Perplessità del Cnel sul Piano economico
Perplessità del Cnel sul Piano economico Approvazione con alcune riserve Perplessità del Cnel sul Piano economico Il Consiglio osserva che la programmazione non dev'essere un insieme d'interventi di natura congiunturale - Critiche dei sindacati i Nostro servizio particolare) Roma, 21 gennaio. (m. s.) Il Cnel ha terminato lo studio della relazione del suo consigliere, professor Parravicini (un volume di 166 pagine di grosso formato) sul documento programmatico preliminare al secondo piano quinquennale 1971-75, «che verrà presentato al Paese verso la metà del 1972». cioè almeno un anno e mezzo dopo l'inizio del quinquennio oggetto del piano. Nel suo «parere» conclusivo, il Consiglio nazionale economia e lavoro aderisce alle finalità del piano, considerato «la condizione essenziale dello sviluppo economico e sociale del Paese». All'adesione aggiunge, però, alcune perplessità sull'innovazione nei criteri, che potrebbero «ridurre in tempi successivi la programmazione in un insieme d'interventi del momento che avrebbe natura congiunturale, in luogo di un insieme d'interventi di medio e. lungo periodo». Il Cnel raccomanda di non subordinare la qualificazione nella formazione e nell'impiego del reddito allo sviluppo quantitativo, auspica un'espansione della domanda interna basata sull'intensificazione degli investimenti pubblici e privati, sollecita un pronto avvio d'una politica industriale e sollecita una maggior partecipazione del settore pubblico all'edilizia, che superi l'attuale 50.'n. Il parere del Cnel sul documento programmatico preliminare si conclude con suggerimenti per lo sviluppo delle industrie minori, dell'artigianato e del commercio, per il Mezzogiorno, l'occupazione, la riforma della pubblica amministrazione. Infine, «ravvisa nella contrattazione programmatica fra governo, sindacati e imprese quel nuovo modo democratico della vita economica italiana, cui va prestata attenzione ». Un parere a parte, piuttosto critico, è stato reso noto questa sera dai rappresentanti delle tre Confederazioni sindacali in seno al Cnel. Essi rilevano che «le finalità generali assunte dal programmatore sono in palese contrasto con le politiche operative che egli indica, e con l'impiego degli strumenti di cui dispone l'azione pubblica», lamentano che le impostazioni dei sindacati «non siano state recepite dal documento programmatico e neppure dal parere espresso dal Cnel». affermano che «il proposito di collocare la dinamica salariale tra gli interventi di spesa pubblica e quelli del programma annuale, rivela le intenzioni del programmatore di condizionare la politica sindacale e la contrattazione dei salari alla politica di bilancio e a quella monetaria». Criticato un meccanismo di sviluppo «che si fondi sugli effetti propulsivi della domanda interna, perché la componente principale di tale domanda, l'occupazione, rimarrà alla fine del quinquennio su livelli molto vicini agli attuali e perché alle riforme e agli impieghi sociali sono destinate quote residue e inadeguate delle risorse nazionali», il parere dei consiglieri sindacali del Cnel che, in sede collegiale avevano approvato buona parte della relazione Parravicini. dichiara di « respingere decisamente la politica dei redditi, comunque formulata».
Persone citate: Parravicini
Luoghi citati: Roma
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