Autobus gratis carichi di debiti

Autobus gratis carichi di debiti I nostri soldi Autobus gratis carichi di debiti li per colmarla. Il trasporto ur- I bano 6 un servizio pubblico, e, | più che pubblico, sociale: pre- ! tendete che sia anche attivo, | I j j \!L esperimento degli autobus gratis per nove giorni a Roma ha riproposto ali'attenzione del pubblico il problema dei trasporti urbani. 12' un problema che interessa tutti: chi li usa. chi li userebbe se Funzionassero meglio, i contribuenti in generale, che pagano con le tasse il passivo delle aziende municipalizzate. Su 72 aziende del settore in Italia, infatti, ne abbiamo trovato una sola — per la cronaca, quella di Imola — in attivo: le altre 71 hanno chiuso il 1970 con un disavanzo complessivo di oltre 207 miliardi. Non potrebbe essere diversamente, dal momento che la produttività aziendale di questo settore (rapporto tra dipendenti e valore della produzione, in questo caso ammontare in lire dei biglietti venduti) è meno di un quarto di quella che si può riscontrare in un'azienda metalmeccanica. Nel 1970 i dipendenti erano complessivamenìe 69 mila: non si può dire non abbiano lavorato, tutt'altro, perché hanno trasportato più di 2 miliardi c 700 milioni di passeggeri, ma hanno incassato appena 162 miliardi di lire, poco più di 2 milioni per ogni dipendente. Risultato: mentre i ricavi sono saliti del 5 per cento rispello al 1969, la perdita — che era già pesante — si è dilatata del 30,2 per cento, e con essa la necessità di quattrini che, da una parte o dall'altra (ma sempre dalle tasche del contribuente, in una forma più o meno diretta). dovranno essere trova- che dia un utile a chi lo gestisce, sarebbe assurdo. Premessa questa ovvia considerazione, però, si e autorizzati ad esaminarne il costo, per vedere se è giustificalo dal servizio svolto. I trasporti urbani devono superare grosse ditlìcoltà. Basta a sottolinearle una cifra: dal 1951 .il 196ÌS compreso, la popolazione, attiva dell'area di Torino è aumentala del 57,5 per cento, passando da 616.600 a 847.700 persone. Sono oltre P00 mila uomini c donne che ogni giorno si spostano, poco o molto, per andare sul luogo della loro attività e poi tornare a casa. Senza contare tutti quelli che non figurano nella popolazione attiva: dagli studenti alle casalinghe, che hanno pure necessità, quotidiana o quasi, di muoversi. I.'esperimento di Roma è stato definito « risibile » da un settimanale: a parte l'aggettivo, poco caritatevole, che cosa voleva dimostrare? Non è con il biglietto gratuito che si risolve il caos del traffico c si aiutano i lavoratori. Si vuole accentuare il carattere sociale del servizio, renderlo permanenteniente gratuito, come la scuola dell'obbligo? Benissimo, lo si faccia pure: a questo pillilo, 161 miliardi di tasse in più o in meno, sulle spalle dei conti ibuenti italiani, non fanno inolia differenza, la rete stradale cittadina e quella che è, anzi quella che era quando non c'era bisogno di posteggi, ma di anelli infissi nei muri per attaccarvi il cavallo. L' una rete comune ai mezzi pubblici c a quelli privali: inutile mare le maglie da una parte o dall'altra, con la speranza di migliorarla. Si possono moltiplicare i percorsi preferenziali per i mezzi pubblici. Ma tino a che vi saranno incroci, nodi del traffico, itinerari di percorrenza comuni ai mezzi pubblici e ai privati, la circolazione non migliorerà, e continueremo a spendere troppo tempo c denaro per andare sui posti di lavoro c venirne via. Tanto più che. riservando un terzo e spi so la meta dello spazio transitabile a un dieci-venti per cento al massimo dei veicoli in circolazione, si costringe l'altro novanta od ottanta per cento ad ammassarsi sullo spazio che resta Credo che molli preterirebbero, al biglietto gratuno. una tariffa doppia dell'attuale, e ili - liberarsi » della propria in città, se sapessero di poter contare su un servizio tempestivo e, non diciamo comodi'. accettabiL tome condizioni ili trasporto. Si può calcolare in decine di miliardi al giorno lo spreco, in tempo e in denaro effettivo, che richiede il trasferimento in citta della popolazione attiva. Non siamo ancora al punto di tante fabbriche, dove il muovere i materiali da lavorare (per esempio una sharia di ferro), può costare più del materiale ^csso. ma ci manca poco. I ra i tanti problemi allo studio della programmazione economica nazionale, a tutti i livelli, quello dei trasponi pubblici non dovrebbe mancare. Invece, manca. Mario Salvatorelli o Centro e periferia Il lettore Alberto B. di Reggio Calabria scrive: « L'onorevole Macchiavelli, sottosegretario alle Finanze, il 14 ottobre dichiarò che (testuali parole): il Ministero Ita già dato disposizioni agli uffici perijerici perché cerchino di definire al più presto le vecchie pendenze con il fisco, agevolando i contribuenti che desiderano mettersi in regola, allo scopo di affrontare la riforma tributaria con la maggiore serenità ». Secondo Alberto B., l'uflicio distrettuale delle imposte dirette di Reggio Calabria « non ha ancora ricevuto nessuna disposizione del genere », mentre « sono mplti i contribuenti che gradirebbero poter usufruire delle promesse agevolazioni per definire le loro vecchie pendenze con il fisco ». Alberto B., « interprete del desiderio di tutti », ci prega di voler sollecitare quelle disposizioni, « già inviate », nell'interesse reciproco del fisco e dei contribuenti. Il futuro dei «dazieri» Il lettore Giuseppe M. di Vercelli scrive: « Seguo con molto interesse gli sviluppi della riforma tributaria e mi sono fatto un'idea che lei sia molto vicino agli ambienti incaricali di stèndere i decreti delegati. A parte che si vocifera che per l'esodo del personale degli attuali servizi imposte di consumo verrebbe riconosciuta una anzianità di 10 anni, nessuno conosce entro quale termine (un mese, sei mesi, un anno?) il personale deve scegliere se optare per il Comune, per lo Slato o per la pensione, con godimento del beneficio sopra I menzionato. Il problema della | !l"ura ^tentazione assilla in ! Particolare tutti gli attuali da| :wn- cosl «npropnamente chiamali, e un intervento de La Stampa potrebbe essere molto gradito ». Non siamo « molto vicino » a quelli che devono stendere i decreti delegati, ma pensiamo che siano essi vicini, in I quanto lettori, al nostro giorj naie. Una loro risposta al « daj zicre » di Vercelli darebbe i ne\ cessavi chiarimenti a migliaia !. di persone.

Persone citate: Alberto B., Macchiavelli, Mario Salvatorelli

Luoghi citati: Imola, Italia, Reggio Calabria, Roma, Torino, Vercelli