Sperava d'avere una serena vecchiaia ma suo tiglio morì per un incidente

Sperava d'avere una serena vecchiaia ma suo tiglio morì per un incidente La desolante esistenza d'un pensionato alessandrino Sperava d'avere una serena vecchiaia ma suo tiglio morì per un incidente Ha 80 anni e vive in triste solitudine a Sestri Ponente - Dall'età di 10 anni lavorava come falegname - Con sacrifici riuscì a laureare in ingegneria il suo ragazzo - Un aiuto di Specchio dei tempi Invecchiare è triste per tutti, invecchiare in povertà e solitudine è angoscioso. Domenica « Specchio dei tempi » ha pubblicato lo sfogo di un lettere ottantenne, Mario Costa, nativo di Spinetta Marengo (Alessandria! e residente a Sestri Ponente in un « carrugio ii della zona vecchia. « Sono disperatamente solo, malato e stanco. Ho un unico dente e tanto freddo. Ho sempre amato molto la casa, la famiglia, il lavoro: non riesco a comprendere perché nessuno ami me ». Questo, in sintesi, il dramma di una creatura perseguitata dalla sfortuna. Siamo andati a trovarlo, non soltanto per portargli un po' di j conforto materiale, ma anche per dimostrargli che non è vero che nessuno gli voglia bene. Nonostante fosse quasi mezzogiorno, Mario Costa era ancora a letto, se cosi si può definire un giaciglio senza lenzuola né federe. Una logora coperta per ripararsi dal gelo, sotto la quale l'uomo si sdraia vestito. « Passo qui la maggior parte ac'.'a giornata — spiega scuotendo il capo —, perchè non sopporto il freddo. Non ho una stufa, il gas l'ho fatto bloccare tempo fa perché due volte avevo dimenticato acceso il fornello e hanno dovuto ricoverarmi all'ospedale per avvelenamento ti. L'alloggio è di uno squallore I desolante. « Come potrei vivere | meglio — dice Mario Costa — con I 26 mila lire di pensione? Ne pago sei di affitto, senzu contare la bolletta della luce e le altre spese indispensabili: mangio una volta al giorno in un'osteria dove spendo'300. al massimo 400 lire. Un piatto di minestra o una scodella dì brodo, un po' di verdura. Non posso permettermi una fettina di carne né altre cose, salvo un bicchiere di vino per tenermi in pie- di ». L'esistenza non e sempre stata cosi avara con Mario Costa. Ha cominciato a lavorare all'età di 10 anni, come garzone falegname. E' diventato un bravo arti- giano, dal matrimonio con Virgi- I nia Bianchi — spentasi nel 1966 per un male atroce — ha avuto un figlio, Sergio, (t Ero riuscito a fargli prendere la laurea da ingegnere, sarebbe stato il bastone della mia vecchiaia. L'ho perduto quasi ulla stessa epoca della morte dl mia moglie, dopo dieci anni li strazio. In una disgrazia automobilistica aveva subito l'amputazione di una gambu, poi i me. dici sono stati costretti a tagliargli anche l'altra. Aveva solo quaivnt'anni, continuava a disegnare pi or/etti anche quanlo si spostava sulla carrozzella da invalido ». Alla miseria, per Mario Costa, si aggiunge l'amarezza comune a migliaia di altri reduci della pri- | 50 mila lire. ma guerra mondiale che aspetta- no ancora la croce di Vittorio j Veneto, la medaglietta d'oro e soprattutto l'assegno di 60 mila I lire. « Sette anni in divisu da marinaio — sospira, incapace di ammettere che la burocrazia sia così t lenta —. itnu lettera che mi informa che ho diritto al cavalierato e al sussidio, ma finora tutto rimane una speranza. Forse non camperò fino al giorno in cui diventerà una realtà. Ero cannoniere, mi hanno imbarcato su dragamine e corazzate a Brindisi e a Taranto, più d'una volta abbiamo rischiato di colare a picco sotto i siluri dei sommergibili tedeschi. Sono trascorsi quasi quattro anni dalla famosa legge, ma chi si ricordu di me e degli altri reduci nelle stesse condizioni:' ». Consegniamo a Mario Costa, da parte di « Specchio dei tempi i.. 200 mila lire (l'equivalente del sussidio che dovrebbe riscuoter? dal 1968) e altre 48 mila lire inviate da lettori subito dopo la pubblicazione della penosa vicenda. L'ottuagenario sgrana gli occhi semispenti, confessa che non aveva mai visto un biglietto da «Con questi soldi potrò finalmente scaldarmi con una stufa a cherosene, mangiare qualcosa di più nutriente. Mi sembra un miracolo, non pensavo che ul mondò esistesse ancora della gente tanto comprensiva ». Purtroppo non siamo in grado di allevare la sua solitudine, restituirgli il figlio che lo avrebbe ripagato di tutti i sacrifici. Non gli mancheranno, almeno, il calore di cui aveva bisogno e la consolazione di sapere che qualcuno gli vuole bene anche da lontano. A Papa Giovanni XXIII p.g.r. E. Fiore per una vecchietta pensio- nata 3000; In onore di Papa Giovanni XXIII, L. P. Andora 31)1)0: Iside e Lina 2500: A. N. in memoria di Papa Giovanni XXIII perché mi aiuti a sopportare e mi protegga 2000; Umberto, Marco e Paolo 2000; In onore di Papa Giovanni XXIII, Marisa 2000. In memoria della mamma per una persona anziana affinché reciti una preghiera 2000; N. ,s'. 2000; N. N. 2000; Brunetti Adolfo 2000; N. N. 2000: In onore di Papa Giovanni XX1I1 1000; In memoria di Padre Kolbe 101)0; In onore di Sun Domenico Savio, Raffaella 1000; In onore di Papa Totale Raffaella L. 3.(104.500 Giovanni XXIII.

Luoghi citati: Alessandria, Andora, Brindisi, Sestri, Taranto