Una riunione in municipio sul problema del carcere

Una riunione in municipio sul problema del carcere Una riunione in municipio sul problema del carcere Il 29 gennaio presente il sottosegretario Pennacchini - Il sindaco: «Confido di poter risolvere la ricostruzione delle Nuove » Torino potrà costruire il nuovo carcere, di cui ha urgente necessità secondo il concorde parere di tutti? Il problema verrà esaminato sabato 29 gennaio, a Palazzo Civico, presente il sottosegretario di Grazia e Giustizia. Lo ha annunciato ieri il sindaco ing. Porcellana: « In seguito all'ordine del giorno rotato all'unanimità dal Consiglio comunale, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ho avvicinalo il sottosegretario on. Pennacchini: al quaie, presente il procuratore generale dr. Colli, ho illustrato il problema del carcere dl Torino. L'ho quindi invitato a tornare nella nostra città, pcr partecipare a una riunione di parlamentari piemontesi con la Giunta, i capigruppo consiliari, i magistrati e gli esponenti dell'Ordine degli avvocati, l rappresentanti della Regione e della Provincia ». Il sindaco ha precisato d'avere naturalmente esteso l'invito anche al ministro di Grazia e Giustizia, che essendo però il Presidente del Consiglio on. Colombo, si farà presumibilmente rappresentare dallo stesso sottosegretario. E ha concluso: « L'on. Pennacchini ha fissato le ore 11 dt sabato 29 per la riunione in Comune. Mi riprometto cos'i di poter avviare a soluzione questo altro grosso problema delia nostra città ». Il problema è noto, ne ha parlato anche ieri il procuratore generale dr. Colli all'apertura dell'anno giudiziario; il nostro giornale ne ha riferito più volte in passato e appena tre giorni fa è stato discusso in Consiglio comunale. Nel corso della seduta il sindaco aveva ricordato come il 26 aprile scorso fosse stato approvato l'acquisto di 261.500 metri quadrati, oltre Lucento, da offrire in permuta allo Stato affinché a termini dl legge potesse realizzare il nuovo istituto di piena, contro la cessione al Comune dei 47 mila metri quadrati su cui sorgono le prigioni. Purtroppo la successiva legge 1133 escludeva Torino dal nuovo programma carcerario. Alla nostra città si concede soltanto un miliardo per restaurare il vecchio stabilimento di corso Vittorio, che a detta di tutti « è un vero sconcio e non è pìh ripristinabile ». Si chiede dunque di destinare il miliardo all'inizio dei lavori per il nuovo carcere di Lucento, possibilmente con l'aggiunta di un altro miliardo o due. Il Comune anticiperebbe il resto, realizzando l'edificio in attesa che lo Stato rimborsi la spesa. L'ordine del giorno approvato al termine del dibattito consiliare era stato presentato dal pli e fatto proprio dalla Giunta. Il documento constatava che il Comune ha già acquistato il terreno e considerava « l'assoluta inadeguatezza delle carceri di Torino, sotto tutti gli aspetti, chiaramente venuta in luce a seguito delle rivolte del 1969 e del 1971 ». Dava atto che « i lavori di rabberciamento eseguiti e che si vogliono eseguire per riparare i danni causati dalle predette rivolte costituiscono un'inutile spesa, perpetuando un intollerabile stato di cose » e affermava « la necessità di assicurare ai carcerati condizioni di vita a livello umano, tali cioè da agevolarne il reinscrimento nel consesso civile ». Confermava « l'urgenza di iniziare i lavori diretti a sistemare l'area ex-mattatoio, lavori clic dovrebbero venire integrati dalla diver-, sa utilizzazione del terreno attualmente occupato dalle carceri giudiziarie » e invitava a « provvedere, senza ulteriori indugi, ad iniziare nei confronti dell'autorità di governo quell'energica azione atta a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura ». Approvato all'unanimità il documento, è subito incominciata l'azione presso il governo. Gli ostacoli alla soluzione del grave problema sono oggi di carattere essenzialmente finanziario.

Persone citate: Colli, Pennacchini, Porcellana

Luoghi citati: Torino