L'ex presidente del Bologna Goldoni accusato con Pasquale di bancarotta

L'ex presidente del Bologna Goldoni accusato con Pasquale di bancarotta L'inchiesta sul dissesto della società finanziaria Fi. Di. Bo. L'ex presidente del Bologna Goldoni accusato con Pasquale di bancarotta ti giudice istruttore ha emesso un mandato di comparizione per i due uomini d'affari e per un terzo ex socio, Domenico Gentili - L'ex dirigente la Federcalcio avrebbe distratto alla società somme non inferiori ai quattro miliardi di lire (Dal nostro corrispondente) Bologna, 24 gennaio. Altri guai per Giuseppe Pasquale e per i suoi ex soci Domenico Gentili e Luigi Goldoni, già consiglieri della Fi.Di.Bo. (Finanziamenti diversi Bologna) la società finanziaria diretta da Pasquale e dichiarata fallita con un passivo di molti miliardi 1*11 dicembre scorso. Tutti e tre, Pasquale in carcere (dove si trova dal 5 dicembre), a casa loro Gentili e Goldoni (quest'ultimo oltre in quello degli affari è noto anche nel mondo dello sport, fu infatti presidente del Bologna), sono stati raggiunti da un mandato di comparizione, emesso dal giudice istruttore dott. Angelo Velia. Il mandato contiene pesanti capi di imputazione. Il mandato si apre accusando i tre, Pasquale come presidente del consiglio d'amministrazione della Fi. Di. Bo. e gli altri due come membri dello stesso, di aver commesso bancarotta fraudolenta o fatti punibili come tale con la aggravante « per il Pasquale, dell'aver cagionato alla società e ai terzi un danno patrimoniale di rilevante gravità ». In merito a questo reato, è fatto carico a Pasquale di aver distratto somme di denaro non inferiori a 4 miliardi per appropriarsene o impiegandole in operazioni di interesse personale. Tali somme erano state ricavate dallo sconto di cambiali presso banche, cambiali provenienti da società finanziarie e da Pasquale girate come esponente della Fi. Di. Bo. L'ex presidente della Federcalcio è ancora accusato di aver cagionato, con operazioni dolose, il fallimento della società da lui presieduta i assumendosi, tra l'altro, un debito di un miliardo verso il Banco Loria per affari estranei alla società da lui amministrata. Sempre secondo il mandato, Pasquale avrebbe nascosto « fraudolentemente » le operazioni sopra menzionate fornendo nel bilancio un quadro non rispondente al vero e comunicando nell'assemblea del 31 agosto '71 che la Fi. Di. Bo. non aveva subito riduzioni di capitale sociale al disotto del limite legale. Insieme con Giuseppe Pasquale, Goldoni e Gentili sono accusati di aver steso bilanci, cosiddetti « ufficiali », diversi da quelli reali detti « non ufficiali » per nascondere con frode la percezioni di utili, fornendo così un'esposizione non corrispondente al vero delle condizioni economiche della società. Il magistrato ha chiesto ragione anche di cinque quadri d'autore appartenenti alla Fi. Di. Bo. che Pasquale avreb. be sottratto quando già la società era stata dichiarata fallita. La lunga lista continua accusando il finanziere ferrarese di aver beneficiato di prestiti fino al giugno '71, « per. lo meno nella misura di due miliardi e cento milioni ». Sempre « in esecuzione del medesimo disegno criminoso », nella sua qualità di presidente della finanziaria, l'uomo d'affari viene accusato pure di aver partecipato, fino al giugno 1971, a deliberazioni del consiglio di amministrazione concernenti società che egli gestiva grazie a prestanome, cagionando così alla Fi.Di.Bo. un danno di rilevante gravità. Ma non è solo della finanziaria bolognese che si occupa il giudice istruttore; nel mandato compare anche l'altro intricatissimo affare del « caso Pasquale », quello della banca svizzera Vallugano. Lo stesso Pasquale e Gentili, infatti, sono accusati « perché in concorso con Mazzola Egidio e Pedrazzi Achille, cittadini elvetici già direttori della Banca Vallugano... si procuravano ingiusto profitto con danno di rilevante gravità della predetta società e dei creditori della medesima». In particolare, il dottor Velia accusa Pasquale di essersi inserito negli affari della banca col consenso del Gentili, membro del consiglio di amministrazione, e con la collusione dei due dirigenti. In poche parole, i quattro avrebbero falsificato cifre facendo apparire attivo il conto corrente di Pasquale e permettendo lo storno di ingenti fondi depositati poi dal commerciante di burro Daniele Bellei in favore di un istituto francese. Pasquale, che negli scorsi giorni, è stato colto da una crisi circolatoria, superata dopo tempestive cure, ricevendo la notizia delle nuove imputazioni ha dichiarato: « Può darsi che la mia cattiva salute risolva tutti i miei guai». m. g. Bologna. Luigi Goldoni

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