Mao e la ginnastica

Mao e la ginnastica Quand'era giovane, non ancora comunista Mao e la ginnastica o i i l , i l o a , i i e e n nMao Tse-tung: « Uno studio sull'educazione fisica - Tutte le poesie », a cura di Renata Corsini Pisu, Ed. Sansoni, pag. 124, lire 1500. L'iniziativa di presentare a un pubblico non più digiuno di cose cinesi, anzi ormai un po' sazio, uno scritto di Mao Tse-tung ventitreenne e non ancora marxista (non incluso naturalmente nel « libretto rosso » e irreperibile anche nell'opera omnia ufficiale) può essere giudicata, a seconda dei punti di vista, un'operazione politicamente tendenziosa oppure un atto di mero compiacimento erudito, una gratuita spigolatura. Lo Studio sull'educazione fisica fu pubblicato nel 1917 da Mao, con un complicato pseudonimo, su una rivista studentesca di orientamento genericamente progressista e appartiene alla fase che qualcuno ha voluto definire « nazional-filuministica » del suo pensiero e della sua attività politica, fase che si concluse nel 1920 con la scoperta del marxismo-leninismo. Lo scandalo consisterebbe quindi nel divulgare un testo non solo non marxista, ma anzi flagrantemente in contrasto con l'ideologia che l'autore avrebbe successivamente abbracciato, diventandone, per una parte del movimento comunista e operaio internazionaleuno dei più radicali assertori e revisori al tempo stessoe comunque adattandola alla realtà cinese. Tuffo nello Yangtze Nell'introduzione al curioso scritto giovanile di Mao la traduttrice Renata Corsini Pisu osserva però argutamente che se per le tesi enuneiiJe si può parlare di un Mao pre-marxista, non si può certo parlare di un Mao premaoista. Vi sono cioè in questa prima, immatura manifestazione del pensiero dMao elementi che, filtrati decantati, oppure esaltati deformati, sopravvivranno a- i la scoperta del marxismoapi al lungo apprendistato rivoluzionario, alla conquista dela posizione di predomininel partito, all'instauraziondel regime comunista ai r piegamenti tattici dei primi anni di potere e al furore messianico del « grande balzo in avanti », alla rivoluzione culturale e al guardingo disgelo degli ultimi anni. Il più vistoso, fra i sud- j detti elementi, è un certo ti- ' po di fede nell'esercizio del corpo, che Mao attesterà ancora nel 1965, a settantadue anni, con la reclamizzatissima impresa natatoria nelle acque dello Yangtze, dinanzi a un milione di persone. Ma a parte questa fede — che poi, a voler condensare le argomentazioni con cui il giovane Mao la sostiene, si riduce all'antico mens sana in cor- S0,reioi7n0- ~ 116110 SC^tt0 del 1917 si possono captarealtri motivi ben noti, primofra tutti quello del « conta- o - l e a a a , e - re sulle proprie forze »; e non importa che per sostenere questo principio Mao si avvalga dell'autorità di Confucio. Più interessante di una ricerca minuziosa di certe raj dici del « pensiero di Mao » è comunque, per il lettore più smaliziato e meno distratto da considerazioni di carattere politico-ideologico, un esame specifico degli argomenti che l'autore usa per sviluppare la sua tesi sulla necessità di uno studio appassionato dell'educazione fìsica. Nonostante certe affermazioni di deferenza, la sua polemica è rivolta proprio contro la morale confuciana, che esorta, se non alla quiete e alla contemplazione assoluta, per lo meno a riflettere molto e a non agire più di quanto sia strettamente necessario. Per Mao, invece, « tutto è movimento in terra come in cielo ». e lo stesso Confucio smentì con l'esempio l'insegnamento che gli venne attribuito dai suoi discepoli. Buddha e Gesù Ma per dimostrare l'interdipendenza fra salute fisica ei salute dell'intelletto Mao Tsetung va più in là: «li Buddha — scrive — viaggiava incessantemente per diffondere la sua dottrina e morì in tarda età. A Gesù toccò sfortunatamente una fine ingiusta. Maometto, con il Corano nella mano sinistra e la spada nella destra, conquistò il mondo. Tutti costoro furono chiamati Saggi, e furono tutti grandi pensatori ». E si arriva ad asserzioni estreme: « L'educazione fìsica non serve Soltanto a rinforzare il corpo ma anche ad aumentare la conoscenza. Oggi si dice: "Civilizza lo spirito e rendi selvaggio il corpo". Parole giuste: se si vuole rendere civile lo spirilo bisogna cominciare col rendere selvaggio il corpo ». O ancora: « Scopo principale dell'educazione fisica è l'eroismo militare ». Nella seconda parte del volume la Corsini Pisu ci dà una nuova versione delle poesie di Mao Tse-tung, già assai note in Italia; versione o piuttosto trasposizione, perché tradurre una poesia scritta in cinese classico « è co- 0 ' ™e comporre un puzzle sen e ; Co o ! za scnema 11531)0 »- a- 1 Mario Bonini Mao nuotatore, visto da Levine ICopyrighl N. V. Review of Books. Opera Mundi e per l'Italia La Slampal

Luoghi citati: Italia