Le " svolte" decisive per l'automobile

Le " svolte" decisive per l'automobile Conferenza di Giovanni Agnelli a Detroit Le " svolte" decisive per l'automobile Liberalizzazione dei commerci nel prossimo decennio, lotta all'inquinamento, più razionale collaborazione tra le aree produttive, soluzioni dei problemi della sicurezza -1 « mercati del futuro » (Dal nostro corrispondente) New York, 12 gennaio. La liberalizzazione dei commerci automobilistici entro il prossimo decennio, un accordo internazionale sulle leggi contro l'inquinamento, e una più razionale collaborazione economica tra le nazioni sono stati proposti oggi dal dottor Agnelli alla riunione annuale della « Society of automotive engineers » a Detroit. Su richiesta degli organizzatori, il presidente della Fiat ha pronunciato un discorso sui cambiamenti della società moderna, e l'industria dell'automobile. Erano presenti scienziati, managers e giornalisti di tutto il mondo. L'intervento di Agnelli ha destato un particolare interesse, anche in relazione al riaUineamento delle parità deciso dal gruppo dei Dieci a Washington lo scorso dicembre, e ai negoziati in corso sugli scambi. Agnelli ha preso la parola alle 20,30 dopo una vivace conferenza stampa ed il banchetto, a cui hanno partecipato le massime personalità della tecnica e dell'industria americana. Egli ha incominciato con la constatazione che l'industria automobilistica si trova oggi a una serie di svolte decisive. La prima è rappresentata dalle relazioni tra le tre maggiori aree produttive, gli Stati Uniti, l'Europa e il Giappone, relazioni complicate sempre più dai recenti sviluppi monetari e commerciali. La seconda svolta è rappresentata dalla relazione tra l'automobile e la società, soprattutto per quanto riguarda i problemi dell'ecologia e della sicurezza. La terza è rappresentata dalle relazioni coi Paesi che solo ora scoprono la motorizzazione di massa, cioè i Paesi a sistema socialista, e quelli in via di sviluppo. « La domanda dei mercati tradizionali — ha proseguito Agnelli — misurata col numero delle vetture aumenterà nel prossimo decennio al ritmo annuale del 2 o del 3 per cento, paragonato al tasso del 7 per cento negli Anni Sessanta. Sembra chiaro che le industrie europea ed americana non potranno più contare su questo fattore essenziale per la loro espansione ». E' vero, egli ha aggiunto, che in Europa, e soprattutto in Giappone, esiste la possibilità di rafforzare le strutture con la concentrazione. Ma tale processo è condizionato da naturali limiti politici e da ostacoli istituzionali. « lo credo — ha sottolineato — che sarebbe dannoso al futuro della nostra industria adottare politiche di autosufficienza nazionale o regionale ». D'altro canto, ha continuato il presidente della Fiat, negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa emergono due tendenze di base del mercato, identiche: si uniformano cioè !e richieste del consumatore, e al tempo stesso si delineano segmenti diversi. Così accade che gli americani si spostino gradualmente dalle grosse vetture a quelle di medie cilindrata, e gli europei vi si spostino dalle utilitarie. A questo punto, Agnelli ha fatto un amichevole richiamo agli ospiti: « Come da anni noi europei — ha detto — abbiamo aperto le porte alla vostra industria, lino ad ospitarne gli impianti, così voi dovete ora accettare la presenza delle nostre vetture sul vostro mercato ». L'oratore ha quindi fatto riferimento all'accordo del gruppo dei Dieci a Washington. « La Commissione per la politica del commercio internazionale e gli investimenti del presidente Nixon », ha osservato, « ha proposto l'eliminazione di tutte le barriere agli scambi e ai movimenti di capitale entro 25 anni. Penso che sarebbe nell'interesse comune che l'America, l'Europa e il Giappone decidessero di eliminare tutte le restrizioni nei commerci automobilistici entro un decennio. Per tutte le restrizioni intendo non solo le tariffe ma anche le barriere non tariflarie. come la politica che favorisce il produttore domestico, le tasse di circolazione che danneggiano le grosse vetture, e le irragionevoli limitazioni all'installazione di impianti di servizio per i produttori stranieri ». Il dott. Agnelli ha parlato quindi della svolta ecologica e della sicurezza. Il problema di fondo, ha dichiarato, « non è l'adozione di standards eguali, da adottarsi universalmente, ma un orientamento generale verso direttive convergenti, in carattere con le esigenze specifiche dell'urbanistica, del traffico, eccetera ». Egli ha ammonito contro un'eccessiva rigidità nelle norme sulla sicurezza, « che farebbero aumentare solo i costi senza risultati equivalenti ». Sull'inquinamento ha così concluso: « Riconoscendo il merito delle iniziative prese dall'Onu e dalle altre organizzazioni internazionali, dobbiamo precisare che occorre un accordo affinché le leggi nazionali contro l'inquinamento non discriminino contro i prodotti stranieri. Tale accordo dovrebbe essere negoziato il più presto possibile, forse nell'ambito del Gatt ». Il presidente della Fiat ha dedicato l'ultima parte del discorso ai « mercati del futuro », cioè quelli dei Paesi comunisti e dei Paesi in via di sviluppo. « L'austerità socialista ha combattuto per anni contro l'automobile come l'epitome del consumismo occidentale. A mano a mano che questo atteggiamento politico viene modificato, l'automobile crescerà a un ritmo molto più rapido ». Poiché quei governi non hanno la capacità di alimentare in proprio un rapido processo di espansione, Stati Uniti, Giappone ed Europa devono cercare «la massima flessibilità operativa e le migliori formule di collaborazione nella conquista dei mercati ». A proposito dei Paesi in via di sviluppo, che ben presto potrebbero costituire il terreno più fertile, il dottor Agnelli ha infine suggerito « un approccio multinazionale e multisociale, in programmi di collaborazione vasti e integrati e in imprese comuni ». Ennio Caretta

Persone citate: Agnelli, Ennio Caretta, Gatt, Giovanni Agnelli, Nixon