismo. Il raccordo fra traffici, esterni e viabilità urbana è un ingranaggio, insostituibile e delicato, di una politica dei trasporti non settoriale, ma coordinata all'or, ganizzazicne del territorio. In questa dimensione, le attuali carenze delle tangenziali torinesi vengono pagate in termini economici. Alla conferenza di Stresa sul traffico e la circolazione, il ministro dei Lavori Pubblici Lauricella ha sottolineato che il punto critico è « la cerniera Ira grandi vie di comunicazione e i centri urbani ». Che cosa ne consegue? « Appare necessario — ha detto il ministro — date priorità al completamento e al perfezionamento della viabilità ordinaria di raccordo e di svincolo, a livello sìa regionale, sia locale, metropolitano e urbano 11. Ma Milano, Roma, Bologna (perfino Genova o Napoli, nonostante le difficoltà che crea la loro configurazione geografica, strette come sono tra montagne e mare) hanno già strutture viarie che offrono sufficienti garanzie tecniche e funzionali. Potranno adeguarle, migliorarle, potenziarle, secondo previsioni a lunga scadenza. Torino parte con un «handicap», come nelle corse dei cavalli. C'è il rischio che si trovi a realizzare nel 1U75 le opere che erano necessarie nei 1970 e nel 1080 quelle che si renderanno opportune, se non indispensabili, nel 1075. Perché questo ritardo di fondo? Le spiegazioni ci sono: soprattutto due. 1) La città ha fatto da sola, e facendo da soja ha Unito per logorare le proprie disponibilità, sfruttandole più per esigenze settoriali che Secondo una concezione globale del problema dei trasporti e della viabilità. Basta osservare la rete delle autostrade costruite dall'Iri: si estende da Bari, a Chiasso, a Padova, attraversa le Marche, la Liguria o la Campania, ma nel Piemonte neppure un'appendice. La Torino-Milano, prima di tutte, poi la Torino-Ivrea, la Torino-Savona e Infine la Torino-Piacenza so. no state progettate e realizzate dalle forze locali, da società piemontesi, enti pubblici, capitale privato. 2) E' mancata la programmazione. Le opere principali dei trasporti piemontesi sono stale co- strutte secondo esigenze immediate, non approfondite, non misurate sul futuro del capoluogo e della regione. L'esempio più ihiaro è ancora nelle tangenziali torinesi. Seno state progettate come elementi autonomi, non so no state inserite in un disegno sistematico, completo. Cosi oggi 111111 MI 1111111111111 II 1111111111111111 ( 111111111M111111 c'è il problema della tangenzia- j le Est: cioè di chiudere l'anello della viabilità di raccordo. E la parte più bella della città — l'oltre Po — è ridotta a zona di attraversamento di tutto il traffico per Genova. La Provincia ha un progetto per la tangenziale Est: ma è an. coni alla fase di studio. La tangenziale di Bologna è stata finanziata quasi completamente dall'Anas. Lo stejso per i raccorddi Milano e Genova. A Romapoi. lo Stato fa tutto. E Torinopuò ancora affrontare da sola unritardo, che politico? è tecnico, e anche : ' | | La tangenziale di Bologna c stata costruita con larghezza di mezzi dall'Anas - Uno degli svincoli nei pressi di Arcovcggio I possenti pilastri della sopraelevata in costruzione a Roma

Persone citate: Lauricella, Seno