Bambino di 11 anni cade e affoga nel pozzo dove gettava la neve spalata con gli amici

Bambino di 11 anni cade e affoga nel pozzo dove gettava la neve spalata con gli amici Terribile disgrazia nel cortile di un istituto in via Medail Bambino di 11 anni cade e affoga nel pozzo dove gettava la neve spalata con gli amici Era il giorno del suo onomastico, poco prima aveva offerto le caramelle ai compagni - Aiutavano il direttore: « Così domani potremo giocare al pallone » - Finito il lavoro, l'apertura è stata chiusa con alcune assi - Correndo per tornare nella scuola è inciampato ed è scivolato nell'acqua - Inutile ogni tentativo di soccorrerlo Un bambino è morto ieri pomeriggio annegato In un pozzo nel cortile della sua scuola. Correva verso i compagni dopo un'ora passata a spalare la neve con altri ragazzi ed un sacerdote. Ha inciampato In alcune assi che coprivano provvisoriamente l'apertura, è stato Inghiottito dall'acqua, senza un grido. Si chiamava Mario Pia. 11 anni viveva a Savonera con il padre, Giovanni, 42 anni, gestore del ristorante ii La Pace » sulla strada per Druento e la madre Rosangela Colombotto, di 38 anni. Era figlio unico. Frequentava la prima media al collegio Rlchelmy, retto dai Salesiani, in via Medail 13. Ieri verso le 13,30 11 prefetto dell'Istituto, don Mario Busatto, 53 anni, aveva radunato alcuni allievi: «Scendiamo in cortile, è ancora pieno dt neve. Un'ora di lavoro e lo sgomberiamo. Domani potremo ricominciare le partite di pallone ». I ragazzi hanno accettato con gioia; maglioni pe | santi, scarponcini, sono scesi dalle camere, hanno Imbracciato le pale. « Mentre lavoravamo — dicono j — si scherzava l'uno con l'altro. I Facevamo a gara a chi spalava di j più «. Don Busatto ha aperto un I tombino che è sul fondo del cortile, a pochi metri dalla porta I che conduce all'interno dell'istituto: « La neve ammucchiata gettatela qui. ma fate attenzione ». 1 Dopo un'ora di lavoro il sacer-' dote invita i ragazzi a smettere. Il cortile è ormai quasi sgombro. Don Busatto va a prendere alcune assi, le sistema sull'orlo del tombino. « Dt corsa in classe — dico agli allievi — a cambiarsi le scarpe ed a lavarsi ». I ragazzi, rossi in viso, le mani bollenti, si rincorrono ridendo sino alla porta. Mario è indietro di qualche passo, tenta di raggiungere gli amici. Ma arrivato sul tombino mette un piede nella connessura di due assi, annaspa affannosamente per un attimo con le braccia sollevate, piomba nel pozzo. Non un grido. « Abbiamo sentito un tonfo — dicono gli amici — ci siamo voltati: Mario non c'era più ». Corrono verso il tombino scoperto: tra il gorgoglio dell'acqua putrida a due metri dal suolo riescono a distinguere solo un maglionclno rosso che galleggia per qualche secondo. Poi, più nulla. Accorre gente. Un commerciante di verdure che serve la mensa del collegio, Gino Salvaneschl, abitante a Cascine Vica in corso Torino 182, si cala dall'apertura: « MI tenevo ancorato ai bordi, tentavo di sondare il fondo con le gambe. Nulla, non ho trovato nulla. Ad un certo punto ho dovuto smettere: dal tombino uscivano gas ii. I compagni di Mario guardano impietriti l'acqua nerastra, la gente che si affatica inutilmente nel tentativo di ritrovare il loro amico. Devono allontanarli. Anche l'Insegnante di edu| cazione fisica si fa calare nel tombino legato ad una corda, ma le esalazioni venefiche lo costringono a risalire. Dopo pochi minuti arrivano i vigili del fuoco. Maschere antigas sul, volto, si calano nel tombino, | con lunghe pertiche tastano il i fondo: tra la melma vischiosa a na dopo parecchi minuti trovano Ma. rio Pia. Già morto, inutile la pronta corsa al Maria Vittoria. Ieri era 11 suo onomastico, nell'Intervallo, al mattino, Mario aveva distribuito ai compagni della 1 C le caramelle che gli avevano regalato i genitori. Una piccola festa con gli stessi inseparabili amici che erano con lui ieri e l'hanno visto morire, Massimo Villani, Walter Cacciatore, Gabriele Sosso e Fulvio Albanese. Don Busatto ieri pomeriggio piangeva col viso nascosto fra le mani: « Come è potuto succedere? Anclie lui aveva visto quando sistemavo le asst sul tombino ». « Perché non chiuderlo con il coperchio — gli è stato chiesto — se il lavoro era ultimato? ». « Pensavo dt dare ancora qualche colpo dt scopa per pulirlo meglio ed impedire che ghiacciasse ». Giovanni e Rosangela Pia non sanno darsi pace: «Il nostro unico figlio, lo tenevamo come un flore. Non lo lasciavamo neppure andare a giocare con glt amici quando -era- al paese. Tutti t giorni qualcuno di noi lo accompagnava a scuola e tornava a riprenderlo in auto, per evitare che attraversasse 'anche una sola strada. Cresceva sano, forte, tra i primi della classe ». Per tutto 11 pomeriggio i vegliano la salma del figlio. A ' mezzanotte il padre ha un collasso, crolla di schianto sul corpo di Mario, senza conoscenza. «Giotannino, Giovannino» grida la moglie. Lo adagiano In barella, lo portano al pronto soccorso dove gli fanno un'iniezione di cardiotonico. Con i genitori di Mario piange un intero paese. A Savonera, dove i Pia sono molto conosciuti, un gruppetto di persone ha sostato per ore davanti al ristorante del padre. A sera, nella chiesa parrocchiale c'è stata una messa funebre particolare. f , Mario madre si accascia corpo Figlio padre sconvolto all'ospedale prefetto dell'istituto, don Bustino

Persone citate: Colombotto, Fulvio Albanese, Gabriele Sosso, Gino Salvaneschl, Mario Busatto, Mario Pia, Massimo Villani, Walter Cacciatore

Luoghi citati: Druento, Savonera